Mercoledì 16 Luglio 2025 16:07
I Francescani di Assisi condannano le incursioni dei coloni israeliani in Cisgiordania


Il custode del Sacro Convento fra Moroni interviene dopo la visita di solidarietà dei capi delle Chiese di Gerusalemme nel villaggio cristiano di Taybeh: «Aprire sentieri di pace. Costruire ponti»
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Parla da Assisi e «nel nome di san Francesco, fratello universale», fra Marco Moroni, Custode del Sacro Convento di Assisi, per condannare le incursioni violente, con i relativi ingenti danni agricoli, ai danni delle comunità cristiane in Cisgiordania, da parte di israeliani radicali. «Rigettiamo proprio da Assisi ogni forma di violenza, discriminazione e ostilità, soprattutto quelle rivolte a persone inermi e innocenti – afferma -. La Bibbia, la sacra Scrittura che sia ebrei sia cristiani veneriamo come Parola di Dio, afferma per bocca del profeta Osea: “E poiché hanno seminato vento, raccoglieranno tempesta”. Non è questo il tempo dell’inimicizia, della violenza, della vendetta: è piuttosto l’ora favorevole per gesti di collaborazione, per aprire sentieri di pace, per costruire ponti di riconciliazione», dichiara.
Il riferimento è ai recentissimi attacchi dei coloni israeliani al villaggio cristiano di Taybeh dove lunedì 14 luglio si sono recato in visita di solidarietà i patriarchi e capi delle Chiese locali di Gerusalemme. «L’avvenire appartiene solo a chi costruisce la pace e la fraternità – sono ancora le parole del Custode -. Dio regna nella giustizia e nell’amore: a Dio non si confanno infatti né violenza, né ingiustizia». Di qui l’invito, a tutti, a «riconoscere il valore di ogni altro essere umano, perché la felicità e la prosperità saranno vere solo se vedranno la luce per l’impegno di tutti, quello di un’unica famiglia umana, sulla base del reciproco rispetto e della mutua giustizia».
La conclusione è un auspicio che ha il sapore della preghiera: «Il Dio di Abramo, di Isacco e Giacobbe, che noi cristiani riconosciamo Padre di tutti gli uomini e le donne in Cristo Gesù, possa ispirare pensieri nuovi e suscitare azioni di pace: cessi la violenza, attraverso gesti di riconciliazione si faccia giustizia a chi è stato vittima di atti violenti, illegali e discriminatori; ma soprattutto camminiamo decisamente in un’altra direzione, che è quella del rispetto e della collaborazione. Possa san Francesco, che promosse e ottenne la riconciliazione tra acerrimi nemici, accompagnare questo nuovo percorso».
16 luglio 2025
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