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Mercoledì 16 Luglio 2025 16:07

Elio, la casa e i mostri dentro di noi



Nel nuovo cartone Disney-Pixar firmato da Domee Shi, l'avventura spaziale/fantastica del protagonista, incentrata sui valori dell'amicizia, della pace e della speranza

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#cinema #domee shi #elio
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Un bambino fuori posto, Elio, cerca un’altra vita nello spazio. Lui è un orfano di undici anni, affidato alla zia Olga, maggiore dell’Air Force One. Puntuale a ogni momento festivo dell’anno, arriva il nuovo cartone della Disney-Pixar in sala dal 18 giugno. Si dice puntuale perché ormai da tempo la Pixar ha preso il posto di quello che una volta era il cartone Disney più tradizionale.

Certo si potrebbe notare che questi prodotti targati Disney, da sempre territorio di storie semplici, ingenue, anche poetiche, negli anni hanno mutato caratteristiche e contenuti, affrontando temi nei quali si propone un’adolescenza più complessa e problematica. È il caso di Elio, appunto, il protagonista dell’omonimo film, incapace di trovare una collocazione giusta. L’assenza di amici alla lunga gli impedisce di provare felicità, al punto di convincersi che un’altra vita esista nello spazio e quindi gira costantemente attaccato a una radio multifrequenze per mandare messaggi alieni. Dopo tanti sos lanciati nello spazio, una sua richiesta viene accolta e si ritrova trasportato nel Comuniverso, organizzazione di varie galassie. Ora Elio può stringere amicizia con l’alieno Glordon, creatura delicata e tenera, purtroppo per lui figlio dello spietato conquistatore Grigon. Adesso Elio è a un bivio: l’aspetta il compito di provare a salvare il suo nuovo amico da un padre violento e ricongiungersi con la Terra e con l’amata zia Olga.

La trama lascia intuire che si tratta di un’avventura spaziale/fantastica nella quale un ruolo importante lo ricoprono i valori dell’amicizia, della pace e della speranza. Nell’ottica della nuova struttura Disney/Pixar si può aggiungere che, trattandosi di vita oltre il pianeta Terra, i temi che si affacciano sono anche altri: i traumi dell’infanzia, l’elaborazione del lutto, la custodia della famiglia. Elio ha un inizio un po’ triste, quasi malinconico, impiega comunque un po’ prima di virare sui toni della fiaba dai toni colorati e briosi, vivaci e scoppiettanti.

Dice la regista Domee Shi, nel presentare il film: «Elio è uno strano bambino ossessionato dall’idea di essere rapito dagli alieni. Pensa che non ci sia nulla per lui sulla Terra e sogna di andare su un altro mondo dove possa essere accettato per ciò che è». Cosi il protagonista acquista una immediata sinergia con lo spettatore nell’accostare le difficoltà dell’infanzia con l’energia positiva tipica dei bambini, in grado di vedere possibilità anche quando non se ne scorgono le tracce. Questa reazione trova un riscontro nei colori che circondano Elio: il verde del coraggio in primis e altre sfumature sono quelle dei sogni e degli ideali che non indietreggiano davanti alla paura. Alla fine Elio, sazio e stanco per la sua fuga/impresa nello spazio, capisce che nessun posto è come la sua casa. E i mostri vanno combattuti e vinti dentro di noi.

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