Mercoledì 23 Luglio 2025 21:07
È morto Ozzy Osbourne
Il musicista, frontman dei Black Sabbath, aveva a 76 anni. Ne ha dato notizia la
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È morto Ozzy Osbourne
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Il musicista, frontman dei Black Sabbath, aveva a 76 anni. Ne ha dato notizia la famiglia in una nota: “È con una tristezza che le parole non possono esprimere che dobbiamo annunciare che il nostro amato Ozzy Osbourne è mancato questa mattina. Era con la sua famiglia, circondato dall’amore. Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della nostra famiglia in questo momento”. Nel 2020, aveva rivelato di essere affetto dal morbo di Parkinson. Nel gennaio del 2023 in una rara intervista esclusiva per Robinson il “principe delle tenebre” aveva raccontato a Luca Valtorta le origini, la follia e l’aneddoto sul “maledetto pipistrello”. Alla domanda “Come va?” aveva risposto: “Sto bene, sì. Però devi parlare più forte”. Poi sulla prigionia del Covid e sulla guerra aveva detto: “Veniamo tutti mantenuti in uno stato di morte imminente: con la guerra in Ucraina e la minaccia della guerra atomica ci si sente come se la fine del mondo fosse alle porte. Non dovremmo vivere sotto questo stress: prima abbiamo già avuto la pandemia che ci ha costretto a vivere chiusi nelle nostre case. Non avevamo mai vissuto situazioni simili prima e questo porta le persone che hanno malattie mentali a un aggravamento della loro condizione”. Appena qualche settimana fa, lo scorso 5 luglio, i Black Sabbath avevano tenuto un concerto storico nella loro Birmingham, segnando la fine di una carriera che ha rivoluzionato la musica. Back to the beginnin è stato definito “il concerto del secolo” e aveva visto sul palco insieme per l’ultima volta i quattro padri del metal:Ozzy Osbourne, Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward di fronte a migliaia di fan, con un cast stellare che ha incluso alcuni dei nomi più influenti della scena metal, dai Metallica agli Slayer. “È il momento di tornare a casa, dove tutto è iniziato. Questo è il mio regalo a Birmingham”, aveva dichiarato commosso Ozzy Osbourne, pronto a dare il suo ultimo spettacolo prima di ritirarsi. Nonostante le difficoltà legate alla sua salute, con il morbo di Parkinson che lo affliggeva, Ozzy aveva trovato la forza di esibirsi in una struttura di supporto appositamente progettata per l’occasione. John Michael Osbourne, nato il 3 dicembre del 1948 in un sobborgo operaio dell’Inghilterra postbellica, è cresciuto in mezzo alle ristrettezze e alla noia. Quarto di sei figli (due fratelli: Paul e Tony; tre sorelle: Jean, Iris e Gillian), le sue condizioni familiari sono disagiate e ha problemi di linguaggio, essendo dislessico e balbuziente. Ma è dal disagio che germoglia il seme di una rivoluzione. Abbandonata la scuola, all’età di quindici anni comincia a praticare vari lavori: operaio edile di cantiere, idraulico, attrezzista, operaio in una fabbrica di auto e macellaio presso un mattatoio, ma non si sente portato per questi mestieri. E così, insieme a Tony Iommi (uno dei compagni di scuola che più detestava), Geezer Butler e Bill Ward fonda i Polka Tulk Blues Band e, dopo alcuni cambi di nome e di membri, nel 1968 si danno il nome di Black Sabbath, dal titolo americano del film di Mario Bava I tre volti della paura con Boris Karloff. Con loro scrive pagine leggendarie dell’heavy metal: Paranoid, War Pigs, Iron Man. Suoni oscuri, riff inquietanti e testi che parlano di guerra, alienazione, incubi e stregoneria. Il 13 febbraio 1970, con l’omonimo album d’esordio, nasce il metal. E Ozzy ne diventa la voce più iconica. Il successo arriva a braccetto con i demoni. Ozzy li abbraccia e non si tira indietro. Diventa l’incarnazione stessa dell’eccesso: alcool, Led, cocaina, la sua vita è un trip continuo. Famosa è l’aneddotica, leggendaria la follia. Sniffa formiche sul marciapiede in tour con i Trolley Crede (insieme a Bikini Si xx, in una delle sfide tossiche più assurde della storia del rock), morde la testa a un pipistrello lanciato sul palco, scambiandolo per un pupazzo: nell’intervista a Robinson ha raccontato: “Qualcuno ha buttato un pipistrello di plastica sul palco e l’ho messo in bocca per staccargli la testa: una cosa finta. Poi però ho pensato, ma c…o, batteva le ali (…) quando l’ho messo in bocca e l’ho morso e ho visto la gente che gridava ‘Aaaaaah’ mi sono spaventato anch’io e ho capito”. Scene al limite tra l’horror e il surreale che ne fanno un’icona pop prima ancora che Mtv lo consacri con The Osbournes, la prima rock-reality serie del piccolo schermo. Cacciato dai Sabbath nel 1979 per abuso di sostanze, Ozzy colto da psicosi maniaco-depressiva, si rinchiude in una stanza d’albergo a Los Angeles e rimane lì per poco meno di un anno a bere e drogarsi, disperato per la fine della sua avventura con la band, riducendosi l’ombra di se stesso. Ripresosi, Ozzy, con il supporto della futura moglie Sharon Arden, figlia di Don, manager dei Black Sabbath, decide di formare nuovamente un progetto solista. Con lui, un giovane chitarrista destinato a diventare leggenda, Randy Rhoads. Blizzard of Ozz e Diary of a Madman rilanciano la sua carriera. La voce graffiante, i testi gotici e deliranti, lo stile inconfondibile lo impongono come uno dei più grandi frontman della storia. Anche dopo la tragica morte di Rhoads, scomparso prematuramente a 25 anni in un incidente aereo, Ozzy continua a incidere album fondamentali come No More Tears e Ozzmosis, portando con sé una generazione di fan e un altro mitico chitarrista, Zakk Wylde. “Non mi sento davvero di essere il padre del metal o del rock, semmai più un fratello maggiore” dirà in più di un’occasione Ozzy. Nella vita privata, il caos è solo leggermente più contenuto. Il matrimonio con Sharon Arden, sua manager e regina della sua rinascita commerciale, è una saga rock. Insieme crescono tre figli – Aimée Rachel(1983), la più schiva e riservata, la celebre Kelly(1984), a sua volta legata sentimentalmente a un’altra leggenda del metal, Sid Wilson degli Slipknot, e Jack(1985) – e si trasformano in famiglia disfunzionale e iconica grazie a Mtv. Ma alle risate subentra il dolore. Le ricadute, i tentativi di suicidio, le confessioni pubbliche. Negli ultimi anni il Principe delle tenebre’ ha dovuto piegarsi. Il morbo di Parkinson, diagnosticato nel 2020, e altri problemi di salute lo costringono ad annullare tour e a fare i conti con la propria mortalità. Nonostante ciò, pubblica due album (Ordinary Man e Patient Number 9) che suonano come lettere d’amore e di addio. In mezzo, la pandemia, la convalescenza, l’attesa di un ultimo ritorno. Ritorno arrivato il 5 luglio con Back to the beginning, evento già passato agli annali del rock. La sua Birmingham ha accolto il concerto d’addio dei Black Sabbath riuniti, per l’ultima volta, là dove tutto è cominciato. Ozzy aveva cantato seduto su un trono nero, battendo le mani, agitando le braccia e lanciando sguardi selvaggi, proprio come ai vecchi tempi, reggendo il microfono a fatica, ma la voce – straziante e inconfondibile – c’era ancora. Con Ozzy Osbourne se ne va l’incubo più dolce del rock’n’roll. Un performer che ha vissuto mille vite, sfidato la morte infinite volte, regalando sempre la verità più nuda e cruda: “Finché ci saranno ragazzi che avranno bisogno di sfogare la loro rabbia, l’heavy metal sopravviverà”.
Fonti: reuters – Ansa – La Repubblica- Radiofreccia
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