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Giovedì 31 Luglio 2025 22:07

L’invito del cardinale Zuppi ai giovani: «Essere discepoli di Gesù e operatori di pace»



Circa 40mila i pellegrini italiani che hanno partecipato alla Professio fidei in piazza San Pietro con il presidente Cei. Il videomessaggio del patriarca Pizzaballa da Gerusalemme: «Lo vedo ogni giorno. Dio non ci lascia mai soli»

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«Al centro non c’è il nostro io. Al centro c’è sempre e solo Cristo, nostra speranza e pace». Si è propagata in tutta la piazza e ha raggiunto i cuori dei 40mila pellegrini italiani la voce del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna. «Cristo che rende l’altro, qualunque esso sia, il mio e nostro prossimo e non un estraneo o un nemico». È questo lo snodo imprescindibile da cui partono le strade della pace. Il porporato lo ha indicato senza mezzi termini. E la risposta dei giovani, che si sono riuniti stasera, 31 luglio, per la Confessio fidei “Tu sei pietro”, si è percepita nei loro sguardi e nello scambio di pace che si sono dati alla fine, su invito dello stesso cardinale. Gli stessi sguardi che hanno accompagnato le parole del cardinale Pierbattista Pizzaballa, che parlando della situazione in Terra Santa ha sottolineato in un videomessaggio che «anche in mezzo alla sofferenza, non mancano mai segni di vita e di speranza. Lo vedo ogni giorno. Dio non ci lascia mai soli». In questo mare incredibile di sfiducia e di odio-  ha aggiunto – sono tante le persone che sono ancora capaci di mettersi in gioco per fare qualcosa per l’altro, perché non si arrendono a questa situazione di “io e nessun altro”, ma puntano sul “noi insieme”».


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Sulla stessa scia l’omelia di Zuppi. «Siamo qui e questa nostra Madre – ha detto riferendosi alla Chiesa -, la mia e nostra casa dove tutti, tutti, tutti, siamo accolti come le braccia del colonnato ci stringono e ci definiscono, la vediamo addolorata sotto una croce ingiusta e terribile sulla quale è inchiodato suo figlio e i suoi figli. Sono croci costruite follemente dagli uomini che fabbricano armi per uccidere e distruggono quello che fa vivere». Oggi «si combattono tante inutili stragi, tante guerre. – ha aggiunto il cardinale -. Chi uccide un uomo, uccide il mondo intero! Come uccidere un bambino? Non possiamo mai abituarci a una sofferenza infinita. È un mondo che accetta di nuovo come normale pensarsi l’uno contro l’altro o l’uno senza l’altro, che in modo dissennato non ha paura della forza inimmaginabile degli ordigni nucleari». Nel nostro mondo, secondo Zuppi, «diventa normale l’uno sopra l’altro, gli uni contro gli altri, gli uni senza gli altri, e non crediamo più che siamo sulla stessa barca e che l’umanità deve porre fine alla guerra o la guerra porrà fine all’umanità».


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Sono partiti vari applausi durante l’omelia. La piazza era un arcobaleno di magliette colorate e striscioni. Uno recitava: «Papa Leone tu sei Pietro e noi ti amiamo». Un altro: «Gesù salva». I giovani sprizzavano gioia da tutti i pori. A loro Zuppi ha lanciato un fiume di domande: «C’è troppa sofferenza, chi la consolerà? Ci sono troppe armi nelle mani, nei cuori e nella testa delle persone, troppi interessi enormi per venderle e acquistarle, chi li toglierà? C’è un bambino in mezzo al mare o perduto nel deserto, chi lo salverà?». La risposta è arrivata subito dopo. «Signore, manda me! Signore manda noi! – ha detto il presidente della Cei -. Signore credo in te e nella forza della tua Parola e ti aiuto io! Signore Tu sei e io sono, come avviene nell’amore». Ecco, secondo Zuppi, «la gioia di questo Giubileo e la gioia di potere confessare oggi la nostra fede insieme a Pietro. Tu Signore a Pietro parli di edificio spirituale e di diventare pietra – ha aggiunto -. L’importanza di ogni pietra non è mai nell’essere isolata, ma è sé stessa quando è insieme. Siamo pietre vive e l’attore sei sempre Tu. Noi con Te diventiamo attori della vita vera, protagonisti perché servi».


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Questo il mandato del cardinale Zuppi, che «ha invitato i giovani a essere discepoli di Gesù e operatori di pace per difendere la vita sempre dal suo inizio alla fine». E ha ribadito che «la santità è affidata a ciascuno di noi ed è il semplice e umanissimo riflesso dell’amore di Dio, quello che non ci fa vivacchiare, che ci rende davvero unici non perché soli ma perché originali», ha detto citando Frassati e Acutis, aggiungendo a braccio: «Presto diventeranno santi».


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
La festa era cominciata intorno alle 16, con l’animazione musicale di Neri per Caso, Lara Dei, Samuel Pietrasanta e alcuni giovani emergenti. Ad aprire gli interventi, il vicepresidente della Cei l’arcivescovo Giuseppe Baturi. «Pietro – ha detto – restituisce alla fede una dimensione di vita e di umanità intensa, capace anche di errore e di pentimento». Poi la Meditazione su Pietro a cura di Paolo Logli, con la voce di Giorgio Pasotti e la musica dell’Orchestra sinfonica del conservatorio A. Casella dell’Aquila diretta dal maestro Leonardo De Amicis.


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Al centro del pomeriggio, oltre alla musica di Amara, Mr Rain, Pierdavide Carone e Mimì, anche le testimonianze di don Antonio Loffredo,  Laura Lucchin, Nicolò Govoni. Secondo l’ex parroco del rione Sanità, i giovani, «spesso considerati pietre scartate, potranno diventare, con la bellezza, testate d’angolo di un nuovo sistema di sviluppo». La mamma di Sammy Basso, morto a 28 anni a causa della progeria, ha raccontato la vita di suo figlio. «Fin da piccolo ha sempre dimostrato una gran voglia di vivere e di sorridere alla vita nonostante una malattia così invalidante. La prima grande lezione, che senza accorgersene mi ha insegnato, è stata l’accettazione di quello che non si può cambiare». Il fondatore di “Still I Rise” ha invece esortato i giovani a «trovare qualcosa che vi riempia il cuore». La risposta l’ha indicata il cardinale Zuppi.

31 luglio 2025

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