Venerdì 1 Agosto 2025 09:08
Ad Haiti Onu si teme per il colera


Registrati dal dicembre 2024 oltre 2.800 casi sospetti e 36 decessi. Attivi 5 focolai in tutto il Paese, di cui uno nella Capitale Port-au-Prince. L'Oms accanto alle autorità sanitarie nazionali
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Dal dicembre 2024 a oggi sono stati registrati ad Haiti oltre 2.800 casi sospetti di colera, 91 confermati in laboratorio e 36 decessi. A fornire i dati è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che spiega che la maggior parte dei casi è collegata agli insediamenti di sfollati. Tra il 13 e il 19 luglio, aggiungono dall’agenzia per la Salute delle Nazioni Unite, sono stati segnalati 34 nuovi casi sospetti in sei dipartimenti haitiani. In particolare, sono stati identificati cinque focolai di trasmissione attiva, tra cui la capitale Port-au-Prince e le regioni settentrionali. Incontrando i giornalisti, il portavoce Onu Farhan Haq ha specificato che «i casi sono gestiti dalle autorità sanitarie nazionali, con il sostegno dell’Oms».
Intanto, riferisce l’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), il colera continua a incidere sulla fragile situazione del sistema sanitario pubblico del Paese, in particolare negli insediamenti di sfollati, dove l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari è limitato. Le agenzie Onu e i loro partner umanitari stanno svolgendo attività fondamentali di prevenzione e risposta al colera, nonostante i fondi insufficienti. Nel dipartimento di Artibonite, ad esempio, le famiglie hanno ricevuto pastiglie per la purificazione dell’acqua e sali per la reidratazione orale, mentre nel centro di Haiti le ong partner hanno installato stazioni per il lavaggio delle mani, ha informato Haq. Ancora, nel nord del Paese si stanno compiendo sforzi per contenere la diffusione del colera attraverso la disinfezione delle latrine e delle abitazioni e la distribuzione di trattamenti preventivi. Resta comunque «urgentemente necessario» un «ulteriore sostegno per rafforzare la risposta sanitaria pubblica e prevenire nuovi focolai tra le persone più vulnerabili del Paese».
1° agosto 2025
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