Lo scrittore israeliano David Grossman denuncia pubblicamente il genocidio a Gaza, rompendo il silenzio in un momento storico delicato. Il suo intervento, anziché essere accolto con rispetto, ha scatenato violente critiche da parte di frange estremiste che lo accusano di ipocrisia e tardività. Il caso Grossman diventa simbolo di un clima ideologico tossico, dove la purezza ideologica prevale sul discernimento e la possibilità di dialogo si dissolve in una polarizzazione sterile

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