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Sabato 2 Agosto 2025 20:08

Tor Vergata si riempie di giovani, aspettando Leone



I gruppi di pellegrini del Giubileo sono arrivati da tutta Roma. Zaini, stuoini e sacchi a pelo, hanno riempito l'area della spianata dalle 9 del mattino. Complessivamente, circa 1 milione. Alle 14 è iniziata la festa. «Qui c'è the world»

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Si sono svegliati all’alba e si sono messi in cammino. Direzione: Tor Vergata. Obiettivo: arrivare presto per occupare i posti migliori e riuscire a salutare Papa Leone XIV al suo passaggio. I cancelli per accedere all’immensa spianata sono stati aperti alle 9 di questa mattina, 2 agosto, ma già dalle 7 gruppi di giovani con zaini, stuoini e sacchi a pelo erano in attesa ai tornelli. Una volta raggiunto il proprio settore si sono sdraiati per terra perché era «necessario risparmiare le energie fino a domani», spiega Susanna, seminascosta sotto un telo da mare con una estremità legata alle transenne e l’altra fermata a terra per creare un po’ di ombra. Mentre sul palco si sistemavano le ultime cose e gli artisti facevano il soundcheck, i ragazzi, in attesa dell’inizio della festa, hanno chiacchierato, cantato brani di musica italiana diffusi dai cellulari, scattato decine di fotografie.

Il settore immediatamente davanti al palco è stato occupato da un nutrito gruppo di giovani coreani. «Vogliamo essere pronti per la Giornata mondiale della gioventù che si terrà a Seoul nel 2027 – afferma Hyun Geo, 20 anni-. Per questo Giubileo sono arrivati centinaia di migliaia di ragazzi, in Corea saremo ancora di più e vogliamo che tutto sia perfetto». Il viaggio in Italia è stato preceduto da una lunga preparazione, simile a quanto stanno facendo per la prossima Gmg. «Partecipiamo alla Messa del mattino e a veglie di preghiera – prosegue la ragazza -, stiamo organizzando riunioni preliminari e abbiamo colto l’occasione delle giornate romane per conoscere altri pellegrini di tutto il mondo». La 30enne Jiyong Park si dice «onorata di aver avuto l’opportunità di partecipare a queste giornate di grande festa per i giovani cattolici di tutto il mondo. In qualità di giovani asiatici non è semplice stare qui, la lingua è un ostacolo. Speriamo che questi eventi ci consentano di far conoscere il cattolicesimo asiatico».


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Dalle 14 è iniziata la festa e i ragazzi, circa un milione secondo quanto detto dal presentatore Rudy Zerbi, hanno ballato con i World Youth Dance, cantato in coro “We are the world” intonata dagli Alleluya Malawi Band, accompagnato al ritmo delle mani i The Sun, ascoltato con attenzione le testimonianze e accolto con un boato Papa Leone arrivato in elicottero, atterrato a Tor Vergata alle 19.25. «Qui c’è the world» riflette Lisa guardandosi intorno. Con la musica in sottofondo, i ragazzi si sono scambiati magliette, spille, si sono fatti firmare t-shirt e cappellini.

Dalla diocesi di Bari arriva Federico, 20 anni, che ha deciso di partecipare perché un’esperienza simile «fa maturare e crescere nella fede. Non solo, anche a livello personale si ha l’opportunità di conoscere tante culture e tradizioni e riflettere su come gli altri popoli vivono la fede». Sara ha 16 anni e appartiene alla diocesi di Massa Carrara. È stata ben contenta di «rinunciare a una settimana di mare per fare questa nuova esperienza. È anche il modo per sperimentare i propri limiti. La fatica si sente ma viene superata dall’atmosfera di fraternità che si respira. Sembra una grande famiglia. Gli adulti spesso dicono che sono sempre meno i ragazzi di fede, credo che l’affluenza di oggi sia la miglior smentita».


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Alcuni ragazzi hanno già fatto l’esperienza della Gmg di Lisbona nel 2023, un appuntamento «simile e diverso allo stesso tempo – dichiara Federico, 19enne di Grosseto -. L’evento portoghese mi ha segnato tanto dal punto di vista spirituale e fisico ma lo rifarei all’infinito. Lì forse era maggiore il respiro mondiale, qui ho incontrato molti più italiani ma penso comunque che siano esperienze da fare una volta nella vita, anche se non credente». Gli fa eco Gabriele, 16 anni, guardandosi intorno. «Come si può non amare la bellezza di tutto questo? – si domanda -. Persone che non si conoscono, che provengono da luoghi tanto differenti tra loro, che hanno affrontato lunghi viaggi e sono qui uniti dalla stessa fede in Dio. Se penso al futuro e alla speranza la risposta la trovo nei volti di quanti hanno “invaso” Roma in questi giorni».

Camminando tra i settori dell’area il palco diventa sempre piccolo in lontananza ma l’entusiasmo sale. «Quanto manca all’arrivo del Papa?», chiede quasi a cantilena una ragazza. Alcuni giovani riflettono che nel giro di due anni hanno vissuto la Gmg con Papa Francesco e il Giubileo con Leone, «un Papa tutto da scoprire del quale attendiamo il discorso con ansia». Davide, 20enne della diocesi di Brescia, da Bergoglio ha imparato «la semplicità dei piccoli gesti e l’amore per gli ultimi», e da Prevost si aspetta «una grande sorpresa e parole forti sulla pace. Torniamo a casa come pellegrini di speranza e messaggeri di pace». Da Brescello, il paese di Peppone e don Camillo, nella diocesi di Reggio Emilia e Guastalla, arriva Eleonora, 26enne che non dimenticherà mai il “seguimi” di Lisbona e alla Chiesa di oggi chiede di «essere più presente anche negli ambienti di lavoro. Sarebbe bellissimo ritrovare tutti questi fratelli, questo senso di comunione anche in ufficio».


(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Veglia e Messa saranno animate dal coro e dall’orchestra della diocesi di Roma, diretti da monsignor Marco Frisina. Tra gli artisti, il debutto alla batteria del piccolo Valerio, 7 anni, che, come spiegano mamma Arianna e papà Filippo, «ha imparato prima a suonare la batteria che a camminare». Deve frequentare la seconda elementare e se gli si chiede se è emozionato a suonare davanti al Papa risponde schietto: «Il giusto». All’arrivo del Papa per la veglia l’orchestra ha suonato un medley degli inni delle Gmg mentre per domani Frisina, che dirigeva il coro anche 25 anni fa per la Gmg con Giovanni Paolo II, ha composto un’apposita Messa che «sarà intensa e gioiosa al tempo stesso – afferma -. È meraviglioso dare speranza ai giovani con la musica. Essa infonde speranza, unisce le persone più lontane e abbatte ogni muro».

2 agosto 2025

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