Sabato 2 Agosto 2025 23:08
Leone al popolo dei giovani: «Quanto ha bisogno il mondo di testimoni di giustizia e di pace!»


Il Papa è arrivato a Tor Vergata, pellegrino tra i pellegrini, percorrendo l'ultimo tratto a piedi. In mano, la croce dei pellegrinaggi giubilari. Ha risposto alle domande dei ragazzi. E ha indicato la strada: «Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù»
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Pellegrino tra i pellegrini. È scomparso per qualche secondo, Papa Leone. Il suo volto nascosto dietro la croce. E quello di Cristo mostrato ai giovani di tutto il mondo. Si è fatto piccolo per mostrare loro la grandezza dell’unica «stella polare» da seguire «per costruire il futuro». L’ha alzata al cielo quando è arrivato sul palco. Quasi si confondeva con i ragazzi che lo hanno seguito. Il bianco della talare si è mischiato all’arcobaleno di colori delle magliette. Il sole stava tramontando proprio in quel momento. L’ultima luce del giorno, che però è sembrata l’alba di un nuovo giorno.

(foto: diocesi di Roma/Gennari)
C’erano un milione di giovani ad aspettarlo. Un milione di anime di 146 Paesi diversi assetati di dubbi, domande, insicurezze. Alla ricerca di una speranza da toccare finalmente con mano. Le risposte, il Papa, gliel’ha donate già dall’inizio. Da quando, sceso dalla Papamobile, ha percorso l’ultimo tratto a piedi, portando in mano la croce dei pellegrinaggi giubilari. Un gesto poi sigillato nell’eternità dalla strada che ha indicato loro: «Ascoltate la sua Parola, che è Vangelo di salvezza! – ha detto il Papa rispondendo alla domanda di un ragazzo statunitense -. Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano! Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo! Adorate l’Eucarestia, fonte della vita eterna! Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre al nostro fianco». Da qui, il suo mandato: «Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza! Ecco, carissimi giovani, il compito che il Signore Risorto ci consegna». E ha ribadito: «L’amicizia è una strada per la pace».

(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Il pontefice è arrivato a Tor Vergata intorno alle 19.20. Alla comparsa dell’elicottero bianco, si è sentito il primo boato dei ragazzi. Le mani di tutti indicavano in alto. Dopo pochi minuti, è atterrato sulla pista. Qualche momento di attesa e poi ha iniziato il giro tra i giovani con la papamobile. Il sole basso gli illuminava il volto, coperto da qualche ombra. Sorrideva raggiante mentre salutava i ragazzi che lo acclamavano. In tre di loro hanno condensato le domande che attraversano la loro vita. E le hanno rivolte al pontefice all’inizio della veglia, accompagnata dalla musica del coro diocesano diretto da monsignor Marco Frisina e dalle voci del trio “Il Volo”.

(foto: diocesi di Roma/Gennari)
«Come possiamo trovare un’amicizia sincera e un amore genuino che aprono alla vera speranza? – gli ha chiesto un giovane spagnolo – Come la fede può aiutarci a costruire il nostro futuro?». Secondo il Papa, «le relazioni con altre persone sono indispensabili per ciascuno di noi. «Vogliatevi bene tra di voi – ha aggiunto a braccio -. L’amicizia può veramente cambiare il mondo. L’amicizia è una strada per la pace». Il pontefice poi si è soffermato sul tema dei social. «Tra le molte connessioni culturali che caratterizzano la nostra vita, internet e i media sono diventati “una straordinaria opportunità di dialogo” – ha detto citando Papa Francesco -. Questi strumenti – ha spiegato – risultano però ambigui quando sono dominati da logiche commerciali e da interessi che spezzano le nostre relazioni in mille intermittenze!».

(foto: diocesi di Roma/Gennari)
In questo modo, secondo il Papa, le nostre relazioni diventano confuse, sospese o instabili. Perché «quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa uno strumento: sì, strumento di mercato, merce a sua volta. Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita buona». Il pontefice, dopo aver citato Frassati – «Vivere senza fede non è vivere, ma vivacchiare» – ha quindi esortato i ragazzi a seguire l’esempio anche di sant’Agostino, che «ha colto il profondo desiderio del nostro cuore anche senza conoscere lo sviluppo tecnologico di oggi». E l’ha trovato nell’amicizia con Cristo, che sta alla base della fede, e «non è solo un aiuto tra tanti altri per costruire il futuro: è la nostra stella polare». Quando le nostre relazioni riflettono questo intenso legame con Gesù, «diventano certamente sincere, generose e vere».

(foto: diocesi di Roma/Gennari)
La seconda domanda gliel’ha rivolta Gaia, una ragazza italiana. «Dove troviamo il coraggio per scegliere?». Per essere liberi, ha sottolineato il Papa, «occorre partire dal fondamento stabile, dalla roccia che sostiene i nostri passi. Questa roccia è un amore che ci precede, ci sorprende e ci supera infinitamente: l’amore di Dio». Perciò davanti a Lui «la scelta diventa un giudizio che non toglie alcun bene, ma porta sempre al meglio».

(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Qui Papa Leone XIV ha citato il discorso di san Giovanni Paolo II ai giovani di Tor Vergata venticinque anni fa – «È Gesù che cercate quando sognate la felicità» -, strappando un applauso. E ha ribadito che solo seguendo Lui «la paura lascia allora spazio alla speranza, perché siamo certi che Dio porta a compimento ciò che inizia». In questo senso, ha parlato del matrimonio, dell’ordine sacro e della consacrazione religiosa come «scelte radicali e piene di significato», perché «esprimono il dono di sé, libero e liberante, che ci rende davvero felici». Lo siamo «quando doniamo noi stessi – ha aggiunto a braccio -, quando doniamo la vita per gli altri».

Nella sua risposta, il pontefice ha chiesto a braccio di pregare per «Maria, 20 anni, spagnola, e Pascale, egiziana». Entrambe, ha detto, «hanno scelto di venire a Roma per il Giubileo dei giovani e la morte le ha colte in questi giorni». Poi ha aggiunto: «Chiedo le vostre preghiere anche per Ignazio Gonzales, ricoverato all’Ospedale Bambino Gesù». E il raccoglimento per loro si è sentito anche durante l’adorazione eucaristica che il Papa ha guidato alla fine della veglia. Il silenzio è calato su Tor Vergata. Tutti si sono inginocchiati davanti al Santissimo. Prima di andare via, Prevost ha salutato i giovani a braccio: «Mi raccomando, riposatevi un po’. Appuntamento a domani mattina per la Santa Messa. Buonanotte!».

(foto: diocesi di Roma/Gennari)
Prima della veglia, durante la mattinata e il pomeriggio, i giovani sono stati accompagnati da musica e testimonianze. Olimpia Iacono, medico internista dell’ospedale di Ischia, ha raccontato di aver imparato da un suo paziente che «essere amati vuol dire essere guardati per il proprio destino. E il destino di ciascuno di noi è Cristo». Mentre Gustavo Osterno, missionario brasiliano della Comunità Cattolica Shalom, ha detto di aver «riconosciuto in Gesù Cristo l’unico amore capace di compiere la mia vita». L’esperienza della conversione è stata invece al centro della testimonianza di Antoine Saint-Claire: «Lo sguardo di Gesù mi ha riempito d’amore e di pace. Da allora sono il più felice del mondo». Come lo sono stati stasera, un milione di giovani.
2 agosto 2025
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