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Domenica 3 Agosto 2025 11:08

Il “miracolo di Renata”, da una favela a Tor Vergata



Tra le voci dei tantissimi giovani che hanno passato la notte nella spianata in attesa della Messa con Leone, quella della giovane arrivata dal Brasile. «Mi sono sentita abbracciata dalla grazia». Le emozioni e le speranze dei ragazzi dopo la veglia

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Primissime ore del mattino. Il sole è appena spuntato. C’è chi è ancora nelle braccia di Morfeo. Chi si sta svegliando. Chi non si è mai addormentato. Neanche la pioggia improvvisa ha spento l’entusiasmo della «gioventù del Papa». Oltre un milione i ragazzi arrivati da 146 Paesi diversi. Una ragazza è in piedi già da parecchi minuti. Aspetta con trepidazione l’arrivo di Leone per la Messa. È appoggiata a una transenna. Ha gli occhi in contemplazione. Le sue mani stringono forte un rosario.

«La Madonna non è solo una madre per me. È anche una migliore amica. Senza di lei non sono niente. È il mio ponte per il Signore». Si chiama Renata, ed è brasiliana. Ancora non ci crede di essere arrivata a Roma. È la sua prima esperienza all’estero. «Abito in una favela di Rio de Janeiro – racconta -. Non c’erano le condizioni per poter viaggiare. Ma i miracoli a volte accadono». Il suo cuore è ancora colmo di gioia per la veglia vissuta insieme al pontefice. «Mi sono sentita abbracciata dalla grazia. Il Papa mi trasmette una grande energia. Ha un cuore santo. Durante l’adorazione ho percepito la presenza dello Spirito Santo».

Nel settore di fronte c’è Veronica, spagnola di Madrid. «Non sono riuscita ad addormentarmi, tanto ero presa dalle emozioni. Così sono andata a fare un giro per vedere dove sarebbe passato il Papa». Della veglia le sono rimaste impresse le frasi del pontefice sull’amicizia. «È davvero una strada per la pace. Basta guardarsi intorno. La maggior parte dei giovani sono arrivati qui con i loro amici. Per me l’amicizia significa innanzitutto che qualcuno mi ha scelto per tutta la vita». La sua fede, aggiunge, si è rafforzata un anno fa. «Ho dovuto affrontare diversi lutti improvvisi. Ma questo mi ha fatto consolidare molto di più il mio rapporto con il Signore. Non ho mai smesso di dubitare del suo amore».

Nel frattempo, i raggi del sole cominciano a scaldare sempre di più la spianata di Tor Vergata. Tutti aspettano con trepidazione il Papa, che arriva intorno alle 7.30 e inizia il giro in papamobile. Seongmee, giovane sudcoreana, è seduta nelle prime file ed è prontissima per salutarlo. Nell’attesa, i suoi amici la prendono in giro scherzosamente. Durante la notte, non si è minimamente resa conto dell’acquazzone improvviso. «Mi sono addormentata profondamente – racconta -. I miei compagni mi hanno coperta con alcuni teli. Grazie al loro aiuto ho potuto dormire molto bene». Da novembre scorso, ha iniziato a fare la volontaria per preparare la Gmg di Seul. «Ieri sera ho cercato di stringere la mano al Papa per dirgli: “Ci vediamo tra due anni in Corea”, ma non ci sono riuscita perché ero troppo lontana. Mi auguro che la fede nel nostro Paese possa crescere sempre di più». Il suo momento preferito del Giubileo? «L’adorazione. Mi sono sentita molto in connessione il Signore. So di essere figlia di Dio, ma ieri sera ho sentito che mi stava chiamando ancora più intensamente. Quando ho visto il Santissimo, ho quasi pianto a dirotto. È stata una serata che non dimenticherò mai».

Anche David la porterà sempre nel cuore. È arrivato da Ayacucho, in Perù. Le sue emozioni si toccano con mano. «Da Roma porto via con me bei ricordi e nuovi amici che ho incontrato. Non immaginavo che avrei conosciuto così tante persone». Si è emozionato molto, racconta, quando ha visto il Papa. È come se fosse uno di noi – sottolinea -. Ha svolto la sua missione con tutto il cuore fin dall’inizio. Ci ha riempito di gioia quando ci ha salutato dalla loggia delle benedizioni. Sarà per sempre peruviano».

Il suo entusiasmo fa il paio con quello di Gabriele, originario di Romentino, in provincia di Novara. «Tornerò a casa con la consapevolezza che Dio è vicino ai giovani. Siamo noi che dobbiamo avere fiducia in Lui. Come ci ha detto il Papa, dobbiamo aspirare alla santità, non dobbiamo accontentarci». L’eredità di Tor Vergata 2025 è stata raccolta.

3 agosto 2025

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