Venerdì 8 Agosto 2025 16:08
Metro D: a sud non convince ancora, ma con poco diventa super

di Paolo Arsena e Corrado Cotignano Sono affiorate novità sul tracciato, e torniamo a parlare di Metro D. Lo facciamo anzitutto riscontrando con piacere che il nostro apporto propositivo non è caduto nel vuoto: avevamo evidenziato un chiaro problema di copertura nel quadrante sud, lasciato irrisolto dal PUMS, e il tema è stato raccolto e […]
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Metro D: a sud non convince ancora, ma con poco diventa super
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di Paolo Arsena e Corrado Cotignano
Sono affiorate novità sul tracciato, e torniamo a parlare di Metro D. Lo facciamo anzitutto riscontrando con piacere che il nostro apporto propositivo non è caduto nel vuoto: avevamo evidenziato un chiaro problema di copertura nel quadrante sud, lasciato irrisolto dal PUMS, e il tema è stato raccolto e affrontato, cogliendo nella sostanza
i suggerimenti
, sia pure con modalità ed esiti differenti.
Ci pare però che il processo, pur migliorando la versione precedente, non abbia, a nostro avviso, ancora raggiunto il risultato ottimale.
Desideriamo dunque approfittare per proseguire un’interlocuzione che ci auguriamo utile. E lo facciamo anzitutto adeguando le nostre istanze alle linee guida individuate dai progettisti.
Desideriamo dunque approfittare per proseguire un’interlocuzione che ci auguriamo utile. E lo facciamo anzitutto adeguando le nostre istanze alle linee guida individuate dai progettisti.
Riprendiamo l’analisi del tracciato da nord a scendere, soffermandoci sulla porzione meridionale.
La tratta da Ojetti a Nemorense appare consolidata e senza particolari criticità. Ribadiamo però la necessità di offrire al capolinea di Nomentana GRA la possibilità di un prolungamento a Casal Monastero, passando per Torraccia. È importante fornire alla periferia (quando possibile, come in questo caso) più opzioni di movimento: la città si sposta sempre più ai suoi margini e compito del trasporto pubblico è quello di metterli al centro della propria azione, mantenendo l’opportunità di uno scambio gomma-ferro nelle vicinanze del GRA.
Circa il tracciato centrale (Nemorense-Fermi) non vediamo ancora certezze, tranne che scambierà con la C a Venezia: non sappiamo se passerà a Fiume e Barberini, a Galleria Borghese, Spagna e S.Silvestro, magari con la variante di Porta Pinciana/Spagna che abbiamo suggerito. Tra le varie combinazioni possibili, l’unica da scongiurare resta quella emersa nella precedente ipotesi di tracciato: Galleria Borghese-Barberini. Sommare assieme le rinunce al forte attrattore di piazza Fiume e al passaggio nel cuore del tridente storico (San Silvestro) si rivelerebbe un grosso depotenziamento della tratta.
Torniamo a segnalare inoltre, sempre nel percorso centrale, l’utile variante rispetto al tracciato di viale Trastevere, che interrompe la lunga sovrapposizione ai binari del tram (4 chilometri): con due fermate si possono servire
Torniamo a segnalare inoltre, sempre nel percorso centrale, l’utile variante rispetto al tracciato di viale Trastevere, che interrompe la lunga sovrapposizione ai binari del tram (4 chilometri): con due fermate si possono servire
l’imbocco di via Giulia e piazza Trilussa
, nonché piazza San Cosimato
, allargando così la copertura del ferro ad altre zone di grande richiamo.Veniamo dunque alla tratta sud.
I progettisti hanno colto l’esigenza di servire l’ampia area a sud dell’EUR, altrimenti condannata a restare nel limbo della rete trascurata dal ferro.
Lo fanno con una diramazione della linea B, mantenendo la D orientata a est.
I progettisti hanno colto l’esigenza di servire l’ampia area a sud dell’EUR, altrimenti condannata a restare nel limbo della rete trascurata dal ferro.
Lo fanno con una diramazione della linea B, mantenendo la D orientata a est.

Lasciata così, questa soluzione mantiene cinque gravi criticità, cui però si potrebbe ovviare in modo semplice. Ecco le criticità.
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Sfioccare la B a Eur Magliana, significa nuocere al cuore dell’Eur, dimezzando le frequenze proprio per la meta ultima, quella più gettonata, del servizio. Si rischia insomma di replicare l’errore della diramazione a Bologna, che ha penalizzato soprattutto la stazione Tiburtina, come abbiamo scritto nellanota dedicata alle diramazioni e alle periferie. Occorre considerare che le distanze dilatate dalla conformazione dell’EUR, relegano Eur Magliana a stazione periferica, piuttosto lontana dalle residenze e da tutte le diffuse attività terziarie della zona, quindi poco attrattiva.
- Il tracciato prescelto per scendere verso Spinaceto in alcuni punti resta troppo vicino alla ferrovia Roma Lido. Occorre tenere presente che quella linea ha svariate potenziali fermate da aggiungere, oltre a quelle già previste, tutte necessarie e facili da realizzare. Fermate che capterebbero molti più agglomerati rispetto ad oggi, compresi il Torrino e Mezzocammino, dove è situata Cavaceppi (abbiamo indicato quicome poter esercitare un servizio più capillare e uno express sulla Metromare).
- Quel tracciato non va a servire il versante dei nuovi grattacieli EuroSky e Europarco, che è decisamente il più denso di abitazioni e ricco di uffici (ministero della salute, ufficio scolastico regionale, città metropolitana).
- Nel complesso, la soluzione emersa copre meno di quella che avevamo proposto, trascurando Fonte Ostiense, il Laurentino 38 e Fonte Laurentina.
- E infine si perde l’occasione di diramare anche la Metro D: ogni nuova linea metropolitana dovrebbe prevedere una biforcazione terminale (in zona periferica, così da non togliere frequenze al tronco portante) in modo da estendere i benefici di una stessa infrastruttura a più margini della città.

Ma, dicevamo, si può ovviare facilmente. Senza particolari stravolgimenti, con poche modifiche si ottiene un esito soddisfacente.
- Per compensare l’EUR, la diramazione della B dovrebbe orientarsi verso il PalaEur, così da prevedere due fermate aggiuntive in punti importanti del quartiere, per poi riallacciarsi al tracciato che avevamo proposto. L’Eur dunque sarebbe ben coperto dall’insieme dei due rami, per proseguire poi su un itinerario che serve meglio il Torrino in simbiosi con le potenzialità della Metromare, rimanendo a distanza dalla linea per Ostia, così da mantenere intatta l’estensione potenziale raggiungibile dalla rete del ferro. Ad esempio la zona di piazzale Cina può essere servita adeguatamente dalle due fermate proposte Torrino Sud (sulla Metromare) e Mostacciano (sulla estensione della B modificata).

- La D invece, mantenendo il tracciato prescelto, può aggiungere un braccio da Agricoltura verso sud, intercettando i quartieri rimasti privi di copertura.

Lo schema risultante da questo processo di progressivo aggiustamento riteniamo che centri tutti gli obiettivi. È forse il miglior esito auspicabile per il quadrante meridionale.
E dimostrerebbe ancora una volta che l’interazione tra la competenza degli uffici e un’oculata ricezione di stimoli provenienti dall’esterno, è quanto di più prolifico per pianificare la città.
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