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Lunedì 11 Agosto 2025 07:08

Cartelloni a Roma: Gualtieri azzera la riforma del 2014 e fa riscrivere le norme alle ditte pubblicitarie

Dopo 4 anni di nulla, l'amm.ne capitolina propone nuove regole che aumentano gli impianti e danno più poteri ai privati, prorogando la Cartellopoli attuale per altri 10 o 20 anni

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Cosa pensare di un’amministrazione capitolina la cui giunta approva la riforma complessiva di un settore il 31 luglio e chiede ai municipi di esprimersi entro i 30 giorni canonici che, guarda caso, coincidono con la chiusura estiva dei municipi stessi?

Questo è quello che è accaduto con la nuova proposta di deliberazione dal titolo: “Disposizioni regolamentari e di pianificazione in materia di esposizione pubblicitaria e di pubbliche affissioni”, con la quale l’amministrazione Gualtieri annulla tutto quanto fatto negli ultimi undici anni in materia di cartelloni, a partire dall’approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari nel 2014 nella consiliatura di Ignazio Marino.

Dopo l’improvvisa caduta dell’amministrazione Marino, la sindaca Raggi sostanzialmente ignorò la riforma, prostrandosi evidentemente alle richieste delle ditte pubblicitarie di lasciare lo status quo anziché fare gli interessi della città, pur procedendo con l’approvazione dei cosiddetti “piani di localizzazione“, ossia la previsione precisa del numero, tipo e luogo di tutti gli impianti pubblicitari da prevedere a Roma; ma di gare per mettere a bando i circuiti degli impianti non si parlò mai.

L’amministrazione Gualtieri aveva la possibilità di procedere velocemente con le gare, sistemando una volta per tutte i cartelloni a Roma, con maggiori incassi per il Comune, maggior decoro e sicurezza ed anche la possibilità di pagare con gli impianti servizi come le toilette pubbliche o il bike sharing, come già avviene da decenni nelle maggiori città europee (ad esempio Parigi, ma anche Milano).

Ma con la scusa di una modifica legislativa nazionale che nel 2020 ha modificato il sistema di tariffazione, l’attuale amministrazione ha deciso che non è più possibile mettere a gara gli spazi pubblicitari sulla base della riforma del 2014 e che è dunque necessaria una sua revisione complessiva.

Le associazioni dei cittadini che da anni si battono per una sistemazione definitiva della questione “cartelloni”, e noi tra loro, hanno proposto all’amministrazione delle soluzioni per ovviare ai problemi della nuova tariffazione, ma esse non sono state neanche considerate.

È curioso come quando c’è da portare avanti progetti con consistenti interessi di privati, ad esempio il termovalorizzatore, si riescono a fare salti mortali per superare gli innumerevoli ostacoli che emergono di continuo, mentre quando c’è da tutelare l’interesse pubblico, a scapito forse degli interessi di qualcuna delle piccole lobby romane, ogni scusa è buona per dare un calcio alla lattina, mantenere lo status quo e spostare la soluzione del problema alle calende greche.

 

Perché questa è la sostanza della nuova proposta della giunta capitolina: azzerare tutto il pregresso e ripartire con una normativa che, ad esempio, ripristina gli aboliti e brutti grandi formati per gli impianti (mt. 4×3 e 6×3) e aumenta la superficie espositiva complessiva rispetto ai Piani di Localizzazione già approvati (quindi il 25% di riduzione sbandierato dall’amministrazione Gualtieri è un peggioramento rispetto al 56% di riduzione previsto dai Piani). Inoltre viene anche data la possibilità ai privati di intervenire nella pianificazione degli impianti, come se l’esperimento di Alemanno nel 2009 non avesse insegnato nulla (fu quella scellerata deregolamentazione che produsse il fenomeno “Cartellopoli” a Roma).

 

Nei prossimi giorni entreremo nel merito del provvedimento, illustrandone nel dettaglio quelle che a nostro avviso sono le maggiori criticità, ma fin d’ora non possiamo che censurare il metodo seguito dall’amministrazione Gualtieri, che ancora una volta, come già aveva fatto in occasione del
nuovo regolamento OSP
, scrive le normative quasi come fosse sotto dettatura dei soggetti economici direttamente interessati, annichilendo il ruolo dei cittadini che provano ad ergersi come ultimi difensori dell’interesse pubblico.

Il ruolo preminente dato alle ditte pubblicitarie emerge dalle stesse premesse del provvedimento, come dal seguente estratto:

 



 

L’amministrazione presenta le proprie proposte ai diretti interessati, costoro rispondono con i loro contributi ed il risultato finale viene illustrato alle ditte. Si direbbe un percorso virtuoso, se non fosse che in questo processo partecipativo una possibile controparte, ovvero i cittadini che da decenni si occupano della materia a puro titolo di interesse pubblico, è stata completamente fatta fuori.

E dire che nel
febbraio 2023
noi e altre associazioni avevamo partecipato attivamente alla seduta della commissione commercio in cui sostanzialmente si stabilì il de profundis per la riforma del 2014, per cui l’amministrazione capitolina non può dire di non conoscerci.

Inoltre nel settembre 2023 incontrammo l’assessore Lucarelli sollecitandole la ripresa del percorso della riforma e ricevendo da lei la disponibilità a partecipare alle relative attività. La nostra disponibilità fu anche formalizzata in un’email che inviammo allo staff dell’assessore chiedendo di “… di partecipare al percorso che l’assessorato sta avviando per il completamento della riforma dell’impiantistica pubblicitaria a Roma.“, email che purtroppo rimase senza risposta né conseguenze future.

Se alcuni di noi ebbero un ruolo attivo nella scrittura della riforma del 2014 è perché nostro malgrado negli anni diventammo esperti della materia, ma se al tempo l’amministrazione Marino, con l’assessore Marta Leonori, pensò bene di approfittare di tali competenze, insieme ovviamente ad interloquire con le ditte pubblicitarie, oggi l’assessore Lucarelli appare aver deciso di far fuori completamente i cittadini dal processo partecipativo, noi così come tutti gli altri, e questo vuol dire dire ascoltare solo una parte, peraltro quella direttamente ed economicamente interessata, senza che qualcun altro disturbi tale operazione.

 

A ulteriore conferma della volontà di procedere velocemente con una nuova normativa dettata dalle ditte pubblicitarie, la proposta viene approvata a fine luglio e il parere dei municipi richiesto durante il periodo di chiusura estivo.

 

Un’altra pessima pagina dell’amministrazione Gualtieri, una mossa che seppur ci aspettavamo, come avevamo facilmente vaticinato ad
inizio 2023
, non di meno brucia per dover prendere atto ancora una volta che i sedicenti “democratici” che governano Roma sono in realtà alla merce’ della lobby di turno, ignorano sistematicamente le istanze dei cittadini e non si fanno problemi a lasciare la città nel degrado pur di mantenere le tante piccole rendite di posizione.

Stupisce come questa disastrosa impostazione non venga colta dai tanti entusiasti del sindaco Gualtieri, quelli che fanno la ola ad ogni suo video promozionale, così come rattrista che ormai ci sia la fila delle forze politiche a salire sul carro della rielezione di Gualtieri nel 2027.

 

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