Lunedì 18 Agosto 2025 16:08
Da Prisacina a Valea Cernei lungo la via Transilvanica a piedi in Terra Romana lungo la via Transilvanica
Da Prisacina a Valea Cernei lungo la via Transilvanica a piedi in Terra Romana lungo la via Transilvanica
Proseguiamo col nostro racconto del cammino lungo la Via Transilvanica, segmento Terra Romana, nel sud della Romania. Nel post precedente vi avevamo raccontato il cammino da Crușovăț a Prisăcina, qui potete leggere il racconto della tappa successiva che ci ha condotto da Prisăcina a Valea Cernei nei Carpazi occidentali, in un percorso di circa 13 chilometri, breve ma intenso, […]
Da Prisacina a Valea Cernei lungo la via Transilvanica a piedi in Terra Romana lungo la via Transilvanica
#cammini #via transilvanica #maria teresa natale #romania #terra romana
leggi la notizia su www.appasseggioblog.it/
Da Prisacina a Valea Cernei lungo la via Transilvanica a piedi in Terra Romana lungo la via Transilvanica

Proseguiamo col nostro racconto del cammino lungo la Via Transilvanica, segmento Terra Romana, nel sud della Romania. Nel post precedente vi avevamo raccontato il cammino
da Crușovăț a Prisăcina
, qui potete leggere il racconto della tappa successiva che ci ha condotto da Prisăcina a Valea Cernei nei Carpazi occidentali, in un percorso di circa 13 chilometri, breve ma intenso, che abbiamo percorso lentamente per goderci ogni istante di meraviglia.Col ricordo di Nistor e Joanna ben vivo nelle nostre menti, lasciamo a malincuore Prisăcina costeggiando il fiume omonimo. Ci troviamo nel cuore del Parco nazionale Domogled-Valea Cernei, immersi in una faggeta imponente: faggi altissimi, oltre i trenta metri, che sembrano sculture naturali e incutono rispetto a ogni passo.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
I faggi che incontriamo lungo il cammino sembrano una grande famiglia: i più vecchi e maestosi accanto ai più giovani e slanciati, come fratelli, sorelle e cugini.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
I loro tronchi, a volte segnati da incisioni di nomi o numeri, custodiscono tracce di vite e di memorie.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Costeggiamo il fiume per un lungo tratto: ora è poco più di un torrente, ma in primavera dev’essere certamente più ricco e impetuoso. Sul terreno, le foglie secche formano un tappeto marrone che crea un bel contrasto con il verde brillante dei giovani faggi. Il Prisăcina è un affluente del fiume Cerna, nei Monti Mehedinti. Lo incroceremo a fine giornata.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Lungo il sentiero incontriamo i resti di un rudere abbandonato, testimonianza di antiche tecniche costruttive: le pareti erano rinforzate con rametti paralleli ricoperti di argilla, una soluzione semplice ed efficace che sfruttava i materiali disponibili sul posto.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Più avanti, un cippo della Transilvanica ci sorprende: vi è scolpito un serpente (vedi timbro della tappa), che rimanda alla presenza nella regione della vipera dal corno (Vipera ammodytes). Presente in diverse zone dell’Europa sud-orientale, inclusa la Romania, questa specie è facilmente riconoscibile per la caratteristica protuberanza carnosa sul muso e per il disegno a zig-zag lungo il dorso. Velenosa, ma anche affascinante. La probabilità di incontrarla è davvero minima, ma io, per sicurezza, a differenza dei miei compagni di viaggio, preferisco sempre camminare con il bastoncino in mano!

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
In località Ineleț, uno dei luoghi più isolati del nostro cammino, il sentiero si anima di piccoli segni di vita quotidiana: su tavolini improvvisati troviamo vasetti di marmellata e altri prodotti, oppure oggetti lasciati a terra con un contenitore per il denaro. In alcuni casi, la popolazione locale vive ancora di baratto, lasciando i propri beni in cambio di ciò di cui ha bisogno. Noi scegliamo un vasetto di marmellata di mirtilli: un piccolo gesto che ci mette in contatto diretto con chi abita queste zone remote.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Proseguiamo quindi lungo il sentiero, rimanendo all’ombra degli alberi, dove l’aria è fresca e piacevole, mentre fuori, al di là della foresta, il sole picchia cocente.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
E all’improvviso il bosco si dirada, gli alberi si interrompono e davanti a noi si apre un panorama incantevole: una distesa di monti senza fine che sovrastano la valle della Cerna.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Un’indicazione ci porta verso una casa: lì ci accoglie un’anziana signora velata, Iluana. Non può offrirci il caffè, perché è sola, ma ci porge dell’acqua con un sorriso. Quando le chiediamo una foto, inizialmente si schermisce; poi rientra in casa e riappare con una bellissima camicetta ricamata a punto croce, probabilmente realizzata da lei stessa, con la pazienza dei gesti antichi. Le mostriamo la foto di Nistor e Johanna, i nostri ospiti di Prisăcina: sorride, li conosce bene, qui tutti si conoscono.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Proseguiamo e incontriamo un piccolo agglomerato di casette. Qui, in montagna, non esistono veri e propri villaggi: solo nuclei sparsi di poche abitazioni, dove per secoli gli abitanti hanno vissuto in quasi completa autosufficienza.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Più avanti, il nostro sguardo viene catturato da uno sticker con un carro armato e la scritta “30 ani – Decembrie 1989” all’altezza di un edificio . Un piccolo dettaglio che richiama un passaggio decisivo della storia rumena: la Rivoluzione del dicembre 1989, che pose fine al regime comunista di Nicolae Ceaușescu. Le proteste ebbero inizio a Timișoara, il 16 dicembre, e furono represse con estrema violenza dall’esercito, causando decine di vittime. In pochi giorni le manifestazioni si diffusero a Bucarest e in altre città, culminando il 22 dicembre con la fuga di Ceaușescu e, poco dopo, la sua esecuzione insieme alla moglie Elena. Quel dicembre segnò la fine di una dittatura e l’inizio di una nuova fase per il paese, che oggi ancora porta le cicatrici e le memorie di quei giorni. Vedere questo adesivo lungo la via, in un villaggio remoto dei Carpazi, ci ricorda come la storia recente sia ancora viva nella memoria collettiva, tramandata anche attraverso simboli semplici e quotidiani.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Il paesaggio è incantevole: i covoni nei campi, le nuvole in movimento e le cime dei monti sembrano non aspettare altro che di essere fotografati, componendo scenari di una bellezza sorprendente.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Raggiungiamo quindi la chiesa di Scărișoara a Ineleț, costruita nel 1973 per servire le comunità disperse nei villaggi della valle. Prima, gli abitanti erano costretti a percorrere decine di chilometri per raggiungere Bogâltin o Băile Herculane per messe, battesimi, matrimoni, funerali. La chiesa, in muratura di pietra e legno, è rivestita di lamiera per resistere alle abbondanti nevicate invernali, che qui raggiungono i due o tre metri. Accanto, un piccolo cimitero custodisce le memorie della comunità, protetto dai gigli di San Giovanni che sbocciano attorno alle tombe. Nelle fotografie dei defunti riconosciamo le donne con il velo tradizionale e gli uomini con la caratteristica căciulă, il copricapo invernale.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Un altro cippo ci sorprende con la scritta “Forest lives matter”: un messaggio che ricalca lo slogan internazionale “Black Lives Matter”, nato negli Stati Uniti per denunciare il razzismo sistemico e le violenze contro la popolazione afroamericana. Qui lo slogan viene adattato a difesa delle foreste: un invito forte a riflettere sull’importanza della natura e sulle minacce che la insidiano..

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
L’ultimo tratto è in discesa, scoperto e assolato. Il caldo si fa sentire, e in alcuni punti la pendenza richiede attenzione per non scivolare. Ancora una volta compare sui nostri telefonini un messaggio della protezione civile, che ci invita alla prudenza. L’aria è così afosa che il cielo comincia a scurirsi: un temporale estivo si sta preparando. Allunghiamo il passo per non farci sorprendere e, giusto in tempo, raggiungiamo Valea Cernei, dove troviamo ristoro in un’accogliente guest-house sulla sponda sinistra del fiume Cerna.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
La serata si conclude con due incontri: una coppia di tedeschi in motocicletta, in viaggio attraverso il sud della Romania (migliaia di chilometri in pochi giorni, un viaggio molto diverso dal nostro lento cammino), e una cena gustosa a base di carne, verdure e funghi, e i deliziosi papanași, tipici dolci rumeni.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Di questa tappa riportiamo con noi il sorriso di Iluana nella sua elegante camicetta, le effigi degli anziani nel cimitero attiguo alla chiesetta di Scărișoara e la discesa a valle verso il fiume Cerna, poco prima del temporale, oltre ai familiari cippi scolpiti in andesite, che ci hanno accompagnato chilometro dopo chilometro.

Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA
Se lo desideri, puoi leggere la prosecuzione del racconto che illustra la tappa
da
Valea Cernei a Obârșia-Cloșani.[Maria Teresa Natale, itinerario percorso il 7 luglio 2025]

Informazioni utili:
- Sito web della Via Transilvanica
- Alloggio a Valea Cernei: Guesthouse Valea Cernei,cell. 0040744771900 (Whatsapp)
Da Prisacina a Valea Cernei lungo la via Transilvanica a piedi in Terra Romana lungo la via Transilvanica