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Lunedì 25 Agosto 2025 07:08

Metro A: bisogna rivoluzionare l’accessibilità

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Roma è ancora lontana, per molti motivi, dall’essere una città a misura di disabile. Dalle automobili parcheggiate sugli scivoli stradali ai marciapiedi distrutti, la Capitale non è accessibile anche nei servizi di trasporto pubblico portanti.


Parliamo soprattutto della metro A e, per certi versi, anche della linea B che tutt’oggi hanno delle barriere architettoniche interne non superate.


Sulla linea A le stazioni di Vittorio Emanuele, Repubblica, Barberini e Spagna sono del tutto prive di ascensori e montascala, rendendo queste stazioni centralissime non utilizzabili ai Passeggeri a Mobilità Ridotta (PMR). A queste si aggiungono altre 14 stazioni (Ottaviano, Lepanto, Flaminio, Manzoni, Ponte Lungo, Colli Albani, Arco di Travertino, Porta Furba, Numidio Quadrato, Lucio Sestio, Giulio Agricola, Subaugusta, Cinecittà e Anagnina) dove sono presenti dei montascale che Atac gestisce solo su prenotazione degli stessi utenti: ciò rende il servizio della metro A estremamente scomodo da utilizzare, se non impossibile per gli ignari turisti in visita alla Capitale. Per far fronte a questa mancanza di personale, visto che questi dispositivi possono essere azionati solo se la stazione è presenziata, Atac ha potenziato grazie ai fondi giubilari i turni a garanzia delle stazioni, prevedendo presidi fissi a Ottaviano, Lepanto e Flaminio che sono le più utilizzate. Oltre a ciò, tutti i montascala sono stati rinnovati, riducendo notevolmente i tassi di guasto.


Analoga modalità di prenotazione del servizio interessa le stazioni di Cavour, Colosseo e Circo Massimo sulla linea B, con le medesime scomodità.


Purtroppo, il rinnovo in corso delle stazioni della linea A ha visto una progettazione abbastanza superficiale e dal valore meramente estetico: possiamo dire senza dubbi che la chiusura di Spagna è stata in tal senso un’occasione persa per installare degli ascensori che, pur richiedendo dei tempi più lunghi di 80 giorni, potevano essere avviati durante il periodo di fermo della stazione. Un errore che rischia di ripetersi con Vittorio Emanuele, che presto chiuderà per analoghi lavori di rifacimento.


In generale chiediamo all’amministrazione capitolina di andare oltre a questa programmazione spot ed emergenziale del Giubileo, che ha portato ad altre opere con gravi carenze progettuali come la pedonalizzazione di via Ottaviano, e di affrontare il tema del rifacimento delle stazioni con un approccio olistico, che tenga conto di aspetti sostanziali come l’accessibilità.


L’obiettivo deve essere quello di superare anche l’utilizzo dei montascala, lenti e gestiti ancora a prenotazione, prevedendo l’installazione di ascensori su tutta la linea A e sulle tre stazioni centrali della linea B.


Oltre a questo, andrebbe completamente rivista la sezione accessibilità del sito di Atac, inserendo dei semafori per i PMR come fatto da ATM Milano e superando l’attuale tabella poco intuitiva. Una misura che potrebbe essere attuata nel brevissimo periodo.



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