Lunedì 1 Settembre 2025 11:09
L’appello delle religioni per Gaza: «Tacciano le armi. Siano liberati gli ostaggi»


Firmato dai leader della comunità religiose italiane, il documento «nasce dalla convinzione della necessità di favorire qualsiasi iniziativa di incontro per arginare l'odio e tessere la pace»
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L’appello delle religioni per Gaza: «Tacciano le armi. Siano liberati gli ostaggi»
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Si rivolge «alle istituzioni italiane, ai cittadini e ai credenti in Italia» l’appello interreligioso per la pace a Gaza, firmato dai leader delle comunità religiose italiane: il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei; Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei); Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia (Ucoii): il presidente della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis) Abu Bakr Moretta; Naim Nasrollah, presidente della Moschea di Roma; e l’imama Yahya Pallavicini, del Coreis. Un documento diffuso il 29 agosto, che «nasce dalla convinzione dell’improrogabile necessità di favorire qualsiasi iniziativa di incontro per arginare l’odio, salvaguardare la convivenza, purificare il linguaggio e tessere la pace. Responsabilità di singoli e di soggetti collettivi!», si legge nelle righe introduttive.
I firmatari parlano di un appello che «esprime il tanto che unisce, messo a dura prova da quanto sta accadendo, ma nella certezza che il dialogo deve trovare le soluzioni a quanto umilia le nostre fedi e resistere. Ciascuno di noi – primi firmatari – avrebbe certamente qualcosa da aggiungere per esprimere il dolore che proviene dalle rispettive comunità, nelle quali vi sono posizioni e convinzioni diverse, così come aspettative rispetto a determinati fatti e scelte. L’appello – proseguono – è aperto a quanti condividono questa preoccupazione unitaria che genera responsabilità comune, mettendo da parte, in questo documento, quanto divide, per rafforzare ciò che ci unisce, nello sforzo comune di capire il dolore e le ragioni dell’altro, generando un impegno rinnovato per trovare soluzioni giuste e durature per tutti». In modo particolare, «l’appello è aperto al “Tavolo delle religioni” che da tre anni si trova presso la sede della Cei nell’intento di cercare una “Via italiana del dialogo interreligioso”».
Il passaggio centrale del documento è l’affermazione che «nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi». Nel testo si denuncia quindi la «nefandezza di una propaganda che, sfruttando ingenuità e visceralità, ottenebra un discernimento sano e banalizza il senso profondo della nostra stessa umanità, inducendo a schierarsi l’uno contro l’altro, ma mai a favore del Bene». Di qui l’esortazione: «Incontriamoci tutti, incontriamoci subito – almeno in Italia -, vescovi, rabbini e imam, dalle varie regioni. Un incontro semplice, diretto, non convenzionale né confessionale, per testimoniare insieme una responsabilità comune. Una responsabilità che sappia trasmettere il messaggio autentico di pace, speranza, carità, fratellanza e giustizia dei discendenti di Abramo anche attraverso soluzioni concrete: auspichiamo che, sulla scia di questo messaggio, le nostre comunità religiose possano promuovere attività locali e nazionali, culturali e formative, con l’attivo coinvolgimento delle istituzioni nazionali e delle amministrazioni comunali».
Nelle ultime settimane, ricordano i firmatari del documento, ci sono già stati segni di speranza: «In alcune città italiane, religiosi ebrei, cristiani e musulmani hanno già trovato l’ispirazione e il coraggio per incontrarsi e confrontarsi, nella preghiera e nella fede certa che la Giustizia divina non si riveste delle barbarie cui l’umanità sembra oggi essersi assuefatta nella “normalizzazione del male”». È accaduto a Bologna, dove è stata diffusa la dichiarazione congiunta “Fermi Tutti”, firmata dal cardinale arcivescovo Matteo Zuppi e dal presidente della Comunità ebraica cittadina Daniele de Paz. Un appello ai credenti e ai cittadini a unire le proprie voci per reagire alla guerra in corso dentro la striscia di Gaza e gli attacchi su Israele: «Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti».
1° settembre 2025
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