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Mercoledì 3 Settembre 2025 10:09

Terremoto in Afghanistan: sale il bilancio delle vittime



I dati diffusi dal portavoce del governo talebano a 48 ore dal sisma: 1.411 i morti, 3.124 i feriti. Distrutte 5.412 case. Intanto proseguono le operazioni di soccorso, anche se la terra trema ancora nella regione orientale del Paese. Gli appelli alla comunità internazionale

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A 48 ore dal terremoto di magnitudo 6 che nella notte del 31 agosto ha devastato l’Afghanistan orientale, il portavoce del governo talebano aggiorna la conta delle vittime: 1.411 morti e 3.124 feriti. Distrutte 5.412 case. Colpito in particolare il territorio montuoso al confine con il Pakistan, dove numerosi villaggi sono stati rasi al suolo. Intanto proseguono le disperate operazioni di soccorso avviate dalle autorità locali e si scava, anche a mani nude, in cerca di sopravvissuti

Da Kabul, il coordinare della Nazioni Unite in Afghanistan Indrika Ratwatt ha definito «esponenziale» il tasso delle vittime, anticipando che «il numero delle persone colpite potrebbe arrivare addirittura a centinaia di migliaia», man mano che si raggiungono le aree rimaste ancora isolate. Al momento infatti, sia per la morfologia del territorio che per le frane prodotte dal sisma, la maggior parte delle zone abitate distrutte è raggiungibile solo per via aerea. E la terra trema ancora, sempre nella regione orientale del Paese: ieri, 2 settembre, a due giorni dalla scossa principale, si è registrato un nuovo terremoto di magnitudo 5,2, con epicentro a 34 chilometri a nord-est da Jalalabad, nella provincia di Nangarhar, a una profondità di 10 chilometri.

Appelli di sostegno urgente arrivano in queste ore alle comunità internazionale, da parte di ong e autorità locali. La Commissione europea ha già stanziato 1 milione di euro in finanziamenti umanitari d’emergenza e per i bisogni più urgenti della popolazione. In più, Bruxelles fornirà anche 130 tonnellate di forniture di soccorso provenienti dalle proprie scorte umanitarie: tende e materiali per rifugi temporanei, abbigliamento, forniture mediche e materiali per la purificazione dell’acqua. Saranno consegnate con due voli umanitari che dovrebbero arrivare a Kabul entro  la fine della settimana.

A mettere l’accento sulle esigenze dei bambini è Save the Children. «Hanno bisogno urgente di cibo, acqua e riparo», scrivono in una nota, spiegando che le squadre di soccorso «stanno lottando contro il tempo per salvare i feriti». Le squadre mediche mobili dell’organizzazione infatti sono impegnate in uno dei distretti più gravemente colpiti della provincia di Kunar. «Hanno dovuto camminare per 20 chilometri – riferiscono – per raggiungere i villaggi isolati dalle frane, trasportando attrezzature mediche sulle spalle con l’aiuto dei membri della comunità. Il personale medico lavora senza sosta per curare i feriti e aiutare a trasportare le persone alle ambulanze che non riescono a raggiungere i villaggi isolati». Nel frattempo, «le scosse di assestamento si susseguono continuamente, costringendo le famiglie a trasferirsi all’aperto, dove dormono senza riparo e lontano da case ed edifici che non sono costruiti per resistere a tali scosse», riferiscono i volontari. Secondo i primi rapporti delle Nazioni Unite, circa 12mila persone – di cui quasi la metà bambini – sono state colpite direttamente dal sisma del 31 agosto.

L’organizzazione interazionale sta lavorando per portare acqua potabile ai villaggi di Kunar, soprattutto nelle aree irraggiungibili con le autocisterne, oltre a fornire assistenza medica di emergenza e collaborare con i partner per valutare le esigenze urgenti. Sta anche allestendo un centro di assistenza all’infanzia, per fornire un supporto essenziale alla salute mentale dei bambini. Samira Sayed Rahman, direttrice Programmi e Advocacy di Save the Children in Afghanistan, parla di «corsa contro il tempo per salvare vite umane: per far uscire i feriti dai villaggi remoti isolati dalle imponenti frane e per fornire acqua potabile, cibo e riparo. Questi villaggi di montagna – spiega – sono difficili da raggiungere in tempi normali; ora molti sono raggiungibili solo a piedi, e ogni ora è preziosa. Le famiglie hanno un disperato bisogno di aiuto: chiedono ai nostri team sul campo di aiutarle a seppellire i familiari deceduti, di curare i feriti, di fornire acqua pulita e cibo, soprattutto ai bambini». Quando le case sono crollate, prosegue, «non sono andati persi solo tetti e muri: anche cibo, acqua, vestiti, pentole. Tutto è andato distrutto in pochi secondi. La situazione per i più piccoli è critica».

I team di Save the Children stanno supportando i bambini «ma sono in migliaia ad avere urgente bisogno di aiuto – sono ancora le parole di Rahman -. Chiediamo alla comunità internazionale di stanziare al più presto fondi di emergenza e di dare priorità ai bisogni dei minori nella risposta. Senza un’azione immediata e continua, i bambini affronteranno gravi minacce per la loro salute, sicurezza e benessere nei giorni e nelle settimane a venire».

3 settembre 2025

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