Domenica 7 Settembre 2025 09:09
Le pillole di Polly: recensione di “Groviglio di vipere” di François Mauriac
Molte persone, quando sentono che il loro tempo su questa terra sta per esaurirsi, desiderano...
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Molte persone, quando sentono che il loro tempo su questa terra sta per esaurirsi, desiderano andarsene in pace, lasciandosi odi e rancori alle spalle.
Tuttavia, quando l’animo è infestato da nodi di rancore, aggrovigliati in un allaccio inestricabile, neanche la certezza della fine imminente riesce a scioglierli.
È questo il caso di Louis, un uomo di sessantotto anni la cui salute è malferma al punto che passa quasi tutta la giornata rinchiuso nella sua stanza. Sa di avere i giorni contati, ma questa consapevolezza non addolcisce l’astio che prova nei confronti della moglie Isabelle e dei figli; al contrario, lo rafforza. Sì, perché il suo più grande rimpianto è stato quello di non essersi mai sentito amato dai familiari, colpevoli, dal suo punto di vista, di essergli stati vicino senza mai conoscerlo veramente e, soprattutto, senza mai concedergli un briciolo d’amore.
Così Louis, circondato dalle quattro mura della sua stanza, passa il tempo a rimuginare e ad escogitare il modo più crudele di vendicarsi di Isabelle, dei figli e perfino dei nipoti.
Certo, in cuor suo riconosce di essere stato il primo a non aver mai brillato per affetto nei confronti dei suoi parenti; in passato, sembrava che gli interessasse solo di accumulare soldi.
È stato un avvocato affermato, un principe del Foro famoso in Tribunale perché non perdeva una causa, e grazie alla sua carriera di denaro ne ha accumulato davvero tanto. Questo ha significato trascurare moglie e figli, ma a suo giudizio era inevitabile, e comunque nessuno di loro lo amava, quindi non meritavano il suo tempo.
In passato, a dire il vero, c’era stato qualcuno che gli aveva voluto bene per davvero: la madre, che lo venerava come un dio sceso in terra. Louis, tuttavia, che in vita sua non aveva desiderato altro che di essere oggetto di affetto, non aveva saputo ricambiare quello della madre, forse perché lo dava per scontato; e comunque, lei lo soffocava.
La verità è che, all’epoca, quello che lui desiderava veramente era l’amore di una donna, che si prendesse cura di lui e gli fosse fedele. Per un solo, breve momento della sua vita Louis aveva pensato di esserci riuscito: quando si era fidanzato con Isabelle, che lo amava, anche se lo dimostrava con la timidezza che era tipica di lei. In quel periodo, Louis aveva assaporato a piene mani la felicità, scoprendo quanto è dolce il suo sapore.
In seguito, però, lei gli aveva confessato di essere stata costretta a lasciare un suo primo fidanzato, malato di tisi. In Louis, il tarlo della gelosia era stato tale da fargli decidere che Isabelle non fosse sincera con lui. L’aveva sposata lo stesso, ma ormai il loro rapporto si era guastato. La stessa cosa è successa con i figli che ora, da adulti, passano tutta la giornata a cercare il modo di farlo interdire per non essere diseredati. Louis, dalla sua stanza da letto, non si perde una parola di quei discorsi, che quelle persone che sono sangue del suo sangue non si sono nemmeno dati la pena di fare in privato.
Così, si sente ribollire di rabbia. Ma il sapore della vendetta non sempre è dolce come si crede.
“Groviglio di vipere”, pubblicato nel 1932, è l’opera più famosa di François Mauriac, scrittore vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1952.
“Groviglio di vipere”, pubblicato nel 1932, è l’opera più famosa di François Mauriac, scrittore vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1952.
Il romanzo è scritto in forma di lettera aperta di Louis alla moglie e rappresenta una sorta di confessione, densa di accuse alla donna che, a suo giudizio, non aveva saputo amarlo.
I veri protagonisti del romanzo, così, diventano i sentimenti e i pensieri di Louis, che ripercorre le tappe più importanti della sua vita secondo il suo punto di vista, riuscendo finalmente a confessare l’immenso dolore che si porta dentro per non essere stato la persona che avrebbe voluto.
Così, quest’uomo all’apparenza arido e preoccupato solo dei soldi svela la sua interiorità complessa e travagliata, come è naturale per qualcuno che nel cuore nasconde un “groviglio di vipere”.
La grandezza di Mauriac è di aver saputo rendere il nodo all’apparenza inestricabile che avvelena l’animo del protagonista, mostrandolo in tutta la sua fragilità di essere umano. Tuttavia, Louis dimostra di saper riflettere sulla sua vita almeno quando questa sta per finire; questo, in un certo senso, lo rende grande, al contrario dei suoi figli, che mancano totalmente di questa capacità.
“Groviglio di vipere”, dunque, più che un dramma familiare è il dramma di un uomo solo e disperato.
Non era facile basare un intero romanzo sulla vita interiore di un uomo che nel suo cuore ha più luci che ombre, come ha fatto Mauriac. Forse, per riuscirci, bisogna vincere un Nobel.
Federica Focà