Domenica 7 Settembre 2025 14:09
Frassati e Acutis, «santi dei nostri giorni, innamorati di Gesù»


In piazza San Pietro la prima canonizzazione presieduta da Leone XIV. Il messaggio ai giovani: «Non sciupare la vita ma orientatela verso l'alto e fatene un capolavoro». In piazza centinaia di bandiere. «Festa per tutto il modo»
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Un forte invito ai giovani di oggi a seguire il cammino di santità attraverso la fede, la preghiera, la carità e l’offerta totale a Dio. Proprio come hanno fatto Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. E prima di loro san Francesco d’Assisi, sant’Agostino e centinaia di migliaia di uomini e donne accomunati dall’amore per Gesù e dall’impegno verso il prossimo. Perché «il rischio più grande della vita è quello di sprecarla al di fuori del progetto di Dio». Presiedendo le sue prime canonizzazioni, Papa Leone XIV, in una piazza San Pietro gremita di fedeli, ha spiegato che i due nuovi santi, elevati agli onori degli altari oggi, 7 settembre, sono un esempio e, riprendendo anche le loro parole, ha spronato i giovani «a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro».
Poco prima della celebrazione, il Papa ha raggiunto a sorpresa il sagrato per salutare e rivolgere a braccio «una parola» ai fedeli che urlavano “Leone”. «Buongiorno, buona domenica e benvenuti – ha detto -. Oggi è una festa bellissima per tutta l’Italia, per tutta la Chiesa e per tutto il mondo. Se da una parte la celebrazione è molto solenne, dall’altra è anche una grande gioia. È una benedizione del Signore trovarci insieme. È un dono di fede che vogliamo condividere», ha proseguito parlando alle migliaia di persone arrivate da diversi Paesi. Ha quindi esortato a disporsi alla celebrazione «con cuore aperto» con lo stesso sentimento che ha accomunato Frassati e Acutis, cioè «l’amore per Gesù, soprattutto per l’Eucaristia e per i poveri. Tutti noi siamo chiamati a essere santi».
Sulla facciata della basilica sono stati esposti gli arazzi con i ritratti dei due giovani laici. Leggermente mossi dal vento mentre il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del dicastero delle Cause dei santi, accompagnato dai postulatori, ha letto le biografie e, successivamente, quando Prevost ha recitato la formula di canonizzazione. A destra il volto sorridente di Carlo Acutis nella sua foto più celebre con la polo rossa e lo zaino in spalla, mentre passeggia a Castelluccio, un piccolo borgo umbro. A sinistra, invece, una foto in bianco e nero di Pier Giorgio Frassati in giacca e cravatta. Il vescovo di Roma ha ricordato che il primo, morto nel 2006 a soli 15 anni per una leucemia fulminante, ripeteva spesso: «Non io, ma Dio», mentre “l’uomo delle otto beatitudini”, come Giovanni Paolo II definì Frassati, terziario domenicano e membro dell’Azione cattolica, morto a Torino nel 1925 a 24 anni per una meningite, sosteneva che «se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine». Questa, per il Papa, «è la formula semplice, ma vincente, della loro santità. Ed è pure la testimonianza che siamo chiamati a seguire, per gustare la vita fino in fondo e andare incontro al Signore nella festa del Cielo».
Il Signore chiama ognuno di noi a buttarsi «senza esitazioni nell’avventura che Lui ci propone – le parole di Leone -, con l’intelligenza e la forza che vengono dal suo Spirito e che possiamo accogliere nella misura in cui ci spogliamo di noi stessi, delle cose e delle idee a cui siamo attaccati, per metterci in ascolto della sua parola». Le biografie di molti santi raccontano che da giovani hanno dovuto scegliere se seguire la fama e le ricchezze o mettersi alla sequela di Cristo. «A volte noi li raffiguriamo come grandi personaggi – ha riflettuto il pontefice -, dimenticando che per loro tutto è cominciato quando, ancora giovani, hanno risposto “sì” a Dio e si sono donati a Lui pienamente, senza tenere nulla per sé». Cammino intrapreso da Pier Giorgio e Carlo, «un giovane dell’inizio del Novecento e un adolescente dei nostri giorni, tutti e due innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui».
Frassati, che faceva parte anche della Fuci e delle Conferenze di San Vincenzo, ha testimoniato il suo incontro con Cristo «con la sua gioia di vivere e di essere cristiano nella preghiera, nell’amicizia, nella carità – ha dichiarato Leone -. Per lui la fede non è stata una devozione privata: spinto dalla forza del Vangelo e dall’appartenenza alle associazioni ecclesiali, si è impegnato generosamente nella società, ha dato il suo contributo alla vita politica, si è speso con ardore al servizio dei poveri». Carlo è cresciuto «integrando naturalmente nelle sue giornate di bambino e di ragazzo preghiera, sport, studio e carità. Entrambi hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti». Per loro erano prioritarie la partecipazione quotidiana alla Messa, l’adorazione eucaristica, la confessione frequente, il servizio al prossimo. Erano devoti ai santi e alla Vergine Maria. Hanno offerto tutta la vita al Signore, ha infine ricordato il Papa. «Perfino quando la malattia li ha colpiti e ha stroncato le loro giovani vite – ha concluso -, nemmeno questo li ha fermati e ha impedito loro di amare, di offrirsi a Dio, di benedirlo e di pregarlo per sé e per tutti».
Alla celebrazione hanno partecipato i genitori di Carlo, Andrea e Antonia, e i due fratelli, Francesca e Michele, la nipote di Frassati, Wanda Gawronska, la delegazione italiana, guidata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quelle provenienti dalla Gran Bretagna, dalla Polonia e dall’Ordine di Malta. In piazza centinaia di bandiere, tra le quali quelle di Brasile, Germania, India e dell’Azione cattolica. Accanto all’altare sono state esposti due reliquiari con un frammento di indumento usato da Frassati, e la reliquia del cuore del primo santo millennial permanentemente esposta nella cattedrale di San Rufino di Assisi. Una reliquia di san Carlo Acutis è stata anche donata a Prevost. Già da questa notte è scattato il piano di sicurezza interforze nell’area della basilica. L’accesso dei fedeli in piazza è stato consentito a partire dalle 6 attraverso trenta postazioni rapiscan e metal detector attive sotto al colonnato del Bernini. Schierato un gran numero di agenti di polizia e militari, dotati anche di dispositivi antidrone, e reparti a cavallo.
7 settembre 2025
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