Lunedì 8 Settembre 2025 13:09
Attentato a Gerusalemme nord: 6 i morti


Uccisi i due terroristi. Hamas: «Azione eroica». Il premier Netanyahu: «Feroce guerra contro il terrorismo su più fronti». L'ultradestra israeliana chiede lo smantellamento dell'Autorità nazionale palestinese
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Attentato terroristico questa mattina, 8 settembre, a Gerusalemme nord. Due uomini sono saliti su un autobus e hanno aperto il fuoco. Prima di essere uccisi da un soldato che si trovava sul posto, hanno fatto 6 vittime, tra le quali un uomo di 60 anni, tre di 30 e una donna di 50 anni, riferiscono i media locali, che parlano anche di una decina i feriti, di cui alcuni gravi. «Benediciamo l’azione eroica, una risposta naturale ai crimini dell’occupazione», scrive Hamas su Telegram, mentre su X il ministro israeliano di ultradestra Bezalel Smotrich chiede lo smantellamento dell’Autorità nazionale palestinese. «Lo Stato di Israele non può accettare un’Autorità nazionale palestinese che cresce ed educa i propri figli per uccidere gli ebrei -scrive -. L’Autorità nazionale palestinese deve scomparire dalla mappa e i villaggi da cui provengono i terroristi dovrebbero assomigliare a Rafah e Beit Hanoun». Il riferimento è alle città di Gaza ridotte in macerie nella guerra.
Sul posto è arrivato intanto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha fatto sapere di stare valutando la situazione insieme con i vertici della sicurezza nazionale. Il militare che ha neutralizzato i due attentatori, ha riferito, serve come comandante di squadra nella brigata Hashmonaim (Asmonea), la formazione composta da soldati haredi (ultraortodossi) combattenti, creata per integrare giovani della comunità ultraortodossa nelle Forze di difesa israeliane (Idf). «Siamo impegnati in una feroce guerra contro il terrorismo su più fronti – le sue parole -. Finora ci sono stati certamente dei successi, ma purtroppo non stamattina».
L’attacco arriva nel giorno in cui il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha esortato Hamas a rilasciare gli ostaggi e deporre le armi o a prepararsi ad affrontare la distruzione di Gaza e il suo stesso annientamento. Un «ultimo avvertimento», lo ha definito, arrivato poco dopo quello del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il rilascio degli ostaggi ancora detenuti a Gaza, sul quale si era detto fiducioso. «Avremo un accordo a Gaza molto presto», le sue parole. «Oggi un uragano devastante si abbatterà sui cieli di Gaza City e i tetti delle torri terroristiche tremeranno», ha affermato invece Katz, confermando che «l’esercito israeliano sta proseguendo le sue operazioni come previsto e si sta preparando a espandere le sue manovre per conquistare Gaza».
I due terroristi uccisi dopo aver aperto il fuoco all’incrocio Ramot a Gerusalemme nord erano residenti in due villaggi palestinesi a nord ovest della città Santa, Kubiba e Katna, dove adesso l’Idf ha creato un cordone di sicurezza. I due, riferisce la polizia, non avevano il permesso per entrare in Israele.
Intanto a Ginevra aprendo la 60ª sessione del Consiglio Onu per i Diritti umani, l’Alto commissario Volker Turk si è detto «inorridito dell’utilizzo aperto di una retorica genocida e della vergognosa disumanizzazione dei palestinesi da parte di alti funzionari israeliani. Gaza è un cimitero – ha affermato -. Israele è profondamente traumatizzato dai terribili attacchi di Hamas e di altri gruppi armati del 7 ottobre e dalla continua detenzione di ostaggi», ma un’ulteriore «militarizzazione, occupazione, annessione e oppressione non faranno altro che alimentare ulteriore violenza, rappresaglie e terrore», ha ammonito. Quindi l’esortazione alla comunità internazionale ad «agire ora, per porre fine alla carneficina. Dove sono i passi decisivi per prevenire il genocidio? La comunità internazionale sta venendo meno al suo dovere», ha continuato. Per l’Alto commissario ue per i diritti umani, i Paesi devono «fermare il flusso verso Israele di armi che rischiano di violare le leggi di guerra» ed esercitare la «massima pressione per un cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e delle persone arbitrariamente detenute e l’ingresso di sufficienti aiuti umanitari a Gaza».
8 settembre 2025
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