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Lunedì 8 Settembre 2025 11:09

Kiev sotto il più grande attacco dall’inizio della guerra



Il vescovo Yazlovetskiy, presidente di Caritas-Spes Ucraina, racconta la notte di terrore nella Capitale e la fatica di un popolo provato dalla guerra: «Siamo stanchi ma grati al Papa»

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«Un attacco record di droni e missili russi» nella notte tra sabato 6 e domenica 7 settembre.  Ad essere presa di mira è stata la Capitale Kiev dove per la prima volta è stato colpito l’edificio governativo che si trova nel centro della città. A seguito dell’attacco il tetto e i piani superiori sono stati danneggiati e sono andati a fuoco.  L’Aeronautica militare ucraina ha fatto sapere che in totale sono stati impiegati 805 droni e 13 missili. È stato il «più grande attacco aereo» dall’inizio della aggressione russa su vasta scala. Abbiamo raccolto la testimonianza del vescovo Oleksandr Yazlovetskiy, ausiliare di Kyiv e presidente della Caritas-Spes Ucraina.

Eccellenza, ci racconti cosa è successo.
Sono rientrato a Kiev ieri con un treno notturno da Leopoli, verso le 7 del mattino. A Leopoli si celebrava il 650° anniversario della fondazione dell’arcidiocesi. La Santa Messa è stata presieduta dal cardinale Crescenzio Sepe di Napoli. Una liturgia molto bella nella cattedrale di Leopoli, le cui vetrate sono completamente coperte per proteggerle dai bombardamenti aerei. Appena terminata la Messa, a Leopoli è risuonata la sirena d’allarme, quasi come un segno a conclusione della celebrazione.

E arrivato a Kiev con il treno, cosa ha visto?
Quando sono arrivato a Kiev alle 7 del mattino ho visto la città avvolta dal fumo. È stato il più grande attacco alla Capitale. L’allarme era ancora attivo, si sentivano esplosioni. Giunto in metropolitana dalla stazione centrale fino alla piazza principale, dove si trova la nostra cattedrale, ho visto l’edificio del governo circondato da fumo nero. Sopra la piazza centrale passava un altro drone. Le strade erano quasi deserte: molti cittadini hanno cercato rifugio nella metropolitana mentre andavano al lavoro. Durante la giornata sono suonate ancora più sirene. Come sapete, ieri sono morte tre persone, tra cui un bambino di appena tre mesi.

Come state? Come si vive in questi continui bombardamenti?
Siamo molto stanchi di questa guerra. Sembra non avere fine. Siamo stanchi del fatto che il mondo non comprenda che Putin è un assassino che non vuole concludere questa guerra. Purtroppo, la responsabilità non è solo sua, ma anche di quei russi comuni che vanno a combattere per denaro, e delle loro famiglie che li sostengono e forse perfino pregano per loro. È responsabilità anche dei Paesi che continuano a comprare petrolio e gas dalla Russia, giustificandosi dicendo che altrimenti vacillerebbe il benessere delle loro nazioni. Non pensano che l’inverno non arrivi soltanto per loro, ma anche per l’Ucraina. Per loro significa bollette più alte; per noi significa la sopravvivenza stessa.

Come Caritas-Spes cosa vi preoccupa di più?
L’inverno è una nuova sfida: riusciremo a vivere senza luce e senza riscaldamento? Come Caritas, prepariamo alcuni progetti, ma sappiamo che sono solo una goccia nel mare. Le città del centro e dell’ovest dell’Ucraina sono piene di profughi. Molti vivono la mancanza delle cose più basilari, perché i prezzi aumentano in modo esorbitante.

Cosa chiedete?
Preghiamo affinché ci vengano fornite più difese aeree per proteggere il cielo e le infrastrutture energetiche. Preghiamo per una maggiore pressione di sanzioni sulla Russia. Preghiamo affinché Stati Uniti ed Europa si uniscano in azioni concrete, non solo in belle dichiarazioni.

Domenica 7 settembre Papa Leone ha lanciato un nuovo appello di pace. «Ai governanti – ha detto – ripeto: ascoltate la voce della coscienza! Le apparenti vittorie ottenute con le armi, seminando morte e distruzione, sono in realtà delle sconfitte e non portano mai pace e sicurezza. Dio non vuole la guerra. Dio vuole la pace!». Cosa rappresentano per voi queste parole?
Il nostro Papa Leone si rivolge alle coscienze dei potenti di questo mondo. Gli siamo profondamente grati. Desideriamo ardentemente che la sua voce sia ascoltata. La voce del vicario di Cristo è la voce stessa di Cristo. (M. Chiara Biagioni)

8 settembre 2025

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