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Martedì 9 Settembre 2025 12:09

La Fondazione Isi accanto alle coppie con problemi di fertilità



Alla vigilia del 25° anniversario, l'Istituto scientifico interazionale dell'Università Cattolica rilancia il suo impegno. Il presidente Giuliodori: «Fondamentale valorizzare tutti i percorsi naturali». Le storie

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Sempre più coppie provano a diventare genitori in età adulta. Le ragioni sono varie, s cominciare dalla precarietà. Dopo gli “anta”, però, la fertilità cala generando ulteriori ritardi nella genitorialità. Secondo recenti dati dell’Istituto superiore di sanità, l’Italia è tra i Paesi europei con i tassi di fertilità più bassi. Non c’è quindi da meravigliarsi se il Bel Paese è stretto da anni nella morsa dell’inverno demografico. Per accompagnare le coppie alla ricerca di soluzioni naturali e coerenti con l’etica sessuale e procreativa del Magistero, nel 2001 è nato l’Istituto scientifico internazionale Paolo VI (Isi) che, alla vigilia del 25° anniversario, rilancia il suo impegno «rafforzando percorsi, sia di ricerca sia di intervento sanitario, che supportano le coppie desiderose di superare, per vie naturali, le difficoltà incontrate nel generare un figlio». Lo afferma il vescovo Claudio Giuliodori, presidente della Fondazione Isi e assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

La storia dell’Istituto è legata «a un dono» dell’ateneo e del Policlinico Agostino Gemelli a Papa Giovanni Paolo II, «con l’intento di rafforzare il servizio alle coppie che affrontano problemi di infertilità. Di fronte a una cultura che spinge verso l’artificiosità anche nella generazione della vita – riflette ancora il presule -, riteniamo fondamentale sia dal punto di vista etico, sia per il valore intrinseco della vita umana e per la responsabilità della coppia, sostenere il desiderio di avere un figlio, valorizzando tutti i percorsi naturali». Per Giuliodori infatti la procreazione assistita ha messo in secondo piano la ricerca scientifica e l’assistenza, privilegiando la «via artificiale che si pone come sostitutiva dell’atto coniugale e della relazione di coppia».

Gli enti coinvolti – Università Cattolica, Policlinico Gemelli, Conferenza episcopale italiana, Santa Sede -, che sostengono la Fondazione Isi, stanno profondendo ogni sforzo «per rilanciare il servizio alle coppie secondo l’insegnamento del Magistero». L’équipe medica guida e sostiene le coppie nel rispetto dei valori cristiani. «Per molte l’idea di affidarsi ad “artifici” è vissuta come una forzatura», spiega il direttore dell’istituto Tullio Ghi. Si individuano le cause delle difficoltà nel concepimento, si identificano i giorni fertili e si interviene sui parametri della fertilità promuovendo anche un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano. «Utilizziamo le tecnologie con discernimento – specifica Ghi -, facendo tesoro di quanto offrono, ma sempre con l’intento di rimanere fedeli ai metodi naturali. Fondamentale è l ‘ascolto, l’empatia. Ci sono casi in cui emerge una condizione di sterilità o infertilità legata a fattori fisici oggettivi. Anche in tali circostanze, il legame che si instaura con le coppie è così profondo che sentiamo la responsabilità di continuare a seguirle».

Per riconoscere il periodo fertile viene insegnato alla donna il metodo Billings, spiega Annamaria Merola, coordinatrice del Centro per la procreazione naturale e cura dell’infertilità del Policlinico Gemelli. La chiave è la conoscenza del proprio corpo. L’équipe, rimarca Merola, si relaziona con la coppia, che «condivide responsabilità. Marito e moglie camminano fianco a fianco. Questo percorso favorisce il dialogo, rassicura e attenua le tensioni psicologiche che influenzano profondamente la possibilità di concepire». In alcuni casi l’iter diagnostico terapeutico – convenzionato con il Servizio sanitario nazionale – è stato importante anche «per scoprire patologie ben più serie e silenti», osserva Merola.

Negli ultimi 15 anni le gravidanze sono state 1.269, con un tasso di natalità del 35,1%. Il 19,4% delle neo mamme ha tra i 40 e i 43 anni. Vittoria ne ha 35 e ha da poco scoperto di essere incinta. «Ancora non ci credo, è un’emozione indescrivibile – dice -. Nel 2023 ho avuto un aborto spontaneo e poi non riuscivo a rimanere incinta. Con mio marito Francesco abbiamo vissuto anni difficili, ma siamo una coppia unita, forte, solida. Ci siamo sostenuti a vicenda. Tramite “passaparola” abbiamo conosciuto l’Isi dove abbiamo fatto le prime visite nel febbraio 2025. Ci siamo subito sentiti rassicurati».

Giuseppina ha invece 37 anni ed è mamma di un maschietto di 9 mesi. «Nel 2020 mi è stato diagnosticato un carcinoma mammario – racconta -. Dopo l’intervento ho iniziato la cura ormonale che dura cinque anni. Ho chiesto all’oncologo se fosse possibile sospenderla per tentare una gravidanza. Mi è stato consentito a patto che facessi accertamenti ginecologici». Con il marito Michele si è rivolta all’Isi dove «grazie all’accuratezza del metodo Billings» è rimasta incinta dopo pochi mesi. «Ci speravamo ma allo stesso tempo eravamo un po’ preoccupati. Non era scontato, lo definirei un miracolo».

9 settembre 2025

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