Mercoledì 10 Settembre 2025 14:09
La vita e l’amore secondo Di Gregorio


Nelle sale "Come ti muovi sbagli", presentato alla Mostra di Venezia. L'incontro - scontro tra un professore 70enne e la figlia Sofia, tornata a casa con 2 figli dopo il tradimento del marito
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A Roma oggi, un professore settantenne si scopre completamente soddisfatto della sua vita da pensionato. Un giorno lo chiama la figlia Sofia. Contento di sentirla, chiede subito notizie di lei e della famiglia. Lei è in macchina in viaggio di ritorno verso Roma: scoperto il tradimento del marito Helmut, ha deciso di tornare dalla Germania in Italia, prendendo alloggio (lei e i due figli) a casa del padre. Da qui prende le mosse Come ti muovi sbagli, nuovo film di Gianni Di Gregorio, presentato in anteprima il 5 settembre alla Mostra di Venezia e dallo stesso giorno nelle sale con Fandango.
Il contrasto, del tutto imprevisto e perciò difficile da gestire, tra queste due situazioni opposte impronta di sé l’intera vicenda. All’inizio vediamo il professore abitare con rilassatezza le belle stanze della propria abitazione, dove può fermarsi e riposarsi. L’uomo getta sulle cose che lo circondano uno sguardo sereno che sa di accettazione di una quotidianità fatta di tranquillità e giusto riposo. Nel momento in cui apre la porta per accogliere i due nipoti, capisce che qualcosa si è interrotto per sempre. La vita è destinata a cambiare radicalmente: c’è una donna dentro casa, ci sono adolescenti, sente suoni, rumori, parole per lui da tempo non più ascoltate. Il professore deve constatare che, anche a non volerlo, proprio il ritmo delle cose cambia, ci sono nuove esigenze, nuovi bisogni, nuove richieste. Una casa abitata è diversa da una vuota, e vivere da soli mette in atto un cambiamento radicale. Giovanna, amica di lunga data, prova a stimolarlo, invitandolo in campagna. Ma lui rifiuta l’invito. Però c’è Sofia e quel marito, Helmut, dal quale è stata tradita.
Non diremo in questa occasione come evolve l’incontro/scontro tra il professore e Sofia. Una cosa è certa: anche stavolta Gianni Di Gregorio ha messo a segno un bel colpo all’interno del racconto della sua vita che minuziosamente snoda davanti ai nostri occhi. Romano autentico (è nato nella Capitale il 19 febbraio 1949), Di Gregorio ha avuto il coraggio di esordire nel 2008 con Pranzo di ferragosto, cronaca disincantata di una festa preparata per un gruppo di amiche di età avanzata in una torrida estate romana. Quel film è rimasto un po’ come il suo marchio: il protagonista si aggira in una città infuocata e deserta, scambia poche e sudate parole. Dopo quell’esordio altri cinque film, compreso questo di oggi. Sempre in varie forme replicando il personaggio principale, mostrato in situazioni disagevoli, sempre in apparenza fintamente preoccupato, in realtà pronto a sorridere di ogni difficoltà. In questo occasione a dargli la giusta replica c’è Greta Scarano, che è Sofia, misurata e intensa, consapevole di dover assecondare il suo genitore “particolare”. Film conferma della vena surreale del suo autore e di uno stile del tutto originale.
10 settembre 2025
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