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Mercoledì 10 Settembre 2025 16:09

Suicidi, Telefono Amico: nel 2024 oltre 6.700 persone hanno chiesto aiuto



I dati presentati in un incontro al Senato, nella Giornata mondiale per la prevenzione. La proposta: un numero di pubblica utilità e l'avvio di un Piano nazionale. Pompili (Sapienza): «Prevenire è possibile. Il primo passo: alleviare la sofferenza»

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Nella Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, che si celebra oggi, 10 settembre, Telefono Amico Italia presenta i dati relativi al 2024: oltre 6.700 le persone che hanno chiesto supporto all’organizzazione perché attraversate dal pensiero del suicidio, alle quali si aggiungono le 3mila richieste di aiuto registrate nei primi 6 mesi dell’anno in corso. L’occasione è l’incontro organizzato nella Sala Caduti di Nassirya del Senato, sui iniziativa del senatore Guido Quintino Liris.

Il 69% di quanti hanno chiesto aiuto hanno contattato Telefono Amico – attraverso il servizio telefonico che da quasi 60 anni offre ascolto e supporto a chi vive momenti di difficoltà o malessere emozionale: una helpline anonima e gratuita, che risponde tutti i giorni dalle 9 alle 24 al numero 02.23272327. Gli altri lo hanno fatto attraverso WhatsappAmico (il 23%) al numero 324.011252 e via mail (l’8%), attraverso la compilazione di un form anonimo sul sito
telefonoamico.it
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A cercare aiuto per problemi legati al suicidio, più uomini che donne: il 52,5%. Gli uomini rappresentano la maggioranza anche nell’utilizzo del telefono (56%), mentre le donne preferiscono Whatsapp (55%). Uomini e donne usano invece in egual misura l’email. Mentre nelle richieste d’aiuto che non riguardano il suicidio l’utilizzo dei tre diversi mezzi di ascolto cambia in base all’età – con i più adulti che preferiscono il telefono e i giovani che usano maggiormente le forme di contatto scritte -, nel caso di quelle legate al suicidio si assottigliano le differenze, con le fasce d’età più giovani che emergono come maggioritarie in tutti gli strumenti. Hanno, infatti, telefonato in maggioranza persone tra i 26 e i 35 anni (26%), tra i 36 e i 45 (16,5%), tra i 19 e i 25 (16%); hanno usato Whatsapp soprattutto persone tra i 26 e i 35 anni (27%), tra i 19 e i 25 (26%) e tra i 15 e i 18 (16,5%); infine hanno scritto per email in particolare persone tra i 19 e i 25 anni (21%) e tra i 26 e i 35 anni (17%).

Per sensibilizzare sull’importanza di aprire un dialogo sul tema, Telefono Amico propone due appuntamenti. Il primo questa sera, 10 settembre, quando i monumenti di alcune città italiane si accenderanno di luce blu, il colore simbolo dell’organizzazione. Domenica 14 settembre poi i volontari di Telefono Amico Italia scenderanno nelle piazze con la nuova edizione dell’evento “Non parlarne è 1 suicidio”, per incontrare le persone e aiutarle a «buttare quello che pesa e coltivare quello che fa fiorire», spiegano. Ai passanti ifatti sarà chiesto di scrivere su un foglio ciò che nella loro vita è più difficile da affrontare e di buttarlo in un cestino. Al contempo, su un foglio colorato potranno scrivere ciò che li aiuta a recuperare il proprio benessere, qualcosa che, quindi, deve essere seminato e curato come una piantina. Le persone avranno, così, modo di prendere consapevolezza di ciò che fa stare male e, allo stesso tempo, di pensare alle strategie che attuano per affrontare questi pensieri negativi. In cambio, verrà regalato loro un sacchettino di semi, come simbolo di rinascita e cura di sé stessi.

Nell’incontro in Senato, dall’organizzazione hanno ricordato che ogni giorno in Italia si tolgono la vita 10 persone. Oltre 300 al mese. E il fenomeno è in costante crescita. Nel 2022 in particolare c’è stato un incremento di casi di suicidio in quasi tutte le fasce di età, tranne quella 65-79 anni. Tra i più giovani, l’ulteriore incremento registrato tra il 2021 e il 2022 ha fatto seguito a un aumento molto rilevante osservato tra il 2020 e il 2021 (+16%). Nell’ultimo anno analizzato sono stati rilevati complessivamente 552 suicidi di giovani con età compresa tra i 15 e i 34 anni; 1.927 suicidi di adulti con età compresa tra i 35 e i 64 anni e 1455 casi di suicidio tra gli over 65.

Tuttavia, «l’Italia attualmente non dispone né di un piano nazionale integrato per la prevenzione del suicidio né di un sistema di monitoraggio in tempo reale». Di qui la richiesta di Telefono Amico Italia: «Mettere in atto azioni concrete per prevenire il fenomeno dei suicidi, a partire dall’ascolto in tutti i settori». Nello specifico, Telefono Amico Italia propone «l’istituzione di un numero di pubblica utilità 24/7 per la prevenzione del suicidio; l’avvio di un Piano nazionale con azioni coordinate tra scuola, sanità, lavoro e forze dell’ordine; una campagna nazionale anti-stigma e informativa; protocolli clinici nei pronto soccorso e nei centri di salute mentale per identificazione precoce, valutazione, gestione e follow up delle persone affette da comportamenti suicidari e il coinvolgimento delle realtà del Terzo settore nei tavoli decisionali in modo che possano mettere a disposizione l’ampio bagaglio esperienziale costruito in decenni di relazioni dirette con persone che hanno tentato il suicidio, che sono state attraversate da pensieri suicidari o che hanno subito dei lutti a causa del suicidio».

L’obiettivo, ha affermato la presidente Cristina Rigon, è «rompere lo stigma sociale sul suicidio, che porta a non affrontare questo argomento, che lo trasforma in un tabù di cui non si può parlare. La prevenzione è invece possibile e doverosa. Per renderla reale – ha aggiunto – dobbiamo, innanzitutto, sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di azioni strutturate e coordinate per contrastare il fenomeno. Noi, grazie al supporto di 600 volontari, al momento riusciamo a garantire 14 ore di supporto telefonico al giorno attraverso la nostra helpline, ma le richieste di aiuto continuano ad aumentare e da soli non riusciamo a gestire questa emergenza, abbiamo bisogno di sostegno».

A dimostrare la possibilità di prevenire i suicidi, le evidenze scientifiche illustrate da Maurizio Pompili, ordinario di Psichiatria alla Sapienza Università di Roma e direttore della Unità operativa complessa di Psichiatria dell’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea di Roma, intervenuto con un video-messaggio. «Il punto centrale dal quale è fondamentale partire – ha spiegato – è la piena consapevolezza che gli individui a rischio di suicidio in realtà non vorrebbero affatto morire, vorrebbero soltanto che il loro dolore mentale, diventato insopportabile, venisse alleviato. La prevenzione del suicidio, quindi, è possibile e il primo passo è riconoscere questa sofferenza e impegnarsi per alleviarla».

Fondamentale, naturalmente, l’intervento di operatori della salute mentale, «ma anche le helpline rivestono un ruolo cruciale: sapere di avere la possibilità di chiamare, in qualsiasi momento, un interlocutore sensibile rappresenta, per chi vive un momento di difficoltà, un aiuto fondamentale per ritrovare la connessione con le proprie parti vitali e far riemergere la volontà di andare avanti», ha illustrato ancora lo psichiatra, illustrando i 3 tipi di prevenzione del suicidio: «La prevenzione primaria che riguarda la consapevolezza a livello della collettività generale; quella  secondaria, che riguarda i gruppi che potrebbero essere esposti maggiormente al fenomeno; la prevenzione terziaria, relativa a quanti sono entrati già in contatto con l’esperienza suicidaria». A ciascun livello corrispondono «diversi interventi e diversi interlocutori, ma sono tutti fondamentali per prevenire un fenomeno così d’impatto nell’ambito della salute pubblica. Formazione e sensibilizzazione sono cruciali – sono ancora le parole di Pompili -, perché più rendiamo gli operatori e la collettività consapevoli della problematica, più stiamo lottando per ridurre questo fenomeno. In ogni ambito della società deve essere chiaro il messaggio che, se si è in crisi e si sperimenta il desiderio di morire, la possibilità di essere sostenuti esiste».

Annunciata dal senatore Liris anche la presentazione di un disegno di legge per «potenziare gli strumenti di prevenzione, offrire sostegno a chi è in difficoltà e garantire ascolto a chi vive questa sofferenza e ai loro familiari. Migliorare la consapevolezza sul suicidio e rafforzare le misure di prevenzione significa salvare vite; come rappresentanti delle istituzioni, abbiamo il dovere di agire con determinazione», ha affermato.

10 settembre 2025

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