Domenica 14 Settembre 2025 10:09
Le pillole di Polly: recensione di “Tutti su questo treno sono sospetti” di Benjamin Stevenson
Alcuni, e in primis gli scrittori stessi, considerano i giallisti come autori di “serie b”...
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Alcuni, e in primis gli scrittori stessi, considerano i giallisti come autori di “serie b” rispetto a chi scrive narrativa.
Ernest Cunningham, che ha scritto un giallo che pure ha avuto un buon successo di pubblico, condivide pienamente questa discutibilissima opinione, almeno per quanto riguarda se stesso.
E la cosa non stupisce. La verità è che Ernest, per gli amici Ern, è un tipo insicuro, che soffre da sempre del complesso del brutto anatroccolo; quindi, la valanga di dubbi che ha sulle sue qualità di scrittore di certo non stupisce.
Un difetto piuttosto grave per un autore, in effetti, c’è l’ha; gli manca la fantasia. Il suo best-seller “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno”, infatti, non è frutto della sua immaginazione, ma riporta fedelmente quanto gli è successo nella realtà nel corso di una rocambolesca riunione di famiglia, avvenuta presso un resort in cima a delle sperdute montagne australiane.
In quell’occasione, Ernest aveva assistito impotente a una lunga serie di delitti; poi, però, aveva avuto occasione di dimostrare tutto il suo valore.
Tutto questo, tuttavia, appartiene al passato; ora Ern è di nuovo in un mare di guai. Infatti, ha firmato un contratto con la sua casa editrice con cui si impegna a scrivere un nuovo romanzo, naturalmente da consegnare a brevissimo termine. Peccato che, nonostante i continui incoraggiamenti della fidanzata Juliette, non abbia nemmeno uno straccio di idea.
La svolta sembra arrivare quando Ern riceve l’invito a partecipare al Festival Australiano del Giallo che, in onore ad Agatha Christie, si sarebbe celebrato a bordo del Ghan, il treno che attraversa l’Australia. Il nostro spera che questa sia l’occasione giusta per ritrovare l’ispirazione, e magari anche un briciolo di fiducia in se stesso.
E invece, l’incontro con i celebri giallisti che partecipano al viaggio non fa che confermare le sue paure; rispetto ai colleghi, Ernest si sente un impostore, tanto più che il suo blocco dello scrittore prosegue indisturbato come non mai. La verità è che, visto che sa scrivere solo della realtà, paradossalmente per sbloccarsi avrebbe bisogno che qualcuno venisse assassinato; tuttavia, è l’ultima cosa che desidera, perché ci è passato e sa cosa significa.
Ma in un treno pieno zeppo di giallisti tutto può succedere. Ed è facile che ci scappi anche il morto.
“Tutti su questo treno sono sospetti” è un giallo di Benjamin Stevenson, scrittore e comico australiano. L’opera ha lo stesso protagonista di “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno”, ed idealmente ne rappresenta il seguito.
Di solito, i sequel difficilmente sono all’altezza della prima opera. Stavolta, invece, per fortuna del lettore è accaduto esattamente il contrario.
Il romanzo è un giallo divertente, avvincente e con una trama ben congegnata. È evidente la crescita come scrittore di Stevenson rispetto alla sua prima opera che, per quanto godibile, presentava delle forzature nella storia, inevitabili visto che l’autore si era prefissato di descrivere una famiglia in cui tutti sono degli assassini.
In “Tutti su questo treno sono sospetti”, invece, l’autore australiano si è liberato dei limiti di trama che si era autoimposto; così, ha potuto esprimere al meglio la sua creatività. Il risultato è un giallo scorrevole e allo stesso tempo dotato della giusta dose di suspense; inoltre, le doti di comico di Stevenson rendono la scrittura divertente, per non parlare del protagonista. Ern, infatti, da vero antieroe qual è, è insicuro e pieno di dubbi, ma spiccatamente, irrimediabilmente autoironico, ed è questo che lo rende simpatico. Gli altri personaggi sono ben descritti, ma spariscono di fronte a questa specie di “Fantozzi” che si improvvisa detective.
“Tutti su questo treno sono sospetti”, dunque, è un giallo consigliabile da diversi punti di vista; prova ne sia che, dopo averlo letto, viene il desiderio di fare una passeggiata in libreria per procurarsi altri libri dell’autore.
Federica Focà