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Lunedì 15 Settembre 2025 11:09

A Santa Maria del Popolo “Una luce per Gaza”



Il flash mob promosso dalle associazioni cattoliche romane. Silenzio e candele, per «essere presenti, come popolo, a fianco di un altro popolo». Le voci di Caritas, Azione Cattolica, Pax Christi, Agesci, Focolari, Acli e Premio Silvestrini

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Si è illuminato a poco a poco il sagrato della chiesa di Santa Maria del Popolo. Una candela dopo l’altra. Sulla facciata della chiesa sono stati affissi tre cartelloni: “Una luce per Gaza. Come preghiera. Come memoria per le vittime della strage. Come speranza di ritrovare umanità e compassione”. Queste le uniche parole del flash mob “Accendi una luce per Gaza”, che si è tenuto ieri sera, 14 settembre, subito dopo la Messa domenicale delle 18.30.  Un’iniziativa nata da una rete spontanea a cui hanno aderito Agesci Lazio, Azione cattolica Roma, Caritas Roma, Movimento dei Focolari Roma, Pax Christi Italia, Acli Roma, Associazione culturale Premio internazionale Achille Silvestrini per il dialogo e la pace. Nessun microfono, nessun canto. Solo il silenzio e le candele, per «essere presenti, come popolo, a fianco di un altro popolo».

Numerosi i fedeli che si sono ritrovati insieme. «Su questo tema c’è molta sensibilità e senso di urgenza», ha sottolineato a Roma Sette a margine dell’evento don Paolo Salvini, vicedirettore della Caritas diocesana, ponendo l’accento sull’importanza di una partecipazione corale. «È stata trasmessa la nostra speranza rivolta a Dio. Purtroppo, segnali di elaborazione della pace ancora non se ne vedono, però noi confidiamo che il Signore stia preparando qualcosa nel cuore delle persone». Il sacerdote ha poi anticipato che è in cantiere un’altra iniziativa. «Stiamo pensando di ritrovarci tutti insieme di nuovo domenica prossima, all’Angelus in piazza san Pietro. Per continuare ad affidare a Dio la nostra speranza di pace».

Sulla stessa scia Chiara Sancin, segretaria generale dell’Azione cattolica di Roma, e Alessio Maurizi, responsabile dell’Acr diocesana. «Il messaggio è soprattutto risvegliare le coscienze con un gesto semplice che abbiamo voluto fare insieme. Un momento di silenzio per accendere una luce di umanità in maniera pacifica. Tutti insieme, senza distinzioni», hanno spiegato,  sottolineando che anche quest’anno l’impegno per la pace della Ac continuerà con i percorsi ordinari di formazione nelle parrocchie e con la tradizionale Carovana di gennaio. A loro si sono allineate Anna Maria Magrelli e Carla Cotignoli, del Movimento dei Focolari Roma, «per dire in coro che, come popolo cristiano, non accettiamo che sia più forte la voce delle armi. Crediamo che la pace possa essere seminata con azioni e iniziative comuni».

Per Pax Christi, tra gli altri, era presente Andrea Maccari. «Da sempre siamo sensibili a questo tema – ha detto -. Non è un caso che uno dei nostri sacerdoti, nonché ex coordinatore nazionale, don Nandino Capovilla, è balzato agli onori della cronaca perché è stato fermato recentemente a Tel Aviv». Per Maccari, l’iniziativa dimostra «che si può fare qualcosa tutti quanti insieme e che il mondo cristiano e cattolico ha bisogno di unire le forze». Una posizione condivisa anche da Valeria Facciolo, responsabile regionale Agesci Lazio, e Carla Salvatori, incaricata dell’organizzazione. Entrambe hanno ricordato che Agesci nazionale ha lanciato recentemente una staffetta per la pace con gesti concreti e momenti di veglia per le popolazioni che stanno subendo la guerra. «Siamo stati invitati anche a trovare dei momenti di unità con le altre associazioni cattoliche e non cattoliche per dare un senso di solidarietà a chi sta soffrendo. Ci sembra incredibile l’impotenza a cui stiamo assistendo».

Per le Acli provinciali di Roma a parlare è la vicepresidente Lidia Borzì, che è anche segretaria della Consulta delle aggregazioni laicali della diocesi di Roma. «Vogliamo portare una luce di speranza per mantenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo a Gaza – ha sottolineato -. Come associazioni cattoliche, abbiamo trasmesso un bellissimo segnale di unità per la pace. Ci auguriamo che nel futuro si possano unire anche altre organizzazioni di buona volontà».

È lo stesso auspicio di Carlo Felice Casula, responsabile culturale del Premio Silvestrini. Che ha definito l’incontro come «un segno di vicinanza e solidarietà» in continuità con la decisione di assegnare il premio, per il 2025, a padre Gabriel Romanelli, ai sacerdoti della parrocchia della Sacra Famiglia e alle suore Missionarie della Carità di Madre Teresa e del Verbo Incarnato di Gaza. E di avviare la raccolta fondi “Le rondini torneranno a Gaza”, per sostenere la loro attività.

15 settembre 2025

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