Avviata nella notte l'operazione di terra. Segnalati 37 attacchi in 20 minuti. I media raccontano di una fuga di massa dalla zona nord-occidentale della città. Circa 700mila le persone ancora nella Striscia. La Commissione d'inchiesta Onu: «Un genocidio»

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L’attacco di terra a Gaza City alla fine è arrivato ieri sera, 15 settembre, un’ora prima della mezzanotte. Oltre che con aerei da guerra e droni, l’esercito israeliano ha colpito anche con l’artiglieria, ponendo la città sotto un fuoco intensivo. I media della Striscia segnalano 37 attacchi in 20 minuti e una fuga di massa dalla zona nord-occidentale. Enormi le esplosioni, avvertite anche da lunga distanza. Circa 700mila le persone ancora a Gaza, nonostante i bombardamenti intensi delle ultime settimane. In 320mila si sono trasferiti verso la parte meridionale, nei campi di al Mawasi, a Kan Younis.

I carri armati israeliani sono entrati in via Al-Jalaa, nel cuore di Gaza City. Secondo fonti palestinesi, gli attacchi hanno colpito tre quartieri: Sheikh Radwan, Al-Karama e la costa, e Tel Al-Hawa dove le truppe hanno usato “bombe robot”. Gli abitanti riferiscono che sono stati costretti a evacuare verso est e sud. Lo ha confermato una fonte della sicurezza israeliana, parlando con la tv pubblica Kan: «L’Idf sta attaccando la città di Gaza con forza», ha detto commentando le operazioni delle Forze di difesa israeliane.

Immediata la reazione delle famiglie degli ostaggi, che si sono messe in marcia verso la residenza del primo ministro a Gerusalemme. Da loro è arrivato un «disperato appello» per proteggere i loro cari. A rivolgerlo, l’Hostages families forum di Israele, che accusa il presidente del Consiglio Benjamin Netanyahu di averli sacrificati, riferisce il Times of Israel. «La 710° notte a Gaza – afferma il gruppo – potrebbe essere l’ultima notte nella vita degli ostaggi che sopravvivono a malapena, e l’ultima notte in cui sarà possibile localizzare e restituire gli ostaggi uccisi per una degna sepoltura». Stando a quanto riportato dal giornale israeliano, le famiglie ritengono infatti che un numero significativo dei 22 ostaggi considerati vivi da Israele sia detenuto a Gaza City. «Il primo ministro sta consapevolmente scegliendo di sacrificarli sull’altare di considerazioni politiche», aggiungono, accusandolo di aver ignorato i consigli del Capo di stato maggiore delle Idf, che avrebbe messo in guardia contro l’operazione.

A tutela degli ostaggi è intervenuto sul suo social Truth anche il presidente Usa Donal Trump. «Ho appena letto delle notizie sul fatto che Hamas ha sposato gli ostaggi in superficie per usarli come scudi umani contro l’offensiva di terra di Israele – le sue parole -. Spero che i leader di Hamas sappiano a cosa vanno incontro se fanno una cosa del genere. Questa è un’atrocità umana, di cui pochi hanno mai visto l’uguale». Grato il premier Netanyahu. Il segretario di Stato americano Marco Rubio, da parte sua, ha avvertito che, dopo che Israele «ha iniziato a condurre operazioni» nella principale città della Striscia, «pensiamo di avere una finestra di tempo molto breve per raggiungere un accordo: non abbiamo più mesi, probabilmente ci restano giorni, forse qualche settimana», ha detto ai giornalisti lasciando Israele per raggiungere Doha, dove nel pomeriggio di ieri, 15 settembre, è iniziato il vertice di emergenza del Paesi arabi e musulmani dopo l’attacco alla leadership di Hamas. Solo il Qatar, ha aggiunto, ha la capacità di mediare a Gaza, nonostante l’attacco israeliano ad Hamas nel Paese arabo una settimana fa.

«Gaza sta bruciando», scrive questa mattina, 16 settembre, in un post su X il ministro della Difesa israeliano Israel Katz. «Le Idf colpiscono con pugno di ferro le infrastrutture terroristiche e i soldati stanno combattendo coraggiosamente per creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi e la sconfitta di Hamas – aggiunge -. Non cederemo e non torneremo indietro, fino al completamento della missione». Intanto si contano i morti: almeno 38 le vittime dei raid notturni, rende noto la Cnn, precisando che gli ospedali Al-Shifa e il Baptist di Gaza City hanno segnalato rispettivamente 23 e 12 morti rispettivamente, mentre altre 3 vittime sono segnalate dall’ospedale di Al-Aqsa. Numerosi, nei video ottenuti dalla Cnn, i corpi di bambini insanguinati che arrivano negli ospedali nel nord di Gaza.

«Abbiamo iniziato l’operazione intensiva a Gaza City – ha dichiarato all’inizio della sua testimonianza in tribunale questa mattina il premier israeliano Netanyahu -. Questa è una fase cruciale, il 40% degli abitanti della città è stato evacuato. Più di 350mila residenti hanno già lasciato la città, e l’esodo è continuato durante la notte». Quindi ha specificato: «Non ho chiesto porte chiuse per far capire che lo Stato di Israele si trova in una posizione cruciale».

Intanto la Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, guidata da Navi Pillay, ha dichiarato di aver stabilito che dall’ottobre 2023 Israele ha commesso un «genocidio» a Gaza, con «l’intento di distruggere i palestinesi» presenti nel territorio. «Siamo giunti alla conclusione che a Gaza si sta verificando un genocidio e che la responsabilità ricade sullo Stato di Israele», le parole di Pillay. Secca, su X, la replica del ministero degli Esteri israeliano, che parla di «un altro falso “rapporto” su Gaza», che «si basa interamente su falsità di Hamas, riciclate e ripetute. Queste invenzioni sono già state ampiamente smentite. Israele respinge categoricamente questo rapporto distorto e falso e chiede l’immediata abolizione di questa Commissione d’inchiesta».

16 settembre 2025

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