Martedì 16 Settembre 2025 13:09
Mattarella: Willy Duarte, «un italiano esemplare»


Il capo dello Stato alla cerimonia in ricordo del giovane ucciso a Colleferro nel tentativo di sedare una rissa, a 5 anni dalla morte. «Voleva evitare la violenza, che invece è esplosa contro di lui»
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C’era anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella questa mattina, 16 settembre, a Colleferro – provincia di Roma -, alla cerimonia in ricordo di Willy Monteiro Duarte, a 5 anni dalla morte. «Willy Monteiro – ha detto – è un nostro ragazzo, ucciso da una violenza cieca, insensata, brutale. Ucciso mentre cercava di difendere un amico, di placare gli animi, di evitare che si scatenasse una rissa. Voleva evitare la violenza, e la violenza, invece, è esplosa contro di lui. Ricordiamo con affetto Willy insieme ai suoi familiari e insieme ai suoi amici. E non dimentichiamo. Siamo qui, nel quinto anniversario, appunto perché non vogliamo dimenticare».
Per il capo dello Stato dunque «fa bene Colleferro, con il suo sindaco, a far memoria di Willy, a proporla all’attenzione dei giovani e della comunità con gesti e con eventi – il tributo -. La storia di una comunità è segnata da eventi felici e, purtroppo, da lutti, da lacerazioni. E anche da sacrifici che scuotono le coscienze. Willy – sono ancora le parole di Mattarella – è un italiano esemplare. Per questo è stato insignito, alla memoria, della medaglia d’oro al valor civile in riconoscimento del gesto di coraggio e di altruismo. A lui va il ricordo e il dolore di tutti gli italiani, feriti da tanto orrore».
E non dimenticare, ha ammonito ancora il presidente, «vuol dire non essere indifferenti. L’indifferenza è negativa e spregevole come la violenza. L’indifferenza nasce dalla chiusura in sé stessi, dalla sfiducia, dalla rassegnazione». Al contrario, «la violenza si sconfigge con la solidarietà, con le relazioni umane, con l’inclusione, con il dialogo, con la comprensione delle opinioni e delle esigenze degli altri». Non solo: «In ogni tempo la violenza si è manifestata in modi diversi». Proprio per questo, «dobbiamo guardare alla violenza del nostro tempo per contrastarla, per sconfiggerla», è l’esortazione di Mattarella, che registra, nelle società di oggi, «la diffusione di un clima di avversione, di rancore, di reciproco rifiuto che spesso, come si legge nei recenti fatti di cronaca, sfocia nella violenza e giunge all’omicidio. Sui social, e non soltanto su di essi, vengono spesso amplificate parole di odio. Vengono accompagnate – ha osservato – da narrazioni create per generare sfiducia, paura, risentimento, per provocare divisioni, conflitti, scontri. Vengono rifiutate la realtà, il rispetto delle opinioni, la critica civile, la responsabilità personale di ciascuno» In particolare, «il diverso da sé stessi viene visto come un nemico, da combattere e da abbattere. Lungi dal considerare la diversità di opinione, di condizioni una sfida all’approfondimento, si ritiene che l’altro debba essere annientato». In questo modo, «la violenza rischia così di diventare ordinaria, banale; rischia di fare occultare il suo significato anti-umano e vi è chi arriva a farne ragione di vanto».
Nelle parole di Mattarella, «i giovani meritano maggiore rispetto e richiedono grande attenzione. Dobbiamo offrire ai giovani un orizzonte di speranza, che contempli la possibilità di una personale realizzazione», ha incalzato. A loro «come agli adulti, e forse particolarmente agli adulti» va ricordato che «”la violenza non è forza ma debolezza”. Lo scrisse Benedetto Croce, ma questo principio vale per sempre», ha ammonito il Capo dello Stato, aggiungendo che «chi crede di affermarsi usando la violenza, facendo del male ad altri, cercando di sottomettere chi gli è vicino, è una persona destinata al fallimento».
A conferma, ha citato le parole di «un grande uomo di pace e di civiltà»: Martin Luther King, secondo cui «”l’odio moltiplica l’odio e la violenza moltiplica la violenza”. È così, all’interno delle società e nel mondo, la pace, anche a livello internazionale, nasce da questo modo di pensare e di comportarsi. L’umanità celebra da sempre le persone che, con la loro vita, con i loro gesti, hanno diffuso senso di umanità, di giustizia, passione. Tra loro c’è Willy Monteiro Duarte», il tributo del Capo dello Stato, secondo cui «onorare Willy significa – come indica la Giornata del rispetto -costruire, a partire dalla realtà di ciascuno, dal quartiere di ciascuno, dalla scuola di ciascuno, un mondo dove l’amicizia non sia soltanto una relazione personale, ma, come Willy ha insegnato, sia fondamento della vita sociale».
16 settembre 2025
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