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Mercoledì 17 Settembre 2025 10:09

Amnesty: dall’Onu ulteriore conferma che a Gaza è genocidio



La segretaria generale Callamard commenta il rapporto della Commissione indipendente d'inchiesta presentata al Consiglio per i diritti umani. «Non c'è più tempo per le scuse»

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«Mentre le autorità e le forze israeliane intensificano la loro brutale campagna di distruzione, in particolare a Gaza City, il severo rapporto della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite fornisce un’ulteriore conferma di quanto Amnesty International e altre organizzazioni affermano da mesi: le autorità e le forze israeliane hanno commesso e stanno continuando a commettere genocidio nei confronti della popolazione palestinese di Gaza». A parlare è Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, commentando il rapporto presentato ieri, 16 settembre, dalla Commissione internazionale indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupato (Coi), compresa Gerusalemme Est, e Israele, alla 60ª sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

L’Onu ha concluso che le autorità e le forze israeliane hanno commesso e stanno continuando a commettere genocidio nella Striscia di Gaza occupata. «Sulla base del precedente rapporto, l’ultima relazione della Coi conclude che esistono motivi ragionevoli per affermare che le forze e le autorità israeliane hanno commesso quattro atti proibiti dalla Convenzione sul genocidio, ossia: uccidere membri del gruppo, infliggere loro gravi danni fisici o mentali, imporre deliberatamente al gruppo condizioni di vita intese a provocarne la distruzione fisica totale o parziale, imporre misure volte a impedire le nascite – precisa Callamard -. Fondamentale è che la Coi abbia inoltre concluso che le autorità e le forze israeliane hanno avuto e continuano ad avere l’intento genocidario di distruggere, in tutto o in parte, la popolazione palestinese della Striscia di Gaza. Dichiarazioni rese dalle autorità israeliane costituiscono prove dirette dell’intento genocidario, mentre il modello di condotta delle forze israeliane fornisce prove indirette sufficienti a farne derivare come unica inferenza ragionevole l’esistenza di tale intento».

Ora, conclude la segretaria generale di Amnesty, «non c’è più tempo per le scuse: con il moltiplicarsi delle prove del genocidio di Israele, la comunità internazionale non potrà dire di non sapere. Questo rapporto – incalza – deve indurre gli Stati ad agire immediatamente e a rispettare i loro obblighi giuridici e morali per fermare il genocidio in corso». Di qui l’esortazione a tutti gli Stati, «a cominciare da quelli che negli ultimi due anni hanno sostenuto Israele, a cambiare rotta, a dare ascolto alle conclusioni formulate da numerosi esperti e a fare tutto ciò che è in loro potere per proteggere la popolazione palestinese, fermare il genocidio in corso nella Striscia di Gaza e prevenirne la possibile estensione al resto del Territorio palestinese occupato».

17 settembre 2025

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