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Venerdì 19 Settembre 2025 11:09

A Fiumicino 41 rifugiati con i corridoi umanitari Caritas



11 famiglie, arrivate, attraverso la Giordania, da Yemen, Sudan e Somalia. Saranno accolte a Trieste, Pescara, Capua, Teggiano, Teano e Cerreto Sannita. Baturi (Cei): un «pellegrinaggio comunitario»

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11 famiglie di rifugiati sono arrivate ieri sera, 18 settembre, all’aeroporto di Fiumicino, accolte dagli operatori delle sei Caritas diocesane che ne accompagneranno l’accoglienza nelle rispettive comunità. In tutto 41 persone, arrivate attraverso i corridoi umanitari di Caritas italiana dalla Giordania, che provengono da Yemen, Sudan e Somalia. Saranno accolte a Trieste, Pescara, Capua, Teggiano, Teano e Cerreto Sannita.

Per alcuni giorni l’equipe di Caritas italiana, in collaborazione con Caritas Giordania, ha preparato le partenze e lavorato ai prossimi corridoi umanitari già programmati. «Giorni permeati da volti, storie e speranze – raccontano -. Abbiamo incontrato donne e uomini rifugiati. Nei loro racconti si sono intrecciati guerra e persecuzioni, studi interrotti e famiglie divise, torture e discriminazioni. Ma soprattutto abbiamo raccolto sogni di futuro: desiderio di pace, di lavoro, di normalità, di poter tornare a volare con ali che la violenza aveva spezzato». Nei colloqui si verificano i requisiti per l’accesso ai corridoi umanitari verso l’Italia, «una via sicura e legale, che permetterà a queste persone di ricominciare a vivere con dignità», affermano.

A queste esperienze di condivisione è dedicato il libro “L’altra strada” di Caritas italiana, che ne racconta l’importanza e la bellezza. «Sentiamoci davvero tutti chiamati a ripensare il concetto stesso di accoglienza, andando oltre l’assistenza di emergenza – scrive nella postfazione il direttore don Marco Pagniello -. Ogni parrocchia, ogni associazione, ogni cittadino può fare la differenza, partecipando attivamente alla costruzione di una società più giusta. La Chiesa, spesso come voce solitaria nel deserto, continua ad annunciare che l’integrazione è davvero possibile, animata dalla certezza che il servizio, il dono di sé, il desiderio di fraternità sono l’unica strada per costruire comunità inclusive e affermare la pace».

Nelle parole del segretario generale Cei Giuseppe Baturi, «i corridoi umanitari assumono, allora, la dimensione di un “pellegrinaggio comunitario”. È la comunità tutta che si mette in movimento, che si lascia evangelizzare dall’incontro reciproco, che scopre il senso profondo dell’ospitalità come stile e vocazione per tutti».

19 settembre 2025

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