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Mercoledì 24 Settembre 2025 09:09

L’assemblea capitolina a Rebibbia vara 7 ordini del giorno

assemblea capitolina a Rebibbia, 23 settembre 2025
assemblea capitolina a Rebibbia, 23 settembre 2025
Sette progetti approvati all'unanimità per interventi concreti in favore dei detenuti. Gualtieri auspica urgenti interventi nazionali finalizzati a porre fine al sovraffollamento. L'intervento di Alemanno. Il cappellano monsignor Fibbi sui suicidi in carcere: un dolore profondo perché ogni vita ci interroga

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assemblea capitolina a Rebibbia, 23 settembre 2025
assemblea capitolina a Rebibbia, 23 settembre 2025
Sette proposte per migliorare le condizioni di vita dei detenuti nel carcere di Rebibbia non “calate dall’alto” ma frutto dell’ascolto dei reclusi. Sette progetti messi all’ordine del giorno e approvati all’unanimità che vogliono essere un segno concreto di vicinanza tanto auspicato da Papa Francesco nell’Anno Santo dedicato alla speranza. Proprio nella casa circondariale romana Bergoglio aprì la seconda Porta Santa del Giubileo il 26 dicembre scorso.

Nella serata di ieri, 23 settembre, l’assemblea capitolina si è riunita nel teatro del nuovo complesso di Rebibbia per una seduta straordinaria dedicata alla condizione degli istituti penitenziari romani. In platea detenuti di Regina Coeli, due minori di Casal del Marmo, detenuti delle sezioni maschile e femminile di Rebibbia. Hanno applaudito all’ok dei 39 consiglieri a progetti che riguardano gli orti urbani, pet therapy, sport, inserimento nel mondo del lavoro, potenziamento della linea 311 dal lunedì al sabato, dalle 7 alle 15, giorni di colloqui con i familiari. E ancora: alle attività da fare con figli e nipoti per continuare ad essere genitori e nonni «oltre la pena» e non far gravare il peso degli errori sui propri affetti, il miglioramento delle condizioni di salute e infine la proposta di riunire le case circondariali di Roma all’interno del XVI Municipio.

L’assemblea capitolina in carcere non si vedeva da 23 anni. L’ultima fu il 12 novembre 2002 e il sindaco era Walter Veltroni. Da allora si sono succeduti 4 primi cittadini (esclusi i 2 commissari prefettizi). Ieri sera, nel teatro del carcere, si sono ritrovati in tre, che oggi ricoprono ruoli distinti. L’attuale Roberto Gualtieri e gli ex sindaci Virginia Raggi, oggi all’opposizione, e Gianni Alemanno, recluso dal 31 dicembre per violazione degli obblighi dei domiciliari. Con “Diario di cella”, pubblicato sui social, porta avanti una battaglia sulla condizione dei reclusi.

Le piaghe principali sono il sovraffollamento e i suicidi, due a Rebibbia nel solo mese di settembre. «Un lutto e un dolore profondo perché ogni vita ci interroga – commenta a Roma Sette il cappellano don Marco Fibbi -. Ci domandiamo se abbiamo fatto tutto il possibile». In merito alle strutture penitenziarie al limite della capienza, il sacerdote spiega che «anche a Rebibbia la condizione è molto critica. In parte, la questione riguarda il mancato ricorso alle misure alternative alla detenzione, che spesso non vengono concesse. I magistrati le applicano secondo propri criteri. Vi è poi un incremento dei capitoli di reato, ossia i reati che prevedono il carcere. È inevitabile che gli istituti penitenziari finiscano per scoppiare. Rebibbia dovrebbe accogliere poco più di mille persone, attualmente ci sono oltre 1.600 reclusi. Questo ricade anche sugli operatori in servizio». Sull’iniziativa di portare in carcere una seduta dell’assemblea capitolina riflette che «ogni singola e piccola iniziativa è decisiva. Sono stati toccati temi reali».

assemblea capitolina a Rebibbia, Svetlana Celli, 23 settembre 2025
Svetlana Celli
E l’intento era proprio quello di essere presenti «con sensibilità, attenzione e senso di responsabilità, convinti di poter tradurre questo momento in progetti concreti e azioni efficaci», ha affermato la presidente Svetlana Celli. Il sindaco Gualtieri non ha nascosto che la situazione carceraria a Roma «è particolarmente drammatica. Non siamo nelle condizioni di assolvere al dettato costituzionale per cui la pena ha una funzione di rieducazione», ha sottolineato. Facendo riferimento ai provvedimenti di indulto e amnistia, ha auspicato «urgenti interventi nazionali finalizzati a porre fine al sovraffollamento. Invece si introducono nuovi reati. La pena deve essere rieducativa. Nessuna condanna può privare del diritto alla speranza».

assemblea capitolina a Rebibbia, Maria Donata Iannantuono, 23 settembre 2025
Maria Donata Iannantuono
Ricordando i 61 suicidi in carcere in Italia dall’inizio dell’anno, la garante delle persone private della libertà personale Valentina Calderone ha specificato che indulto e amnistia «non sono una resa dello Stato, se lo Stato non è in grado di garantire i diritti». La direttrice dell’istituto, Maria Donata Iannantuono, ha spiegato che si lavora «per trasformare Rebibbia in un laboratorio di rinascita dove le persone possano acquisire nuove competenze. La detenzione può e deve essere una opportunità di cambiamento».

Per ogni punto all’ordine del giorno hanno preso la parola due detenuti. Il primo a parlare è stato l’ex sindaco ed ex ministro Gianni Alemanno, che ha parlato degli orti urbani, «un modo per riconnettere le persone al dato fondamentale dell’alimentazione e del cibo». La rieducazione in carcere è fondamentale per l’ex primo cittadino perché «si combatte la recidiva che è la base per superare la sicurezza del cittadino e non si risolve facendo marcire la gente in carcere». L’assemblea capitolina in carcere è stato un modo per «riammettere i detenuti nella comunità cittadina,» ha affermato prima di concludere il suo intervento con la citazione latina «anche noi siamo cittadini romani».

24 settembre 2025

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