Giovedì 25 Settembre 2025 09:09
Trump scuote l’Onu: attacchi su migranti, clima e Palestina


Toni duri, accuse alle Nazioni Unite, attacchi all’Europa, posizioni nette su Medio Oriente e Ucraina. Il discorso del presidente Usa solleva interrogativi sulla crisi del multilateralismo. Buonomo (Lateranense): «Il multipolarismo senza regole genera caos»
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Il discorso del presidente degli Stati uniti Donald Trump all’80ª Assemblea generale delle Nazioni unite ha scosso il Palazzo di Vetro. Con un intervento di 57 minuti, ben oltre i 15 regolamentari, Trump ha attaccato frontalmente l’Onu, criticato l’Europa sull’immigrazione, negato il cambiamento climatico e assunto posizioni nette su Palestina e Ucraina mettendo in luce la crisi del multilateralismo. Per analizzare significato e implicazioni di questo intervento, abbiamo incontrato Vincenzo Buonomo, professore di diritto internazionale alla Pontificia Università Lateranense, secondo il quale il multipolarismo è già realtà, ma senza regole condivise rischia di generare conflitti e polarizzazioni sempre più forti.
Professore, partiamo dalla forma: Trump ha parlato per quasi un’ora, ignorando il limite previsto. È solo una provocazione?
Dietro il comportamento di un capo di Stato non può esserci una semplice provocazione, ma una strategia politica. Parlare per 57 minuti, ignorando il limite di 15, è una dichiarazione di “forza”. Gli Stati Uniti contribuiscono per il 22% al bilancio Onu, e in questo modo Trump lo ha implicitamente ricordato.
Dietro il comportamento di un capo di Stato non può esserci una semplice provocazione, ma una strategia politica. Parlare per 57 minuti, ignorando il limite di 15, è una dichiarazione di “forza”. Gli Stati Uniti contribuiscono per il 22% al bilancio Onu, e in questo modo Trump lo ha implicitamente ricordato.
Il presidente Usa ha accusato l’Onu di essere inefficace, di «scrivere lettere con parole vuote».
Criticare un organismo internazionale è legittimo, ma quando si interviene in un contesto globale bisogna anche proporre una visione. Questo è mancato. E non solo nel discorso di Trump: oggi, negli interventi che si stanno susseguendo all’Onu, la visione condivisa sul futuro del multilateralismo e sulla direzione da assumere a livello globale sembra assente.
Criticare un organismo internazionale è legittimo, ma quando si interviene in un contesto globale bisogna anche proporre una visione. Questo è mancato. E non solo nel discorso di Trump: oggi, negli interventi che si stanno susseguendo all’Onu, la visione condivisa sul futuro del multilateralismo e sulla direzione da assumere a livello globale sembra assente.
Il multilateralismo è in crisi?
Sì. Dopo 80 anni, il sistema multilaterale di cui l’Onu è concreta espressione è stato sostituito da un multipolarismo in cui il più forte impone la propria agenda. Non riguarda solo le grandi potenze: anche attori regionali cercano di affermarsi. È una fase non nuova, ma che va interpretata per capire quali azioni siano possibili.
Sì. Dopo 80 anni, il sistema multilaterale di cui l’Onu è concreta espressione è stato sostituito da un multipolarismo in cui il più forte impone la propria agenda. Non riguarda solo le grandi potenze: anche attori regionali cercano di affermarsi. È una fase non nuova, ma che va interpretata per capire quali azioni siano possibili.
Trump ha parlato di “invasione” migratoria e ha accusato l’Onu di favorirla.
Le agenzie Onu come l’Oim o l’Alto Commissariato per i Rifugiati non sono entità autonome: riflettono esigenze, volontà e cultura degli Stati membri. Storicamente sostenute dagli Usa, oggi sono quasi paralizzate proprio perché gli Stati Uniti hanno smesso di finanziarle.
Le agenzie Onu come l’Oim o l’Alto Commissariato per i Rifugiati non sono entità autonome: riflettono esigenze, volontà e cultura degli Stati membri. Storicamente sostenute dagli Usa, oggi sono quasi paralizzate proprio perché gli Stati Uniti hanno smesso di finanziarle.
Stiamo assistendo a un declino della funzione dell’Onu?
L’Onu è nata per evitare una terza guerra mondiale. Ha gestito la guerra fredda, la fine della cortina di ferro, ma negli ultimi decenni, a partire dagli anni Novanta, ha gradualmente perso centralità. Era una cassa di risonanza per le controversie tra Stati riuscendo spesso a portarli intorno a un tavolo, garantiva stabilità. Oggi questa funzione è erosa da comportamenti unilaterali, non solo nei conflitti ma anche in ambito economico.
L’Onu è nata per evitare una terza guerra mondiale. Ha gestito la guerra fredda, la fine della cortina di ferro, ma negli ultimi decenni, a partire dagli anni Novanta, ha gradualmente perso centralità. Era una cassa di risonanza per le controversie tra Stati riuscendo spesso a portarli intorno a un tavolo, garantiva stabilità. Oggi questa funzione è erosa da comportamenti unilaterali, non solo nei conflitti ma anche in ambito economico.
Come nel caso dei dazi?
Esatto. È il passaggio da regolazioni multilaterali a bilaterali. Dal 1993 avevamo un sistema efficace. Oggi prevalgono accordi tra singoli Stati, che soddisfano solo gli interessi dei contraenti, non della comunità globale.
Esatto. È il passaggio da regolazioni multilaterali a bilaterali. Dal 1993 avevamo un sistema efficace. Oggi prevalgono accordi tra singoli Stati, che soddisfano solo gli interessi dei contraenti, non della comunità globale.
Trump ha respinto il riconoscimento dello Stato di Palestina. Che significato ha?
Il riconoscimento non crea lo Stato, ma è un atto politico che afferma il diritto di un popolo ad avere una patria. Gli accordi di Oslo già nel 1993 prevedevano uno Stato palestinese in uno spazio preciso. Oggi quello spazio non esiste più: né a Gaza, né in Cisgiordania. Dove l’occupazione non è militare, ci pensano i coloni a sottrarre gradualmente terre ai palestinesi.
Il riconoscimento non crea lo Stato, ma è un atto politico che afferma il diritto di un popolo ad avere una patria. Gli accordi di Oslo già nel 1993 prevedevano uno Stato palestinese in uno spazio preciso. Oggi quello spazio non esiste più: né a Gaza, né in Cisgiordania. Dove l’occupazione non è militare, ci pensano i coloni a sottrarre gradualmente terre ai palestinesi.
Sul conflitto in Ucraina, Trump ha invocato sanzioni ma ha chiesto che anche l’Europa agisca.
Le sanzioni sono strumenti del diritto internazionale per reintegrare uno Stato che abbia violato le regole. Se diventano pressioni politiche soggettive, perdono efficacia. Il caso Russia lo dimostra.
Le sanzioni sono strumenti del diritto internazionale per reintegrare uno Stato che abbia violato le regole. Se diventano pressioni politiche soggettive, perdono efficacia. Il caso Russia lo dimostra.
Le parole di Trump sono messaggi politici ben precisi?
Senza dubbio. Possono essere interpretate in modi diversi, ma hanno una ricaduta concreta sulle relazioni internazionali. Dimostrano quanto sia urgente ripensare l’Onu. Una riforma non più rinviabile, che però non può venire solo dall’alto: serve anche il coinvolgimento della società civile.
Senza dubbio. Possono essere interpretate in modi diversi, ma hanno una ricaduta concreta sulle relazioni internazionali. Dimostrano quanto sia urgente ripensare l’Onu. Una riforma non più rinviabile, che però non può venire solo dall’alto: serve anche il coinvolgimento della società civile.
Guterres ha detto che il multipolarismo senza istituzioni multilaterali efficaci genera caos. È d’accordo?
Sì. Il multipolarismo, se non regolato, porta instabilità. Il nostro impegno deve essere capire dove vogliamo andare. Ma per farlo servono un discernimento completo delle situazioni e una visione condivisa. (Giovanna Pasqualin Traversa)
Sì. Il multipolarismo, se non regolato, porta instabilità. Il nostro impegno deve essere capire dove vogliamo andare. Ma per farlo servono un discernimento completo delle situazioni e una visione condivisa. (Giovanna Pasqualin Traversa)
25 settembre 2025
25 settembre 2025
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