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Venerdì 26 Settembre 2025 12:09

Anche Telefono Azzurro dice “Stop alla guerra”



L'associazione a New York per l'evento organizzato dalla rete Early Childhood Peace Consortium, in occasione dell'80ª Assemblea generale Onu. «Costruire la pace partendo dai piccoli»

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Anche Telefono Azzurro partecipa all’evento organizzato a New York dalla rete Early Childhood Peace Consortium (Ecpc) in occasione dell’80ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, ribadendo il suo  “Stop alla guerra!”. «Occorre fermare la guerra sui bambini e costruire la pace partendo dai bambini», sottolinea il presidente Ernesto Caffo.

Oggi i bambini rappresentano «una delle categorie più vulnerabili nei conflitti armati», evidenziano dall’associazione, parlando di scuole e ospedali bombardati, comunità distrutte, milioni di minori esposti a traumi, violenza e malnutrizione. Solo nel 2024, le violazioni contro i bambini nei contesti di guerra sono aumentate del 25%. Eppure, «la letteratura scientifica mostra che esiste una via per fermare questa tendenza. Se da una parte è vero che i traumi vissuti nei primi anni di vita possono trasmettersi di generazione in generazione, dall’altra interventi precoci – come programmi di sostegno alla genitorialità, educazione prescolare e supporto psicosociale – possono rappresentare soluzioni concrete per supportare i bambini nel loro percorso di crescita».

In occasione dell’evento, la rete Ecpc – di cui Caffo è tra i fondatori – ha presentato il suo Piano strategico 2025-2030. Tra gli obiettivi: integrare lo sviluppo della prima infanzia nelle politiche globali e nei documenti Onu; diffondere programmi educativi e di sostegno alla genitorialità nelle aree colpite dai conflitti; rafforzare la ricerca sul legame tra bambini e costruzione della pace;  formare nuove generazioni di leader impegnati nella promozione della pace.

Nelle parole del presidente di Telefono Azzurro, «la pace non nasce solo dagli accordi politici: si costruisce a partire dai bambini, sostenendoli assieme alle famiglie fin dai primi anni di vita. Accompagnare e ascoltare i ragazzi fin dalla giovane età significa non solo tutelare i loro diritti fondamentali ma anche partecipare alla crescita degli adulti del futuro fornendo loro la capacità di vivere in comunità pacifiche, solidali e rispettose delle diversità – aggiunge -. Promuovere benessere, educazione e protezione vuol dire investire in una società più giusta e inclusiva, in cui ogni bambino può sentirsi parte attiva del proprio futuro e di quello della collettività».

26 settembre 2025

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