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Venerdì 26 Settembre 2025 10:09

La Metromare deve diventare la Metro E: forse arriveranno nuovi treni

Il Comune di Roma ha dato il proprio assenso allo “sfruttamento” della propria gara d’appalto per fornire, anche alla Regione Lazio, sette ulteriori treni per la Roma Lido, oggi nota con il nome “metromare”. I 7 treni si andranno ad aggiungere ai 36 già contrattualizzati con Hitachi, il cui primo treno della Linea B sta per essere avviato al servizio passeggeri. Il terzo treno della Linea B arriverà invece nella notte tra il 28 e il 29 settembre. Noi salutiamo molto positivamente questa soluzione. Ma è necessaria una riflessione. Si tratta dell’ennesima occasione in cui la Roma Lido può avere una continuità del servizio solamente grazie all’integrazione con le metro romane e all’intervento del Comune. La Regione Lazio, ininterrottamente e soprattutto a partire dal 2013, ha una gestione pessima delle ferrovie ex concesse, sia come obiettivi, sia come risultati. Questo è dovuto essenzialmente ad un’idea sbagliata su cosa sia e cosa debba essere la Roma Lido. Mentre la Roma Lido è in tutto e per tutto una metropolitana dal punto di vista tecnico, la si vuole ostinatamente trattare come una ferrovia, sul piano giuridico. La Regione Lazio, grazie all’autonomia concessale dal titolo V della Costituzione, potrebbe decidere oggi stesso di trattare la Roma Lido come metropolitana anche giuridicamente, semplificando notevolmente il quadro normativo e rendendo molto più efficace l’azione amministrativa. Ci si è invece fossilizzati, negli ultimi anni, solamente su chi fosse il gestore dell’infrastruttura. Bene: a distanza di tre anni e dopo un decennio di dibattito, si dimostrano tutte chiacchere inutili. A nulla è servito l’acquisto del ramo concesse di ATAC da parte di Cotral. Anzi, possiamo dire con tutta serenità che le cose vanno anche peggio, se guardiamo a quante centinaia di milioni la Regione ha per le ferrovie concesse e non sta spendendo, o che, nei rari casi, sta spendendo malissimo. Proprio perché l’obiettivo è errato. Tra tanti esempi prendiamo l’assurda idea di installare un sistema di segnalamento ferroviario riciclato dalle reti RFI, l’SCMT, al posto dell’attuale (e comunque più performante) derivato dalle metro romane. Non si capisce perché si voglia ostinatamente trattare come ferrovia ciò che ferrovia non è: la Roma Lido è una metropolitana. La Metromare è una metropolitana ed è di fatto un pezzo della Linea B. Se non ci fosse stata l’integrazione tra Roma Lido e Metro B, oggi la Roma Lido sarebbe semplicemente chiusa. Il fatto che i nuovi treni della Lido saranno letteralmente comprati dalla Metro B ne è l’ennesima riconferma, che però non può più passare inosservata. Si deve pretendere che la Regione Lazio attui gli indirizzi comunali e metropolitani espressi nei PUMS del Comune e della Città Metropolitana e che attui quanto indicato nel Piano Regolatore Generale, approvato dalla stessa Regione, ovvero la “trasformazione” della Roma Lido in metropolitana: la metro E. La Regione può e deve perseguire non una minore bensì una maggiore integrazione tra Metro E e Metro B. Può farlo rendendo organici a questo gli interventi tra Roma Lido e Metro B, semplicemente con piccoli accorgimenti ragionati, invece di buttare denaro per rendere ferrovia ciò che ferrovia non è. Può faro, ad esempio abbassando, la linea di contatto durante i previsti lavori di sostituzione e allargando le banchine, per rendere identica la sagoma delle due linee. Può farlo anche dichiarando, finalmente, la Roma Lido come metropolitana ai sensi della Norma UNI8379, come già fatto con dichiarando tranvia la Termini-Centocelle. Continuare a relegare la metropolitana per Ostia al ruolo di un trenino di provincia non è più sopportabile. L’ESEMPIO DELLA LINEA ARCOBALENO Un caso del tutto analogo a quello di Roma Lido e metro B esiste ed è quello della Linea 1 e della Linea Arcobaleno di Napoli. Una è una ferrovia metropolitana in gestione regionale, classificata e gestita come metropolitana, l’altra è una metropolitana urbana tradizionale. Le due linee condividono la stazione di Piscinola, il materiale rotabile (che è stato acquistato in un’unica fornitura) e con il completamento dell’anello metropolitano a Capodichino condivideranno anche il servizio per la tratta comune, sugli stessi binari. Semplicemente in Campania si è fatto quello che è perfettamente concesso dalla legge e dei principi di autonomia regionale: si è adattata la normativa al fine di permettere il miglior servizio, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. Solo nel Lazio, non si capisce perché, questo è impossibile.    

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Il Comune di Roma ha dato il proprio assenso allo “sfruttamento” della
propria gara d’appalto
per fornire, anche alla Regione Lazio, sette ulteriori treni per la Roma Lido, oggi nota con il nome “metromare”.

I 7 treni si andranno ad aggiungere ai 36 già contrattualizzati con Hitachi, il cui primo treno della Linea B sta per essere avviato al servizio passeggeri. Il terzo treno della Linea B arriverà invece nella notte tra il 28 e il 29 settembre.

Noi salutiamo molto positivamente questa soluzione. Ma è necessaria una riflessione.

Si tratta dell’ennesima occasione in cui la Roma Lido può avere una continuità del servizio solamente grazie all’integrazione con le metro romane e all’intervento del Comune. La Regione Lazio, ininterrottamente e soprattutto a partire dal 2013, ha una gestione pessima delle ferrovie ex concesse, sia come obiettivi, sia come risultati. Questo è dovuto essenzialmente ad un’idea sbagliata su cosa sia e cosa debba essere la Roma Lido. Mentre la Roma Lido è in tutto e per tutto una metropolitana dal punto di vista tecnico, la si vuole ostinatamente trattare come una ferrovia, sul piano giuridico. La Regione Lazio, grazie all’autonomia concessale dal titolo V della Costituzione, potrebbe decidere oggi stesso di trattare la Roma Lido come metropolitana anche giuridicamente, semplificando notevolmente il quadro normativo e rendendo molto più efficace l’azione amministrativa.

Ci si è invece fossilizzati, negli ultimi anni, solamente su chi fosse il gestore dell’infrastruttura. Bene: a distanza di tre anni e dopo un decennio di dibattito, si dimostrano tutte chiacchere inutili.

A nulla è servito l’acquisto del ramo concesse di ATAC da parte di Cotral. Anzi, possiamo dire con tutta serenità che le cose vanno anche peggio, se guardiamo a quante centinaia di milioni la Regione ha per le ferrovie concesse e non sta spendendo, o che, nei rari casi, sta spendendo malissimo. Proprio perché l’obiettivo è errato. Tra tanti esempi prendiamo l’assurda idea di installare un sistema di segnalamento ferroviario riciclato dalle reti RFI, l’SCMT, al posto dell’attuale (e comunque più performante) derivato dalle metro romane. Non si capisce perché si voglia ostinatamente trattare come ferrovia ciò che ferrovia non è: la Roma Lido è una metropolitana. La Metromare è una metropolitana ed è di fatto un pezzo della Linea B.

Se non ci fosse stata l’integrazione tra Roma Lido e Metro B, oggi la Roma Lido sarebbe semplicemente chiusa. Il fatto che i nuovi treni della Lido saranno letteralmente comprati dalla Metro B ne è l’ennesima riconferma, che però non può più passare inosservata.

Si deve pretendere che la Regione Lazio attui gli indirizzi comunali e metropolitani espressi nei PUMS del Comune e della Città Metropolitana e che attui quanto indicato nel Piano Regolatore Generale, approvato dalla stessa Regione, ovvero la “trasformazione” della Roma Lido in metropolitana: la metro E. La Regione può e deve perseguire non una minore bensì una maggiore integrazione tra Metro E e Metro B.

Può farlo rendendo organici a questo gli interventi tra Roma Lido e Metro B, semplicemente con piccoli accorgimenti ragionati, invece di buttare denaro per rendere ferrovia ciò che ferrovia non è. Può faro, ad esempio abbassando, la linea di contatto durante i previsti lavori di sostituzione e allargando le banchine, per rendere identica la sagoma delle due linee.

Può farlo anche dichiarando, finalmente, la Roma Lido come metropolitana ai sensi della Norma UNI8379, come già fatto con dichiarando tranvia la Termini-Centocelle.

Continuare a relegare la metropolitana per Ostia al ruolo di un trenino di provincia non è più sopportabile.

Un caso del tutto analogo a quello di Roma Lido e metro B esiste ed è quello della Linea 1 e della Linea Arcobaleno di Napoli. Una è una ferrovia metropolitana in gestione regionale, classificata e gestita come metropolitana, l’altra è una metropolitana urbana tradizionale. Le due linee condividono la stazione di Piscinola, il materiale rotabile (che è stato acquistato in un’unica fornitura) e con il completamento dell’anello metropolitano a Capodichino condivideranno anche il servizio per la tratta comune, sugli stessi binari.

Semplicemente in Campania si è fatto quello che è perfettamente concesso dalla legge e dei principi di autonomia regionale: si è adattata la normativa al fine di permettere il miglior servizio, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza.

Solo nel Lazio, non si capisce perché, questo è impossibile.

 

 

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