Concluso a Firenze il 56° Incontro nazionale di studi dell'associazione. L'appello del presidente per la Global Sumud Flotilla e la denuncia alla corsa al riarmo: «Difendere la pace con la guerra, paradossa che consegna debiti e insicurezza ai giovani»

L'articolo proviene da .

Concluso con l’intervento del presidente nazionale Emiliano Manfredonia il 56° Incontro nazionale di studi delle Acli, a Firenze. A fare da filo conduttore, il tema della democrazia e quindi il ruolo della politica. Nelle parole di Manfredonia, «la prospettiva ultima per i cristiani non è la sicurezza ma la salvezza, perché la sicurezza, costruita dall’uomo, rischia di diventare chiusura e conflitto; la salvezza invece è dono, si costruisce giorno per giorno nella giustizia, nel perdono, nella cura reciproca. È questo lo sguardo che serve oggi, oltre le paure, per ritessere la democrazia», è la tesi.

Guardando in questa direzione, il presidente Acli ha messo in guardia dal rischio di ridurre la politica a strumento di stigmatizzazione e divisione. «La stessa paura, tradotta in azione politica, ad alcuni fornisce solo l’occasione per demonizzare un atto dall’alto valore profetico come quello della Flotilla, invece di sforzarsi di riconoscerne il valore e offrire mediazione, come hanno fatto i cardinali Zuppi e Pizzaballa e il presidente Mattarella». Il riferimento è alla missione umanitaria navale diretta verso la Striscia di Gaza: imbarcazioni provenienti da 44 Paesi cariche di aiuti umanitari e operatori, pronte a rompere il blocco navale nonostante le minacce arrivate da Israele e ai tentativi di , promossi anche dal capo dello Stato.

Legata a doppio filo, la denuncia della corsa globale al riarmo. «La spesa militare mondiale ha raggiunto cifre record, e l’Europa rischia di sacrificare il Green deal per il Re-ArmEu – ha avvertito Manfredonia -. Difendere la pace con la guerra è un paradosso che consegna debiti e insicurezza alle nuove generazioni. La pace, invece, è pienezza di vita, e richiede politiche di giustizia sociale, lavoro dignitoso e cooperazione internazionale». Le Acli «vogliono essere un cortile aperto, animare spazi di partecipazione e continuare a credere che la speranza non delude. Perché il cambiamento comincia da noi, ma non finisce con noi».

Nell’ultima giornata di convegno è stato presentato anche il Patto tra associazioni per sostenere la partecipazione dei giovani, sottoscritto da Acli insieme ad ActionAid, Agesci, Arci, Azione cattolica e Focolari, maturato sulla base della ricerca Iref presentata durante le giornate di lavoro, sul tema  “Né dentro, né contro? I giovani e la politica: percezioni, esperienze e condizioni di partecipazione”. Il documento chiede un’alleanza con le istituzioni politiche, scolastiche e territoriali per la partecipazione degli under35, con l’istituzione di spazi gratuiti e accessibili – case della cittadinanza giovanile, laboratori, luoghi digitali e fisici di protagonismo – e un’educazione civica e democratica più diffusa, esperienziale e continuativa già a partire dalla scuola.

29 settembre 2025

L'articolo proviene da .