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Lunedì 29 Settembre 2025 09:09

Il catechismo, «”strumento di viaggio” che ripara da individualismo e discordie»

giubileo dei catechisti, papa leone xiv, 28 settembre 2025
giubileo dei catechisti, papa leone xiv, 28 settembre 2025
Presieduta dal Papa la Messa per il Giubileo dei catechisti, nella quale ne ha istituiti 39. «Alle porte dell'opulenza sta oggi la miseria di interi popoli», il riferimento alla parabola di Lazzaro e del ricco epulone. Il 1° novembre Newman dottore della Chiesa

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giubileo dei catechisti, papa leone xiv, 28 settembre 2025
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Quanti Lazzaro bussano ancora oggi alle porte di un mondo che resta indifferente. La parabola del ricco epulone, l’uomo che nel Vangelo è immerso nell’abbondanza ma ha perso la sua identità e sé stesso, a distanza di oltre duemila anni resta «purtroppo, molto attuale». È un invito alla conversione del cuore perché «alle porte dell’opulenza sta oggi la miseria di interi popoli, piagati dalla guerra e dallo sfruttamento. Quanti Lazzaro muoiono davanti all’ingordigia che scorda la giustizia, al profitto che calpesta la carità, alla ricchezza cieca davanti al dolore dei miseri». Rappresentano «una catechesi ancora più efficace» durante il Giubileo della speranza, specie quando «siamo tentati dall’ingordigia e dall’indifferenza». Si tratta di uomini, donne, bambini che all’ombra delle grandi metropoli attendono che la nostra fede si traduca in azione concreta, in «impegno per la giustizia e di ricerca sincera della pace».

Superare l’indifferenza verso gli ultimi facendo della carità l’impegno quotidiano è l’invito di Papa Leone XIV che ieri, 28 settembre, ha presieduto la Messa in piazza San Pietro in occasione del Giubileo dei catechisti. Al termine della celebrazione e prima della preghiera dell’Angelus ha annunciato che il 1° novembre, in occasione del Giubileo del mondo dell’educazione, conferirà il titolo di dottore della Chiesa a san John Henry Newman, che contribuì in modo decisivo «al rinnovamento della teologia e alla comprensione della dottrina cristiana nel suo sviluppo».

giubileo dei catechisti, papa leone xiv, 28 settembre 2025
giubileo dei catechisti, papa leone xiv, 28 settembre 2025
Sotto un caldo sole dell’ultima domenica di settembre, erano in poco più di 35mila, simbolicamente abbracciati dal colonnato del Bernini, provenienti da Corea, Brasile, Portogallo, Senegal, Bolivia, Messico, come testimoniato anche dalle tante bandiere sventolate dai fedeli. Laici di tutte le età impegnati nelle proprie parrocchie per diffondere il Vangelo. In 39 sono stati istituiti da Prevost. Si tratta di 19 uomini e di 20 donne, tra le quali 3 italiane: Anna Lancia dell’arcidiocesi di Pescara-Penne, Silvia Mancini della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e Tiziana Piva della diocesi di Mantova. Hanno pronunciato il proprio “eccomi”, rendendosi disponibili al servizio. Si sono inginocchiati davanti al Papa e, al termine della preghiera di benedizione, singolarmente hanno ricevuto dalle sue mani il crocifisso come segno della loro speciale vocazione. «Annunciate il Signore con la vita, con le azioni e con la parola», la preghiera che ha accompagnato il rito. «Il nome del ministero che svolgete viene dal verbo greco katēchein, che significa istruire a viva voce, far risuonare – ha detto il Papa -. Ciò vuol dire che il catechista è persona di parola, una parola che pronuncia con la propria vita».

giubileo dei catechisti, papa leone xiv, 28 settembre 2025
giubileo dei catechisti, papa leone xiv, 28 settembre 2025
Nell’omelia Leone ha riflettuto che nella parabola la misericordia di Dio accoglie e giudica con equità. Alla morte di Lazzaro cessano tutte le sue sofferenze, così come finiscono gli sfarzi del ricco. «Dio fa giustizia verso entrambi», le parole di Prevost, il quale ha ricordato che lo stesso brano fu letto anche in occasione del Giubileo dei catechisti celebrato nel settembre 2016, durante l’Anno Santo della misericordia. «Papa Francesco – ha detto – evidenziò che Dio redime il mondo da ogni male, dando la sua vita per la nostra salvezza. La sua azione è inizio della nostra missione, perché ci invita a donare noi stessi per il bene di tutti».

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Un’altra provocazione è contenuta nel dialogo tra il ricco epulone e Abramo. Il primo vorrebbe salvare i suoi fratelli, risvegliarli dalla loro indifferenza e chiede che venga mandato loro Lazzaro. Abramo spiega che se non si è disposti ad ascoltare i profeti, si resta ciechi anche davanti a un uomo risorto dai morti. «Le parole della Scrittura non ci vogliono deludere o scoraggiare, ma destano la nostra coscienza – ha affermato il pontefice -. Ascoltare Mosè e i Profeti significa fare memoria dei comandamenti e delle promesse di Dio, la cui provvidenza non abbandona mai nessuno. Il Vangelo ci annuncia che la vita di tutti può cambiare, perché Cristo è risorto dai morti. Questo evento è la verità che ci salva: perciò va conosciuta e annunciata, ma non basta. Va amata: è quest’amore che ci porta a comprendere il Vangelo, perché ci trasforma aprendo il cuore alla parola di Dio e al volto del prossimo».

I primi catechisti sono i genitori perché, ha spiegato Prevost, «tutti siamo stati educati a credere mediante la testimonianza di chi ha creduto prima di noi. Da bambini e da ragazzi, da giovani, poi da adulti e anche da anziani, i catechisti ci accompagnano nella fede condividendo un cammino costante, come avete fatto voi in questi giorni, nel pellegrinaggio giubilare. Questa dinamica coinvolge tutta la Chiesa». Il catechismo, ha concluso, «è lo “strumento di viaggio” che ci ripara dall’individualismo e dalle discordie, perché attesta la fede di tutta la Chiesa cattolica». Al termine della celebrazione il Papa ha fatto il giro della piazza in papamobile.

29 settembre 2025

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