Martedì 30 Settembre 2025 09:09
Carlo Casini e Shahbaz Bhatti: quando la politica è “via alla santità”


Nella Sala Zuccari del Senato il convegno dedicato al fondatore del Movimento per la Vita e al politico pakistano ucciso per il suo impegno per la libertà religiosa. Il cardinale Reina: «Hanno accolto il grido evangelico in difesa dei poveri del mondo»
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Si aprirà a breve la causa di beatificazione di Carlo Casini, fondatore del Movimento per la Vita. Nei prossimi giorni la diocesi di Roma pubblicherà l’editto che darà il via al processo. È scoppiato un grande applauso, nella Sala Zuccari del Senato, quando l’onorevole Luisa Capitanio Santolini, presidente dell’Associazione parlamentare amici del Pakistan e presidente dell’Associazione Amici di Carlo Casini, ha dato la notizia. È iniziato così ieri pomeriggio, 29 settembre, il convegno “La politica via alla santità”, promosso su iniziativa del senatore Pierantonio Zanettin (FI), per rendere omaggio proprio a Carlo Casini e a Shahbaz Bhatti, politico pakistano ucciso nel 2011 da un commando terrorista per il suo impegno per la libertà religiosa. La loro vita è «un’eredità importante in un momento storico in cui si avverte la necessità di leader credibili e di testimoni coerenti», ha sottolineato il cardinale vicario Baldo Reina, che ha aperto l’incontro con una lectio magistralis.
Entrambi, ha detto il porporato citando san Paolo VI, «dimostrano che è possibile vivere la politica come forma più alta di carità». E che «la fede non ha confini o terreni privilegiati per fiorire, perché la santità è la vocazione di ogni battezzato e riguarda anche coloro che operano nella dimensione pubblica, massimamente rappresentata dal nobile impegno politico». Casini e Bhatti, ha aggiunto Reina, ci insegnano che «che non si può realizzare la pace senza la tutela della vita umana, che non esiste solidarietà senza sussidiarietà, così come il bene comune senza giustizia, e la dignità della persona senza il suo rispetto dal concepimento alla morte naturale». Le loro azioni testimoniano che «hanno riconosciuto il volto del Signore nei fratelli e nelle sorelle perseguitati anche a causa della fede, e in coloro che sono concepiti e non ancora nati, anch’essi perseguitati dalla mentalità dello scarto».
Ed è proprio nella difesa dei diritti dell’uomo, secondo il cardinale, «che la loro figura brilla di luce intensa». Perché «hanno accolto il grido evangelico in difesa dei poveri del mondo, di quanti sono minacciati, disprezzati o oppressi nei loro diritti umani fondamentali, quelli della vita e della libertà religiosa». Il loro esempio, ha rimarcato, è «un messaggio per tutti coloro che hanno responsabilità politiche e istituzionali».
Le loro vite sono state al centro anche delle parole di Marina Casini, figlia di Casini e presidente del Movimento per la Vita italiano, e di Paul Bhatti, fratello di Shahbaz e chairman dell’Apma – All Pakistan minorities alliance. «Ha servito la politica, non se ne è servito – ha detto Casini parlando del padre -. Era convinto che riconoscere nell’essere umano appena concepito uno di noi, cioè un uguale in dignità, rendesse lo sguardo più limpido per riconoscere l’infinita dignità di tutti e per dare solido fondamento ai cardini della comunità umana: pace, giustizia, libertà, democrazia».
Molto sentito anche il ricordo di Paul Bhatti. «La fede lo ha spinto a seguire i più deboli – ha detto il fratello -, non solo i cristiani, ma ogni persona. Promuovendo il dialogo interreligioso, sognava la bellezza e la diversità di una società in cui si potesse vivere senza leggi discriminatorie e divisioni».
Numerosi sono stati gli omaggi e gli interventi di amici, collaboratori ed esponenti della politica e delle istituzioni italiane, tra cui Andrea De Priamo (FdI), che ha definito Casini e Bhatti «due figure luminose». A chiudere l’incontro l’intervento di Shaid Mobeen, fondatore dell’Associazione pakistani cristiani in Italia e presidente della Consulta italiana sulla libertà religiosa nel mondo. «Entrambi – ha detto – sono stati modelli di santità in luoghi dove è difficile essere coerenti, portando il Vangelo come vera testimonianza di vita». Visibilmente emozionata, in prima fila, la moglie di Casini, Maria. «Mio marito per me è stato tutto. Per lui vivere il bene comune era il massimo, perché al centro c’era sempre l’amore di Dio».
30 settembre 2025
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