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Mercoledì 1 Ottobre 2025 09:10

La Chiesa italiana e il progetto di un ospedale a Gaza



Lo ha annunciato il segretario generale Cei Baturi nella sua visita in Terra Santa, dal 27 al 30 settembre. «Vogliamo essere con queste comunità, con questa Chiesa, in un'amicizia di fede e di operatività». Pizzaballa: «La speranza ha bisogno di rete»

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Una vicinanza che si fa preghiera ma anche fraternità, solidarietà concreta. «Stiamo lavorando con il Patriarcato latino di Gerusalemme a un grande progetto per l’apertura di un ospedale dentro Gaza». Lo annuncia il segretario generale Cei Giuseppe Baturi al termine della sua visita in Terra Santa, dal 27 al 30 settembre. «C’è un problema sanitario molto serio e vogliamo farcene carico insieme al Patriarcato: è un impegno concreto, che vedrà mobilitate tante energie – spiega -. Vogliamo inoltre  sostenere le famiglie, i parroci che ci hanno segnalato bisogni alimentari, ma anche di lavoro per i giovani, di case e di istruzione. Questa, in particolare, è energia di pace, perché forma la coscienza e apre al futuro. Vogliamo essere con queste comunità, con questa Chiesa, in un’amicizia di fede e di operatività».

Per questa vicinanza, «in questo momento difficile di solitudine e di abbandono», esprime il suo «sincero ringraziamento» il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa. «Sappiamo che non sono visite scontate – afferma in riferimento alle giornate di Baturi in Terra Santa – e sappiamo, come ci siamo detti in questi giorni, che tutto questo è vero e sentito. Lo abbiamo percepito in questi mesi da parte di tante Chiese italiane: una vicinanza reale». Il cardinale parla di «giornate di condivisione che sono state molto utili». Lo testimoniano gli incontri avuti in diversi villaggi e quello «con alcuni sacerdoti riuniti in ritiro: ci hanno detto di sentire il bisogno, e di essere grati, per questa empatia e vicinanza di cui hanno necessità, al di là dei progetti», riferisce il cardinale.

Anche il segretario generale Cei racconta di «una visita fraterna per comunicare alla Chiesa guidata dal cardinale Pizzaballa la solidarietà e la fraternità delle Chiese che sono in Italia. Vogliamo condividere nella fede la speranza di un mondo migliore, ma anche lo sdegno per una violenza ingiusta che calpesta la dignità dell’uomo», aggiunge,  ricordando le conclusioni del Consiglio permanente Cei riunito a Gorizia: «È necessario che le ingiuste violenze si fermino, che siano liberati gli ostaggi e che cessino gli attacchi contro un popolo che non può essere punito in questo modo». Allo stesso tempo, prosegue annunciando il progetto dell’ospedale, «stiamo condividendo delle iniziative, perché la fede, la denuncia e la speranza richiedono anche un aiuto concreto».

Non solo. La visita è stata anche l’occasione per verificare la possibilità di un pellegrinaggio da parte di rappresentanti dell’episcopato italiano, sulla scorta di quanto già avvenuto con alcune Conferenze episcopali regionali. «Vogliamo rilanciare il pellegrinaggio come pratica capace di stringere legami con le comunità, non solo di visitare i luoghi – sono ancora le parole di Baturi -. Questo appello ci è venuto da tanti parroci, sia della Giudea che della Galilea. Faremo dunque un pellegrinaggio come vescovi italiani e ne promuoveremo tanti altri: è una forma concreta di vicinanza e solidarietà». Lo conferma il patriarca Pizzaballa: «La speranza ha bisogno di gesti, di parole, ma soprattutto di un contesto dove si fa rete, dove si costruisce unità e comunità. Nei grandi contesti di dolore e sofferenza, c’è bisogno di avere qualcuno vicino che ti sostenga e ti aiuti. In questo senso, tutto ciò diventa un segno di speranza».

1° ottobre 2025

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