Sabato 20 Settembre 2025 12:09
Cucina e Astrologia nell’Antica Roma! – Settembre
Benvenuti alla rubrica mensile Cucina e Astrologia nell’Antica Roma! Ispirata al libro “L’arte della tavola nella Roma Imperiale” di P. Drachline e C. Petit-Castelli, rinnoviamo l’appuntamento della rubrica culinaria per il mese di settembre. Nell’antica Roma, sebbene non esistessero “ricette zodiacali”, si credeva che la dieta fosse influenzata dagli astri e dalle divinità. Nel Satyricon di Petronio, il celebre […]
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Ispirata al libro “L’arte della tavola nella Roma Imperiale” di P. Drachline e C. Petit-Castelli, rinnoviamo l’appuntamento della rubrica culinaria per il mese di settembre.
Nell’antica Roma, sebbene non esistessero “ricette zodiacali”, si credeva che la dieta fosse influenzata dagli astri e dalle divinità. Nel Satyricon di Petronio, il celebre episodio di Trimalcione descrive un vassoio con i dodici segni zodiacali, ciascuno accompagnato da un piatto specifico, intrecciando cucina e simbolismo astrale.
Unisciti a noi ogni mese per scoprire la storia, i sapori e i segreti della cucina dell’antica Roma, celebrando le tradizioni della nostra capitale attraverso piatti che raccontano la sua ricca cultura!

Scultura in marmo di epoca romana. Conservata al Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen
Petronio nel suo scritto associa il segno zodiacale della Vergine alla “vulva di scrofa sterile”.
Come si sul dire: “Del Maiale non si butta via niente”. Ed è proprio così! Questo detto racchiude una tradizione millenaria dove per generazioni il sostentamento dell’uomo dipendeva dalla capacità di sfruttare al massimo le risorse, e nel caso del maiale, non veniva davvero buttato nulla neanche gli apparati riproduttivi come l’utero e le mammelle.
Sembra infatti fossero delle parti dell’animale estremamente pregiate, soprattutto se colme di latte. Inoltre, i romani facevano follie per questi pregiati tagli, ambedue, secondo l’editto di Diocleziano, erano considerati costosissimi.
Al giorno d’oggi questi ingredienti non sono più utilizzati, quindi vi proponiamo una ricetta che ha come elemento principale il maiale, super appetitosa, da preparare in queste giornate di fine estate!

Ada Boni
L’agrodolce nasce dall’incontro tra aceto e zucchero. Un incontro che risale già alle ricette di Apicio, nome emblematico della cucina e dell’antica Roma.
Ada Boni, romana e una delle prime gastronome e giornaliste italiane di cucina, tramanda la ricetta del Maiale in Agrodolce: “..ci si provvede di un bel pezzo di prosciutto fresco di maiale, si lega e si fa rosolare in una casseruola, o in un tegame, con una cucchiaiata di strutto, e cipolla, sedano, carota gialla, prezzemolo, un pò d’aglio schiacciato, sale, pepe, e qualche fettina di prosciutto grasso e magro. Quando la carne e le erbe avranno preso una bella colorazione biondo scura, si bagna con mezzo bicchiere di vino, e quando il vino sarà evaporato si aggiunge acqua a sufficienza per completare la cottura su fuoco moderato. Si procede poi alla confezione della salsa agro-dolce, seguendo perfettamente date per il cinghiale”.
Salsa in agrodolce di Ada Boni: “…Si mette adesso sul fuoco una casseruolina o un polsonetto con uno spicchio d’aglio, la quarta parte di una foglia di lauro e due o tre cucchiaiate di zucchero. Si fa liquefare lo zucchero, mescolando frequentemente, e quando sarà diventato biondo chiaro ci si aggiungono due cucchiaiate colme di cioccolata grattata. Quando la cioccolata è sciolta si bagna con due dita di aceto e finalmente si aggiunge il sugo della carne. Si lascia bollire ancora per un poco, e se la salsa non fosse sufficientemente densa, si addenserà con un pochino di fecola di patate sciolta in due dita di acqua fredda. Si completa la salsa bollente. “

Lastra di fregio architettonico con raffigurazione di una tensa (età claudia), Szépművészeti Múzeum, Budapest
Lo sapevi che nell’antica Roma, proprio in questo periodo dell’anno, si tenevano i Ludi Magni? Si trattava di celebrazioni molto attese, dedicate a Giove, Re degli dei, padre di molte divinità e sovrano dell’Olimpo, del cielo, della pioggia e del tuono. Giove, insieme a Giunone e Minerva formavano la Triade Capitolina, venerata nel tempio sul Campidoglio. In tre rappresentavano l’ordine cosmico, la giustizia e la protezione di Roma, in particolare Giove era venerato come Iuppiter Optimus Maximus.
Durante queste giornate settembrine, tra il 4 e il 19 settembre, Roma si riempiva di gioia e spettacolo: tra rappresentazioni teatrali e gare emozionanti, la città rendeva omaggio alla sua grandezza con entusiasmo e devozione. Inoltre, il 13 settembre avveniva l’Epulim Jovis, un banchetto con statue di Giove, Giunone e Minerva, dove si facevano offerte e si celebrava la grandezza e la potenza degli dei.
Come agosto, settembre nell’antica Roma era ricco di eventi, celebrazioni, e momenti che scandivano il tempo dei cicli agricoli, rituali religiosi e soprattutto sancivano la fine dell’estate, con il giungere dell’Equinozio d’autunno.

Triade capitolina, Minerva, Giove e Giunone
- Drachline, C. Petit-Castelli, L’arte della tavola nella Roma imperiale, 110 ricette degli antichi romani riscoperte per i buongustai d’oggi, Sand Edizioni, Milano 1984
- Franceschi, S. De Lorenzo, F. Ricciardi, Accademia italiana della cucina, La cucina del maiale, le relazioni, I quaderni dell’Accademia numero settantatre, Ricciardi & Associati, Roma 2009
- Jannattoni, La cucina romana e del Lazio, Newton e Compton editori, 1998
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