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Venerdì 3 Ottobre 2025 12:10

Il governo vara il Documento programmatico di finanza pubblica

palazzo chigi, governo, consiglio dei ministri
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Il Dpfp sostituisce la Nadef e fornisce il quadro di riferimento della manovra per il prossimo anno. Il testo sarà esaminato dal Parlamento il 9 ottobre. 12 miliardi in più in tre anni per la difesa

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palazzo chigi, governo, consiglio dei ministri
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«Lo scenario programmatico conferma l’andamento dell’indebitamento netto previsto dal Piano strutturale di bilancio (Psb) e ribadito nel Documento di finanza pubblica (Dfp) dello scorso mese di aprile (2,8% per l’anno 2026, 2,6% per l’anno 2027 e a 2,3% per l’anno 2028) e consente di rispettare il percorso della spesa netta concordato a livello europeo in quanto è coerente con la traiettoria. Il rapporto deficit prodotto interno lordo (Pil) si attesta per il 2025, al momento, al 3% mentre il Pil 2025 allo 0,5%». Il comunicato di Palazzo Chigi riassume così il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) approvato dal Consiglio dei ministri entro il 2 ottobre secondo le scadenze introdotte in seguito alle nuove regole europee.

Il Dpfp, al suo esordio, sostituisce in pratica la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, meglio conosciuta come Nadef, e fornisce il quadro di riferimento della manovra per il prossimo anno. Il testo sarà esaminato dal Parlamento il 9 ottobre. Il disegno di legge di bilancio vero e proprio dovrà essere varato a metà mese per essere trasmesso a Bruxelles nella forma sintetica del Documento programmatico di bilancio e poi presentato alle Camere entro il 20 ottobre.

Nel Dpfp si dà anche conto dell’incremento delle spese per la difesa, pari allo 0,15% nel 2026, allo 0,3% nel 2027 e allo 0,5% nel 2028, circa 12 miliardi in più in tre anni. Tale incremento è subordinato all’uscita dalla procedura di disavanzo eccessivo, alla luce del profilo dell’indebitamento accennato in apertura.

Il tasso di crescita del Pil programmatico si attesta per il 2026 allo 0,7%, nel 2027 allo 0,8%, nel 2028 allo 0,9%. Il tasso di crescita tendenziale risulta pari allo 0,7% nel 2026 e nel 2027 e allo 0,8% nel 2028. Gli analisti parlano di una manovra “leggera” perché come si vede dalle previsioni di crescita l’impatto degli interventi previsti è estremamente ridotto. Ma «tali dati – precisa il comunicato del governo – si basano su stime assai prudenziali che allo stato risentono anche del contesto geopolitico internazionale». Da rilevare che senza l’apporto del Pnrr l’andamento dell’economia sarebbe in negativo. Per quanto riguarda il debito pubblico, per una riduzione significativa bisognerà attendere la fine degli effetti del superbonus nel 2028.

Sui contenuti della manovra il Dpfp è ovviamente ancora molto sommario e si limita a indicare alcune priorità. «Con la manovra – spiega il comunicato di Palazzo Chigi – si darà luogo a una ricomposizione del prelievo fiscale riducendo l’incidenza del carico sui redditi da lavoro e si garantirà un ulteriore rifinanziamento del fondo sanitario nazionale. Al fine di dare continuità agli interventi approvati dal Governo, saranno previste specifiche misure volte a stimolare gli investimenti delle imprese e a garantirne la competitività. Si procederà nel percorso di incremento delle misure a sostegno della natalità e della conciliazione vita-lavoro». (Stefano De Martis)

3 ottobre 2025

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