Venerdì 3 Ottobre 2025 11:10
Memoria e accoglienza, Centro Astalli: siano «impegno quotidiano»


Nella XII Giornata, in ricordo del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2012. l'organizzazione dei Gesuiti rinnova l'appello alla responsabilità. Il presidente padre Ripamonti: «Non si ceda alla logica dell'indifferenza globale»
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Il 3 ottobre di 12 anni fa si consumava il naufragio di Lampedusa. 368 le vittime, tra le quali tante ancora senza nome. Dal 2016 questo giorno è riconosciuto in Italia come Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza. Lo ricorda il Centro Astalli, sottolineando in una nota la necessità di un impegno «comune e quotidiano». Oggi, scrivono, celebriamo il 3 ottobre «facendo memoria e ricordando come coloro che fuggono da guerre e persecuzioni non dovrebbero trovarsi nelle condizioni di essere soccorsi ma accolti». Per questo il Centro Astalli continua a chiedere che «siano priorità per le istituzioni nazionali ed europee attivare vie legali per garantire accesso alla protezione e sconfiggere così il traffico di migranti; accogliere dignitosamente, attraverso progettualità diffuse volte a una reale inclusione, le persone richiedenti asilo e rifugiate sul territorio italiano, secondo le leggi nazionali e internazionali, garantendo a tutti maggiori diritti e non alimentando odio e conflittualità».
Ancora, «celebriamo il 3 ottobre eliminando i discorsi di odio, razzismo e xenofobia». Davanti alle coste del Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Europa, da quella notte del 2013 hanno continuato a morire in tanti. «Morti di frontiera», li definiscono dal Centro Astalli, che «toccano la nostra attenzione per tempi sempre più brevi», in un «generalizzato atteggiamento di complice indifferenza». Di contro, chi si mette in viaggio in cerca di una vita degna diventa sempre più spesso «diventa vittima di una vera e propria colpevolizzazione, se non addirittura di criminalizzazione».
Oggi, si legge ancora nella nota del Centro Astalli, «celebriamo il 3 ottobre ricordando che fare memoria è un atto dovuto, ma se non diviene atto di responsabilità è vano. Molte delle politiche adottate da quel tragico giorno a oggi vanno invece in una direzione che preoccupa, perché non di rado in aperta violazione dei diritti umani e delle principali convenzioni in materia di asilo». L’invito è allora a una «assunzione sostanziale di responsabilità da parte di tutti gli Stati dell’Unione europea, che metta fine ad avvilenti contrattazioni in cui i diritti e la dignità di ciascuna persona migrante – compresi anche famiglie con bambini e minori stranieri non accompagnati – non sembrano avere alcun valore». Celebriamo il 3 ottobre «ricordando che fare memoria dei morti vuole dire anche rispettare la dignità e i diritti dei vivi. È necessario agire in fretta per ricostruire un mondo pacificato e solidale, dove le minacce, le violenze, la guerra e la distruzione lascino il passo alla concordia, al rispetto dei diritti umani universali e al dialogo. È impegno comune e quotidiano – rimarcano – fare in modo che questo domani sia prossimo».
A fare sintesi è il presidente del Centro Astalli padre Camillo Ripamonti. «Oggi – afferma – celebriamo il 3 ottobre mentre continuano a infuriare guerre che costringono migliaia di persone a fuggire e non blocchiamo, ipocritamente, il traffico di armi. Oggi celebriamo il 3 ottobre mentre migliaia di persone non riescono a lasciare la propria terra, teatro di morte, e non le si aiuta neppure “a casa loro”, impedendo che aiuti umanitari arrivino a destinazione. Oggi, 3 ottobre, dobbiamo fare memoria perché non si ceda alla logica dell’indifferenza globale», conclude.
3 ottobre 2025
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