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Venerdì 3 Ottobre 2025 15:10

Longevità e qualità della vita: le sfide del Cemi



Compie 25 anni il Centro di medicina dell'invecchiamento della facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica, fondato da Bernabei e Carbonin. «Pensare ai bisogni dei pazienti»

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La prevenzione come vera sfida del futuro. Per una longevità che sia accompagnata da un’alta qualità della vita. Questa la strada che questa mattina, 3 ottobre, è emersa dal convegno dedicato al 25° anniversario della nascita del Centro di medicina dell’invecchiamento (Ce.M.I.) della facoltà di Medicina e chirurgia e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs.

Cuore dell’incontro, la lectio del professor Roberto Bernabei, già ordinario di Medicina interna all’Università Cattolica e direttore del Ce.M.I., da lui fondato insieme al professor Pierugo Carbonin. «Negli anni ’90 la geriatria era una medicina di serie B o C, c’erano solo venti posti letto con un primario, un aiuto e due assistenti», ha esordito Bernabei, che ha raccontato tutti i molteplici passi in avanti. La fondazione del Ce.M.I. arriva nel 2000. Alla base, un unico grande grande fil rouge: «Pensare ai bisogni dei pazienti».

Da qui le prime intuizioni, come il reparto per acuti e riabilitazione e il day hospital. Perché «il paziente deve essere accompagnato, preso per mano», ha spiegato Bernabei, che si è soffermato anche sulle altre unità che sono nate. Tra queste, il Centro continuità assistenziale e l’Unità cognitiva – funzionale. «L’ospedale non abbandona nessuno», ha sottolineato, soffermandosi anche sull’«originalità» di “Gemelli a Casa”, il servizio di assistenza medico-infermieristica domiciliare. Poi ha guardato al futuro: «È fondamentale aumentare il numero di persone che arrivano in buona salute ai novanta e ai cento anni. Questa è la nostra sfida, che continuerà proponendo percorsi di controlli mirati e corretti stili di vita». In conclusione, anche un passaggio sull’importanza delle cure palliative. «Bisogna difendere con cure adeguate le persone che sono nella fase terminale della vita, altrimenti vince facile l’eutanasia».

Il convegno è stato aperto dal professor Francesco Landi, ordinario di Medicina interna all’Università Cattolica, direttore del Dipartimento Scienze dell’invecchiamento, ortopediche e reumatologiche della Fondazione Gemelli e del Ce.M.I., che ha dato lettura del messaggio di saluto del rettore della Cattolica Elena Beccalli. «Le future iniziative – ha promesso Beccalli – saranno sempre orientate alla cura della persona umana nella sua integrità». Proprio su questo si è soffermato lo stesso Landi, che ha dato appuntamento alla Longevity Run che si terrà sabato 18 ottobre. «La vera sfida del futuro è la prevenzione», ha detto, indicando otto punti chiave: «Il controllo della pressione arteriosa, della glicemia, del colesterolo, della composizione corporea, la qualità del sonno, della dieta, dell’esercizio fisico e l’astensione categorica da qualunque abuso, in particolare dal fumo di sigarette».

All’inizio del convegno anche i saluti istituzionali del direttore della sede di Roma Lorenzo Cecchi, del preside della facoltà di Medicina e chirurgia Alessandro Sgambato, che ha definito il Ce.M.I un «progetto formativo, scientifico e assistenziale», e del presidente della Fondazione Gemelli Daniele Franco, che ha aggiunto: «Dobbiamo aiutare i cittadini italiani a vivere più a lungo, ma soprattutto a vivere bene». È questa la missione del Ce.M.I, «Un’intuizione innovativa», come ha sottolineato anche il direttore generale Daniele Piacentini. Sulla stessa scia, il direttore scientifico Antonio Gasbarrini: «La vera sfida non è curare persone di 80 anni con molteplici patologie, ma evitare che arrivino in queste condizioni».

3 ottobre 2025

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