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Domenica 5 Ottobre 2025 15:10

Sfiorato dai raid russi su Leopoli il treno con gli attivisti italiani



Gli attivisti erano di ritorno dalla decima missione del Movimento europeo di azione nonviolenta, diretti al confine polacco. Il ministro degli Esteri Tajani su X: «Stanno tutti bene». In volo jet polacchi per garantire la sicurezza

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Il massiccio attacco russo su Leopoli, nella notte tra 4 e 5 ottobre, ha coinvolto anche il treno degli attivisti italiani di ritorno dalla decima missione del Movimento europeo di azione nonviolenta (Mean). Partiti da Kharkiv – dove il Mean ha realizzato decine di incontri con la società civile ucraina per costruire progetti sulle necessità reali della popolazione -, erano diretti verso il confine polacco. Ne dà notizia il Sir, presente con una giornalista nel convoglio di cui facevano parte 35 associazioni. Tra queste, Azione cattolica, Anci, MoVI, Masci, Agesci, Base Italia, Fondazione Gariwo, Piccoli Comuni del Welcome, Reti della carità e Progetto Sud.

I bombardamenti sono iniziati dopo circa 3 ore di viaggio da Kiev, nell’area di Zhytomyr. Successivamente, anche nella zona di Leopoli si sono viste forti esplosioni non lontane dal treno e si sono sentiti colpi di artiglieria. Il treno è poi ripartito ed è ora diretto verso il confine con la Polonia. La missione è stata seguita anche dal nunzio apostolico, che insieme al vescovo cattolico, a quello greco-cattolico e a rappresentanti ortodossi ha partecipato a una preghiera al cimitero dei caduti per difendere Kharkiv e ricordare tutte le vittime della guerra.

Ma la missione del Mean non si ferma. Lo chiarisce uno dei portavoce, Marco Bentivogli: «L’Ucraina difende il mondo da 13.200 giorni. Saremo al loro fianco fino a quando sarà necessario».

L’ambasciata d’Italia a Kiev è in contatto con il gruppo di attivisti italiani del Movimenti: hanno fatto sapere che «stanno tutti bene» e che sono già arrivati in Polonia. Lo conferma su X anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Ho parlato con Francesco Scoppola, presidente dell’Associazione degli scout cattolici – riferisce -: 110 pacifisti cristiani erano sul treno che in Ucraina ha attraversato una zona in cui i russi hanno lanciato missili e razzi. Adesso sono entrati tutti in Polonia, stanno bene, sono già assistiti dall’ambasciata d’Italia a Varsavia per poi ripartire da Cracovia. Ringraziamo gli ucraini che li hanno aiutati: un popolo eroico, amico dell’Italia. Saremo sempre vicini all’Ucraina», assicura.

Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky fa il bilancio del raid contro l’Ucraina, lanciato con «oltre 50 missili e circa 500 droni d’attacco»: 5 morti e 10 feriti. «I russi – afferma – hanno colpito con missili da crociera, gli Shahed e i Kinzhal, tra gli altri. Le regioni di Leopoli, Ivano-Frankivsk, Zaporizhzhia, Černihiv, Sumy, Kharkiv, Kherson, Odessa e Kirovohrad sono state tutte prese di mira. Al momento, si sa che circa dieci persone sono rimaste ferite nell’attacco. Purtroppo, cinque sono state uccise. Le mie più sincere condoglianze a tutti coloro che hanno perso i propri cari a causa di questo terrore».

Nelle parole del presidente ucraino, «i russi hanno nuovamente preso di mira le nostre infrastrutture, tutto ciò che garantisce una vita normale al nostro popolo. Abbiamo bisogno di maggiore protezione e di una più rapida attuazione di tutti gli accordi di difesa, soprattutto in materia di difesa aerea, per togliere a questo terrore aereo qualsiasi significato. Un cessate il fuoco unilaterale nei cieli è possibile, ed è proprio questo che potrebbe aprire la strada a una vera diplomazia – sostiene -. America ed Europa devono agire per fermare Putin».

A Zaporizhzhia il bilancio è di un morto e almeno 9 feriti. L’amministrazione militare regionale di Zaporizhia aveva riferito che alcuni quartieri della città erano rimasti senza elettricità e acqua a causa degli attacchi. Anche una parte di Leopoli è rimasta senza elettricità a seguito di un attacco russo, ha riferito su Telegram il sindaco Andriy Sadovyi. Bloccato anche il trasporto pubblico.

Per garantire la sicurezza aerea, la Polonia ha fatto decollare i suoi jet. Lo riferisce su X il Comando operativo delle forze armate polacche, parlando di azioni «di natura preventiva» che «mirano a proteggere lo spazio aereo e i cittadini, soprattutto nelle aree adiacenti alla regione minacciata». Al «massimo livello di prontezza operative» anche i sistemi di difesa aerea e di ricognizione radar basati a terra.

5 ottobre 2025

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