Domenica 5 Ottobre 2025 20:10
La Rosa d’oro nel Museo del Duomo di Siena: capolavoro di Bernini e dono di Papa Alessandro VII
La Rosa d’oro nel Museo del Duomo di Siena: capolavoro di Bernini e dono di Papa Alessandro VII
Tra i tesori più preziosi conservati nel Museo del Duomo di Siena si trova una straordinaria rosa d’oro, capolavoro di oreficeria realizzato nel 1658 su disegno di Gian Lorenzo Bernini. Quest’opera unica, simbolo di fede, prestigio e riconoscenza, è composta da bronzo dorato, lamina d’oro e impreziosita da un zaffiro cabochon incastonato al centro della […]
La Rosa d’oro nel Museo del Duomo di Siena: capolavoro di Bernini e dono di Papa Alessandro VII
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La Rosa d’oro nel Museo del Duomo di Siena: capolavoro di Bernini e dono di Papa Alessandro VII
Tra i tesori più preziosi conservati nel Museo del Duomo di Siena si trova una straordinaria rosa d’oro, capolavoro di oreficeria realizzato nel 1658 su disegno di Gian Lorenzo Bernini. Quest’opera unica, simbolo di fede, prestigio e riconoscenza, è composta da bronzo dorato, lamina d’oro e impreziosita da un zaffiro cabochon incastonato al centro della rosa principale.
![Museo dell'Opera del Duomo di Siena, Rosa d'oro [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/10/IMG_1807.jpg)
Museo dell’Opera del Duomo di Siena, Rosa d’oro [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]La struttura poggia su un piede a tre facce in bronzo dorato, ornato dai monti dello stemma Chigi e sorretto da eleganti zampe leonine. Da questo basamento si innalza il ramo della rosa, che nella biforcazione accoglie la celebre stella araldica a dodici punte della famiglia Chigi.
![Museo dell'Opera del Duomo di Siena, Rosa d'oro [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/10/IMG_1812.jpg)
Museo dell’Opera del Duomo di Siena, Rosa d’oro [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Il roseto si apre in sette rami principali – tre a sinistra e quattro a destra – che portano complessivamente diciannove corolle e due boccioli, rappresentati con raffinato naturalismo.
![Museo dell'Opera del Duomo di Siena, Rosa d'oro [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/10/IMG_1808.jpg)
Museo dell’Opera del Duomo di Siena, Rosa d’oro [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]La rosa centrale, la più grande e ricca di dettagli, custodisce al cuore lo zaffiro che ne esalta la preziosità. Tutte le foglie sono realizzate in sottile lamina d’oro, che riflette la luce con eleganza.
![Museo dell'Opera del Duomo di Siena, Rosa d'oro [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]](https://www.appasseggioblog.it/wp-content/uploads/2025/10/IMG_1809.jpg)
Museo dell’Opera del Duomo di Siena, Rosa d’oro [Foto: Maria Teresa Natale, CC BY NC SA]Lungo il bordo della base corre l’iscrizione latina: ALEXANDER VII PONT. MAX. ANNO I.
Questa splendida rosa fu donata dal papa senese Alessandro VII – al secolo Fabio Chigi, (Siena, 1599 – Roma, 1667) – al Duomo di Siena nel primo anno del suo pontificato, come segno di speciale stima e gratitudine verso la sua città natale. Il capolavoro giunse a Siena il 6 giugno del 1658.
La tradizione della Rosa d’oro affonda le sue radici nel Medioevo: è uno dei simboli più affascinanti e meno conosciuti della tradizione pontificia. Già all’inizio dell’XI secolo, sotto il pontificato di Leone IX (1049-1054), una badessa benedettina di Sainte-Croix-en-Plaine, in Alsazia, inviava ogni anno a Roma, quale gesto di omaggio e devozione, una piccola rosa d’oro del peso di due once, otto giorni prima della quarta domenica di quaresima (Domenica Laetare).
Dal XII secolo la tradizione assunse una forma più solenne. Sempre in occasione della domenica Laetare, il Papa benediceva la Rosa d’oro, impreziosita con sostanze profumate, e la portava in processione equestre dalla basilica di Santa Croce in Gerusalemme – immagine della Gerusalemme celeste – fino al Palazzo Lateranense, dove la consegnava al prefetto di Roma come segno del prestigio e dell’onore della città.
Nel tempo, questo fiore prezioso si arricchì di significati simbolici profondi, rappresentando la triplice sostanza di Cristo (divinità/oro, corpo/muschio e anima/balsamo) o il mistero della Santissima Trinità.
Nei secoli i papi offrirono la Rosa d’oro anche a re e regine impegnati nella difesa della fede cattolica, come Isabella di Castiglia nel 1493 per volontà di Innocenzo VIII o Maria Stuart di Scozia nel 1555 per volontà di Pio IV – ma anche a città e cattedrali che si erano distinte per devozione e fedeltà.
Dal XVII secolo in poi il dono si è orientato soprattutto verso figure femminili, chiese e basiliche. La stessa basilica di San Pietro ha ricevuto nel corso dei secoli cinque Rose d’oro. Con il Concilio Vaticano II, per volontà di Paolo VI, questa tradizione si è rinnovata con un’attenzione particolare ai santuari mariani: nel 1964, ad esempio, una Rosa fu offerta alla basilica della Natività a Betlemme.
L’8 dicembre 2023, nella solennità dell’Immacolata Concezione, Papa Francesco ha donato una nuova Rosa d’oro alla venerata icona della Salus Populi Romani nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Non era la prima volta che quell’immagine mariana riceveva un simile omaggio: la prima Rosa le fu offerta nel 1551 da Giulio III, la seconda nel 1613 da Paolo V. Entrambe però andarono perdute dopo l’invasione napoleonica e il Trattato di Tolentino del 1797. Dopo oltre quattro secoli, Papa Francesco volle riprendere questo gesto antico, riaffermando il suo profondo legame con la Madre di Dio e rinnovando un segno di devozione che attraversa la storia della Chiesa.
[Maria Teresa Natale]
La Rosa d’oro nel Museo del Duomo di Siena: capolavoro di Bernini e dono di Papa Alessandro VII