La manifestazione ha attraversato la città fino a piazza San Giovanni. Gli organizzatori: «Siamo un milione. Abbiamo bloccato tutto. L'Italia sa da che parte stare». Scontri nella serata

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“Stop al genocidio”. Questa una delle parole d’ordine che sabato 4 ottobre ha animato il corteo per Gaza e per la Palestina che ha attraversato Roma. In strada una marea umana. «Roma è bloccata. Tutta. Siamo un milione – rivendicavano gli organizzatori dal palco in piazza San Giovanni -. Abbiamo bloccato tutto. L’Italia sa da che parte stare». E ancora: «Siamo a rappresentare tutta l’Italia. Siamo la resistenza palestinese».

Studenti e collettivi universitari e liceali di Sapienza contro la guerra si erano ritrovati già alle 11.30 a piazzale Aldo Moro, per raggiungere in corteo Porta San Paolo, appuntamento del raduno principale. Altri attivisti per la Global Sumud Flotilla hanno raggiunto la manifestazione da San Lorenzo, con una carovana di motorini. Poi la marea si è messa in moto: viale Aventino, piazza di Porta Capena, via di San Gregorio, Colosseo, via Labicana e via Merulana, fino ad arrivare a piazza San Giovanni. Fianco a fianco, associazioni e sindacati, ma anche famiglie e studenti: un corteo che ha attraversato tutte le generazioni, con centinaia di simboli che richiamavano alla Flotilla. Barchette di cartoni, cartelli e striscioni: «L’equipaggio di terra», lo definivano alcuni. E un lenzuola portava la scritta: «Il litorale soffia sulle vele della Flotilla». Poi le richieste: «Liberi ostaggi, libera Palestina».

Quando la testa del corteo era già quasi al Colosseo, piazzale Ostiense era ancora gremita. Staccati dal corteo principale i due spezzoni che in serata hanno dato vita a disordini e scontri con le forze dell’ordine. Circa 200 gli identificati. Un primo gruppo di circa cento persone è stato bloccato a Santa Maria Maggiore, l’altro nella vicina via Lanza. «Un sentito ringraziamento alle forze dell’ordine per il lavoro straordinario svolto in questi giorni complessi, nonostante abbiano dovuto fronteggiare aggressioni, lanci di oggetti e tentativi organizzati di scontro – scriveva in serata su Facebook la premier Giorgia Meloni -. La mia vicinanza va a tutti gli agenti rimasti feriti: la loro professionalità e il loro coraggio rappresentano un presidio indispensabile per la sicurezza della nostra nazione».

6 ottobre 2025

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