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Lunedì 6 Ottobre 2025 11:10

Gli 80 anni del Csi: fede, sport e passione per i giovani



L'evento all'Auditorium Conciliazione. Il presidente Bosio: «Oggi più che mai è il tempo di ascoltare i bisogni dei ragazzi». Il presidente Cei Zuppi: «Continuare la missione di incontro»

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Ottant’anni di storia, di passione e di sport vissuto come scuola di vita: con questo spirito il Centro sportivo italiano ha celebrato il proprio anniversario, sabato 4 ottobre, all’Auditorium Conciliazione. “Ottant’anni e non sentirli” è stato il leitmotiv della giornata, ricca di momenti di confronto per celebrare un movimento che, nato nel 1944 in un’Italia che cercava di rialzarsi dalle macerie della guerra, conta ancora oggi oltre un milione e mezzo di iscritti, dei quali ben 600mila under 18.

«Dobbiamo dire grazie – ha esordito il presidente del Csi Vittorio Bosio – alle tante persone che in 80 anni ci hanno dato la possibilità di fare bene e fornire a giovani, ragazzi e adulti un’attività sportiva inclusiva e accogliente. Oggi più che mai – ha aggiunto – è il tempo di ascoltare i bisogni dei ragazzi, per poter rispondere con proposte che siano veramente efficaci e valoriali. Il Csi è nato per i giovani e per creare gioia e a questo deve sempre tendere».

Celebrare un compleanno così importante «è l’occasione per guardarsi indietro, non per nostalgia ma per capire come rinsaldare il vincolo tra sport e valori e rinnovare l’impegno affinché lo sport rimanga una testimonianza evangelica», ha aggiunto l’assistente ecclesiastico don Luca Meacci, che ha fatto un parallelismo tra i primi anni del Csi e l’attualità: «L’intuizione di Luigi Gedda (fondatore e primo presidente, ndr) fu quella di proporre una realtà sportiva e valoriale a un Paese lacerato, distrutto, da ricostruire. Oggi questa disgregazione si avverte con le relazioni tra le persone e tra le istituzioni: ecco perché rinnoviamo il nostro impegno a vivere lo sport da cittadini, da cristiani e da fratelli».

Lo stesso parallelismo che il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, ha posto in un breve videomessaggio inviato ai partecipanti. L’appello di Zuppi è stato quello di «continuare con ancora più passione la missione di incontro per permettere a tutti, anche a chi rimane chiuso in se stesso, di trovare fede e gioia». Poi l’invito finale: «Uscite, andate a trovare chi soffre e fatelo rialzare da terra».

I vari panel hanno unito memoria, futuro, tradizione, innovazione e testimonianze di sport, anche con ospiti di rilievo: il ministro per lo Sport Andrea Abodi, il presidente della fondazione Milano-Cortina Giovanni Malagò, il presidente del Coni Luciano Buonfiglio. Tanti anche gli auguri di sportivi che hanno incrociato la propria carriera o iniziato con il Csi come il pluricampione paralimpico di nuoto Simone Barlaam, il ciclista Francesco Moser, l’ex pallavolista della nazionale Barbara Fontanesi, e dei rappresentanti di alcune delle oltre 13mila società affiliate: lo Sporting Ovz Oratori Verdellino Zingonia, il Cogis Pistoia, il Csi Piscinola e Lupi di San Francesco di Bari. Le polisportive hanno portato la loro testimonianza su come si mette in pratica l’etica sportiva e su  come il Csi «non forma atleti, ma uomini», in particolare in vari contesti di difficoltà: bambini figli di detenuti o che non avrebbero altre alternative alla delinquenza, ma anche migranti, ragazzi a rischio dispersione scolastica, giovani emarginati, persone con disabilità e senza assistenza.

Tra i temi trattati, “Fare squadra guardando al futuro”, con Ezio Simonelli, presidente della Lega Serie A, Alberto Bassani, responsabile iniziative sociali dell’Inter, e Maria Cristina Alfieri, della Fondazione Conad; e “Fede, educazione e sport: un legame che trasforma”, con il presidente dell’Azione cattolica italiana Giuseppe Notarstefano e il giornalista di Avvenire Massimiliano Castellani. Nel primo dibattito è stata ricordata la Philadelphia Junior Cup, il torneo nazionale di parrocchie e oratori che, in collaborazione con la Serie A, porta ogni anno la finale allo Stadio Olimpico di Roma. Notarstefano ha sottolineato «la necessità di continuare, insieme, a costruire educazione, generare bene e speranza, fare in modo che tutti riescano a esprimere sempre il meglio di loro stessi». Tra gli ospiti, anche il giornalista sportivo Federico Buffa che ha raccontato, con il suo inconfondibile stile da storyteller, la storia del Csi.

A conclusione della giornata, il pellegrinaggio giubilare di tutto il Centro sportivo italiano alla Porta Santa della basilica di San Pietro e la celebrazione eucaristica, sempre in basilica, presieduta dal vescovo Nunzio Galantino, ex arbitro proprio del Csi. «Mentre giochiamo – le sue parole – il Vangelo ci dà la stessa raccomandazione che Paolo scrisse a Timoteo: Dio non ci ha dato lo spirito di timidezza, ma di forza, carità e di prudenza e dunque dobbiamo vivere anche con gli occhi e i cuori allenati, per accogliere Cristo».

6 ottobre 2025

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