Al Cairo l'incontro del capo negoziatore di Hamas con i mediatori di Egitto e Qatar, prima dei colloqui indiretti con Israele a Sharm El-Sheikh. Il presidente egiziano Al-Sisi: «Siamo sulla strada giusta»

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Al via oggi, 6 ottobre, in Egitto i negoziati di pace per Gaza a partire dal piano Trump. Il primo step al Cairo: l’incontro tra il capo negoziatore di Hamas Khalil al-Hayya e i mediatori di Egitto e Qatar. Quindi i colloqui indiretti con Israele a Sharm El-Sheikh. Lo ha spiegato all’Afp un alto funzionario della fazione palestinese. L’obiettivo è quello di «determinare la data di una tregua temporanea», nonché di creare le condizioni per una prima fase del piano di pace, in cui 47 ostaggi detenuti a Gaza saranno rilasciati in cambio di centinaia di detenuti palestinesi, riferisce l’esponente di Hamas.

Soddisfazione nelle parole del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. «Non posso che esprimere la mia lode e gratitudine al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la sua iniziativa di stabilire un cessate il fuoco a Gaza», ha dichiarato in un discorso in occasione dell’anniversario della guerra del Kippur, la guerra arabo-israeliana dell’ottobre 1973. «Un cessate il fuoco, il ritorno di prigionieri e detenuti, la ricostruzione di Gaza e l’avvio di un processo politico pacifico che porti alla creazione e al riconoscimento dello Stato palestinese significano che siamo sulla strada giusta verso una pace e una stabilità durature», ha aggiunto.

Fiducioso il presidente Usa Donald Trump. «Mi è stato detto che la prima fase dei negoziati dovrebbe essere completata questa settimana. Sto chiedendo a tutti di agire velocemente», ha dichiarato, aggiungendo che «Hamas ora deve fare in fretta, non tollererò ritardi. Sarà annientata se rifiuterà di cedere il potere e il controllo di Gaza». Pressione anche sul premier israeliano Netanyahu: «È un ottimo accordo per Israele».

Intanto però, secondo fonti di Gaza, l’esercito israeliano sta continuando a bombardare in diverse zone della Striscia, non solo a Gaza City, nonostante la richiesta del presidente Usa di fermare i raid. E Netanyahu da parte sua ribatte: «Senza il rilascio degli ostaggi il piano non va avanti».

6 ottobre 2025

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