Martedì 7 Ottobre 2025 12:10
Guerra Israele – Hamas, Mattarella: il 7 ottobre, «pagina turpe della storia»


L'esortazione del capo dello Stato: «I sentimenti per Gaza non diventino antisemitismo». La vicinanza agli ostaggi e ai loro familiari. Il titolare della Farnesina Tajani: «A due anni di distanza vediamo concretizzarsi un possibile accordo di pace»
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«Una pagine turpe della storia». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sceglie queste parole per descrivere quel 7 ottobre 2023 nel quale «un vile attacco terroristico contro inermi cittadini israeliani» ha innescato la guerra tra Israele e Hamas. Nelle parole del capo dello Stato, ha recato un «grave danno alla causa della pace e della reciproca sicurezza in Palestina. Una ferita che ha colpito ogni popolo», la definisce.
Mattarella non ha dubbi: «L’orrore e la condanna, pubblicamente e ripetutamente espressa, per la violenza crudele e inaccettabile delle armi di Israele – che fa pagare alla popolazione di Gaza un intollerabile prezzo di morte, fame e disperazione, cui è indispensabile porre fine, con la necessità che Israele applichi con pienezza le norme del diritto internazionale umanitario – non attenua orrore e condanna per la raccapricciante ed efferata violenza consumata quel giorno da Hamas. L’uccisione e le violenze contro centinaia di ragazze e ragazzi che ascoltavano musica in un rave, quelle, nelle loro abitazioni, contro persone inermi di ogni età, dall’infanzia alla vecchiaia, richiamano al dovere di una condanna perenne, rifiutando un accomodante e cinico modo di pensare che rimuova l’infamia di quella giornata». In particolare, «quanto avviene a Gaza e i diversi sentimenti che suscita non possono confluire in quello ignobile dell’antisemitismo che, particolarmente nel secolo scorso, ha toccato punte di mostruosa atrocità, e che oggi appare talvolta riaffiorare, fondandosi sull’imbecillità e diffondendo odio».
Oggi, «a due anni dal 7 ottobre 2023 desidero rinnovare la vicinanza al popolo di Israele e ai familiari delle vittime e delle persone rapite, che vanno immediatamente liberate, nell’auspicio che i tentativi di porre fine a questa inaudita ondata di violenza abbiano al più presto esito positivo», conclude il presidente.
In un post condiviso sui social, parla di «ferita profonda e indelebile che ha scosso non solo Israele ma il mondo intero» anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, ricordando le vittime del «brutale attacco terroristico» della fazione palestinese. «Quel giorno la furia di Hamas non si fermò davanti a nulla e a nessuno -, rimarca -. Rinnovare la vicinanza alle famiglie e a quanti attendono ancora il ritorno a casa dei propri cari è un atto doveroso e sentito, mentre resta forte la speranza che la pace possa finalmente giungere in quella terra». Cordoglio anche nelle parole del presidente della Camera Lorenzo Fontana. «Rimane la più ferma condanna del terrorismo – afferma -. Resta vivo, soprattutto in questa fase decisiva, l’auspicio che la pace possa trionfare sull’odio e che prevalga il dialogo per una soluzione duratura, per costruire un futuro di convivenza e sicurezza per tutti».
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ricorda l’«ignominia del massacro compiuto dai terroristi di Hamas contro migliaia di civili inermi e innocenti israeliani, donne e bambini compresi» parlando di «crimini indicibili che fanno del 7 ottobre una delle pagine più buie della storia. Oggi – prosegue – rinnoviamo la vicinanza ai famigliari delle vittime e torniamo a chiedere la liberazione degli ostaggi, che ancora oggi attendono di tornare a casa dopo due anni di prigionia, vessazioni, sofferenze». Nell’analisi della premier, «la violenza di Hamas ha scatenato una crisi senza precedenti in Medio Oriente». D’altra parte, ammette, «la reazione militare di Israele è andata oltre ogni principio di proporzionalità, e sta mietendo troppe vittime innocenti tra la popolazione civile di Gaza».
L’anniversario di oggi «cade in un momento in cui si intravede la concreta possibilità di porre fine a questa guerra – sono ancora le parole di Meloni -. Il Piano di pace presentato dal presidente Trump, che ha incontrato il convinto sostegno non soltanto delle Nazione europee ma anche dei Paesi arabi e islamici, offre un’opportunità che non deve andare sprecata, per giungere a una cessazione permanente delle ostilità, riportare a casa gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e avviare un processo verso un quadro di pace e di sicurezza in tutto il Medio Oriente. Abbiamo tutti il dovere di fare quanto è nelle nostre possibilità affinché questa preziosa e fragile occasione abbia successo», conclude, rivendicando che «l’Italia non ha mai fatto mancare il suo contributo in questa direzione, e continuerà a fare la propria parte».
Puntati sul concretizzarsi di un «possibile accordo di pace» anche le considerazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani, vicepremier. «Lavoriamo intensamente per arrivare ad una soluzione a due Stati, per una coesistenza pacifica tra i popoli israeliano e palestinese, senza più alcun ruolo per i terroristi di Hamas», dichiara, assicurando che «l’Italia è pronta a fare la sua parte insieme gli altri Paesi europei per raggiungere rapidamente questo obiettivo. Lo dobbiamo alle vittime del 7 ottobre. Lo dobbiamo a noi stessi perché un Medio Oriente pacificato sarebbe un grande polo di stabilità e di sviluppo per il Mediterraneo».
7 ottobre 2025
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