Martedì 7 Ottobre 2025 15:10
Il Papa ai giovani: «Siete invitati da Cristo a seguirlo»


Diffuso il messaggio per la Giornata mondiale della gioventù, il 23 novembre. Il tema: "Anche voi date testimonianza, perché siete con me". «L'incontro giubilare non rimanga evento isolato»
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“Anche voi date testimonianza, perché siete con me”. È tratto dal Vangelo di Giovanni il messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale della gioventù, il 23 novembre. Ad aprirlo, il grazie «per la gioia che avete trasmesso quando siete venuti a Roma per il vostro Giubileo, e grazie anche a tutti i giovani che si sono uniti a noi nella preghiera da ogni parte del mondo. È stato un evento prezioso per rinnovare l’entusiasmo della fede e condividere la speranza che arde nei nostri cuori!». L’invito è allora a fare in modo che «l’incontro giubilare non rimanga un momento isolato, ma segni, per ognuno di voi, un passo avanti nella vita cristiana e un forte incoraggiamento a perseverare nella testimonianza della fede. Iniziamo, da ora, un percorso che ci guiderà fino all’edizione internazionale della Gmg a Seoul, nel 2027».
A fare da filo conduttore, il tema della «nostra amicizia con Gesù, che accogliamo da Dio come dono», e «l’impegno di ciascuno nella società, come costruttori di pace». La testimonianza cristiana infatti «nasce dall’amicizia con il Signore, crocifisso e risorto per la salvezza di tutti. Non si confonde con una propaganda ideologica, ma è un vero principio di trasformazione interiore e di sensibilizzazione sociale». Gesù, assicura il Papa, «ci considera suoi amici. Lui solo conosce pienamente chi siamo e perché siamo qui: conosce il cuore di voi giovani, il vostro fremito davanti a discriminazioni e ingiustizie, il vostro desiderio di verità e di bellezza, di gioia e di pace; con la sua amicizia vi ascolta, vi motiva e vi guida – prosegue -, chiamando ciascuno a una nuova vita. Lo sguardo di Gesù, che vuole sempre e solo il nostro bene, ci precede».
Quindi una precisazione: il Signore «non ci vuole come servi, né come attivisti di un partito. Ci chiama a stare con lui come amici, perché la nostra vita venga rinnovata. È un’amicizia unica, che ci dona la comunione con Dio; un’amicizia fedele, che ci fa scoprire la nostra dignità e quella altrui; un’amicizia eterna, che neanche la morte può distruggere, perché ha nel Crocifisso risorto il suo principio». L’esempio citato è quello di Giovanni, che non dice mai il proprio nome ma si definisce «il discepolo che Gesù amava». Questo «vale anche per voi, carissimi giovani. Siete invitati da Cristo a seguirlo e a sedervi accanto a lui, per ascoltare il suo cuore e condividere da vicino la sua vita!».
Prevost punta l’attenzione sulle «domande più profonde», che «non trovano risposta nello scrolling infinito sul cellulare. Non ci portano lontano se le teniamo chiuse in noi stessi o in circoli troppo ristretti. La realizzazione dei nostri desideri autentici passa sempre attraverso l’uscire da noi stessi», puntualizza, citando Papa Francesco: «Se non usciamo da noi stessi e dalle nostre zone di comodità, se non andiamo verso i poveri e chi si sente escluso dal Regno di Dio, noi non incontriamo e non testimoniamo Cristo. Smarriamo la dolce gioia di essere evangelizzati e di evangelizzare». L’esempio questa volta è Giovanni il Battista: «La vera testimonianza è riconoscere e mostrare Gesù, l’unico che ci salva, quando egli appare. Giovanni lo riconobbe tra i peccatori, immerso nella comune umanità». Giovanni il Battista, il precursore di Gesù, per Leone «ci ricorda che il vero testimone non ha l’obiettivo di occupare la scena, non cerca seguaci da legare a sé». È «umile e interiormente libero, anzitutto da sé stesso, cioè dalla pretesa di essere al centro dell’attenzione. Perciò è libero di ascoltare, di interpretare e anche di dire la verità a tutti, anche di fronte ai potenti».
L’invito del Papa e a «continuare la ricerca, nella Bibbia, degli amici e testimoni di Gesù. Leggendo i Vangeli, vi accorgerete che tutti hanno trovato nella relazione viva con Cristo il senso vero della vita». Quindi l’esortazione a «diventare missionari di Cristo nel mondo. Tanti vostri coetanei – scrive nel messaggio – sono esposti alla violenza, costretti ad usare le armi, obbligati alla separazione dai propri cari, alla migrazione e alla fuga. Molti mancano dell’istruzione e di altri beni essenziali. Tutti condividono con voi la ricerca di senso e l’insicurezza che l’accompagna, il disagio per le crescenti pressioni sociali o lavorative, la difficoltà di affrontare le crisi familiari, la sensazione dolorosa della mancanza di opportunità, il rimorso per gli errori commessi. Voi stessi potete mettervi al fianco di altri giovani, camminare con loro e mostrare che Dio, in Gesù, si è fatto vicino ad ogni persona», incoraggia.
Certo, «non sempre è facile dare testimonianza. Il discepolo-testimone sperimenta in prima persona il rifiuto e a volte persino l’opposizione violenta», come accaduto a Gesù. Ma proprio questa è l’occasione per mettere in pratica il comandamento più alto: “Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori”. «È ciò che hanno fatto i martiri fin dall’inizio della Chiesa» e «ancora oggi, in tanti luoghi del mondo, i cristiani e le persone di buona volontà soffrono persecuzione, menzogna e violenza. Forse anche voi siete stati toccati da questa dolorosa esperienza e forse siete stati tentati di reagire istintivamente mettendovi al livello di chi vi ha rifiutato, assumendo atteggiamenti aggressivi»., ipotizza il Papa, che esorta però a seguire il «sapiente consiglio» di Paolo: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. Non lasciatevi scoraggiare», aggiunge.
La testimonianza della fraternità e della pace, «che l’amicizia con Cristo suscita in noi», è la tesi del pontefice, «ci solleva dall’indifferenza e dalla pigrizia spirituale, facendoci superare chiusure e sospetti. Ci lega inoltre gli uni agli altri, sospingendoci a impegnarci insieme, dal volontariato alla carità politica, per costruire nuove condizioni di vita per tutti. Non seguite chi usa le parole della fede per dividere – è il monito – organizzatevi, invece, per rimuovere le disuguaglianze e riconciliare comunità polarizzate e oppresse». Quindi ancora un invito: «Ascoltiamo la voce di Dio in noi e vinciamo il nostro egoismo, diventando operosi artigiani di pace».
7 ottobre 2025
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