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Venerdì 10 Ottobre 2025 20:10

Armi dall’Italia a Israele, proteste senza motivo

Le molto ridotte recenti forniture di armi il governo ha dovuto consentirle per onorare contratti autorizzati da governi precedenti -

#osservatorio
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Come spesso succede sentiamo sui media e inevitabilmente tra la gente della strada, che poi magari scende in piazza a protestare, delle asserzioni spesso prive di confronti documentati. Queste asserzioni divengono un mantra che poi, tra i più ignoranti ma anche tra i più capziosi, viene utilizzato per usi politici (ma forse sarebbe meglio chiamarli partitici) e possono trascendere in atti di violenza e odio verso chi ha responsabilità di governo e diplomazia.

Uno di questi mantra riempie la bocca di politici e manifestanti che in questi giorni riempiono le piazze e mi riferisco alle presunte forniture militari dell’Italia ad Israele che renderebbe, tra le tante motivazioni, il nostro paese complice di genocidio sui palestinesi.
Ovviamente a livello di sensibilità popolare l’idea che il nostro paese fornisca gli strumenti per un crimine contro l’umanità ha grande presa e stimola forti e comprensibili reazioni viscerali.
Ma se invece di “sparare” notizie capziose e tendenziose si avesse la correttezza di raccontare in modo completo l’argomento si scoprirebbero realtà diverse e forse meno aizzanti reazioni viscerali dirette a creare disagi a chi ha il compito di gestire un paese mantenendo rapporti internazionali credibili.

Nell’ottica di comprendere meglio lo “status dell’arte” delle forniture d’armi ad Israele da parte dell’Italia proponiamo questo approfondimento per capire meglio la presunta inanizione del
governo urlata dalle opposizioni, dai media e dalle piazze.

L’Italia ha fornito armi e tecnologie militari a Israele, ma la situazione è cambiata negli ultimi mesi.

Esportazioni italiane di armi verso Israele

– Fino al 2023: L’Italia ha esportato droni, radar, munizioni, elicotteri e componenti per aerei F-35 destinati a Israele. Tra il 2019 e il 2023, il valore totale autorizzato è stato di circa 23,4 milioni di euro.
– Nel 2024: Nonostante l’offensiva israeliana su Gaza, l’Italia ha autorizzato esportazioni per circa 5,8 milioni di euro, ma gran parte sotto clausole di segretezza previste dalla legge 185/1990.
– Nel 2025: Le esportazioni sono drasticamente diminuite. Nei primi sei mesi, il valore è sceso a 158.000 euro, con zero esportazioni ad aprile e giugno secondo l’Istat.

Stop formale e contratti pregressi

– Il governo italiano ha annunciato uno stop alle nuove autorizzazioni all’export di armi verso Israele da ottobre 2023.
– Tuttavia, i contratti già firmati prima di quella data sono stati onorati fino al loro esaurimento.

Beni “dual use”
– Anche se l’export di armi è calato, è aumentata la vendita di beni dual use (come acciaio, software e composti chimici), che possono avere applicazioni militari.

La Legge 185/1990 è il pilastro normativo che regola l’esportazione, l’importazione e il transito di materiali d’armamento in Italia. In relazione al caso Israele, questa legge assume un ruolo cruciale sia sul piano giuridico che etico.

Principi fondamentali della Legge 185/1990

– Trasparenza: Il governo è obbligato a presentare ogni anno al Parlamento una relazione dettagliata su tutte le esportazioni e importazioni di armamenti.
– Divieti assoluti: È vietata la vendita di armi a Paesi: – coinvolti in conflitti armati in violazione dell’art. 51 della Carta ONU,
– responsabili di gravi violazioni dei diritti umani,
– che sostengano il terrorismo o minaccino la pace internazionale.
– Controllo statale: Ogni esportazione deve essere autorizzata dall’UAMA (Unità per le Autorizzazioni dei Materiali d’Armamento), che valuta la compatibilità con la politica estera e
di difesa italiana.
– Clausola etica: La legge si ispira all’articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di offesa, e mira a garantire coerenza tra politica industriale e diritti umani.

Applicazione al caso Israele

– Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e la risposta militare israeliana su Gaza, l’Italia ha sospeso le nuove autorizzazioni all’export di armi verso Israele, proprio in base ai criteri della legge 185/1990.
– Tuttavia, i contratti già autorizzati prima di quella data hanno continuato a essere eseguiti, sollevando dubbi sulla coerenza tra la legge e la prassi governativa.
– Organismi internazionali hanno accusato Israele di possibili crimini di guerra e violazioni dei diritti umani, rendendo controversa la compatibilità delle esportazioni italiane con la legge.

In sintesi

La legge 185/1990 non è solo una norma tecnica: è un presidio democratico che impone al governo italiano di agire in modo trasparente e coerente con i principi costituzionali. Nel caso
Israele, essa rappresenta il principale strumento per valutare la legittimità e l’etica delle esportazioni militari.

In conclusione si può discutere su come migliorare la gestione del tema “forniture militari” (a qualunque titolo e a chicchessia) ma non certo di strumentalizzare presunte complicità del governo per aver dovuto onorare contratti magari autorizzati da altri governi precedenti… magari da Conte/Draghi tra il 2020/2023! (Bruno Carboniero)

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