Domenica 12 Ottobre 2025 12:10
Le pillole di Polly: recensione di “Camminando tra i fiori scalzi” di Nicola Pesce
Quando si è vecchi e soli, è fin troppo facile perdere la speranza che qualcosa...
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Quando si è vecchi e soli, è fin troppo facile perdere la speranza che qualcosa di bello possa ancora accadere; così, si rinuncia a vivere e ci si accontenta di tirare avanti.
Nel frattempo, i giorni scorrono lentamente, ciascuno uguale all’altro, e sembra che nulla possa spezzare questa routine.
Né serve a niente voltarsi indietro, perché i bei ricordi non scaldano più il cuore, anzi; lo riempiono di nostalgia. Guardando avanti, poi, ci si accorge che non si riesce più ad immaginare il proprio futuro.
Eppure, ognuno di noi è stato convinto, durante l’infanzia, che esiste sempre la possibilità che la felicità faccia capolino nella nostra esistenza, anche quando tutto sembra perduto. E allora, chi meglio di un bambino può riportare la speranza nella vita di un anziano solo e sfiduciato?
André è un uomo arrivato all’inverno della sua vita, senza né parenti, né amici. Vive in una villetta in Provenza con l’unica compagnia di un gatto che non vuole dirgli il suo nome e di gigantesca bouganville malata che si rifiuta di curare.
Il vecchio è convinto che il suo cuore sia arido ed incattivito, ma in realtà è semplicemente appesantito dai rimpianti e dalla nostalgia per quello che è stato e non è più.
Così, André passa le giornate a bere, fumare e rimuginare, e non si preoccupa nemmeno più della sua igiene personale e di quella di casa sua.
Quando ormai non ci credeva più, però, un raggio di sole irrompe prepotentemente nella sua vita. E lo fa nel più incredibile nei modi.
Tutto accade molto velocemente. Un’auto nera si ferma davanti al cancello della sua villetta. Ne scende un uomo, che dice ad André che dentro l’autovettura c’è suo nipote, di cui lui risulta l’unico parente in vita, dal momento che il bambino ha appena perso i suoi genitori. “Ma non è possibile”, replica il vecchio. “Io non ho figli, figuriamoci nipoti”.
Poi, però, dà un’occhiata al bambino, che si chiama André come lui, e capisce. Capisce che quel ragazzino dagli occhi smarriti è l’unica possibilità che ha per tornare indietro. Senza di lui, il vecchio ne ha la certezza, non ci sarà alcun miracolo, e quell’amore puro che ha conosciuto una sola volta nella vita non sarà mai più.
E allora, André apre di nuovo la porta alla vita e decide di accogliere il nipote. Anche se sa che questa scelta gli porterà felicità, ma anche una sofferenza straziante.
Ci sono scrittori che hanno la capacità di far emozionare il pubblico grazie alle loro descrizioni poetiche, ai personaggi pieni di passione, alle trame mozzafiato.
Poi, ci sono gli artisti della penna, e sono quelli che riescono a parlare al cuore della gente. Certo, questi autori sono compresi ed apprezzati soprattutto dagli animi sensibili. Ma quanto è bello saper entrare in comunicazione con la parte più profonda di una persona semplicemente raccontando una storia!
Nicola Pesce, autore di svariati romanzi, è uno di quei rari scrittori dotati di un’empatia talmente dirompente che quando scrive è come se dialogasse con il lettore. Della sua vita privata si sa assai poco, e va bene così. Quel che è certo, perché lo ha detto lui, è che ha abbracciato la missione di diffondere la gentilezza attraverso i suoi libri. E con “Camminando tra i fiori scalzi” ci riesce benissimo.
Nel romanzo, Pesce dà vita a due personaggi, André nonno e André nipote, ruvidi, provati dalla vita, isolati come non mai. A un certo punto della loro esistenza le loro solitudini si incontrano e, inizialmente, sembrano incastrarsi meravigliosamente. Poi, però, nonno e nipote arrivano ad odiarsi almeno tanto quanto si sono amati. Ma il loro apparente scontro è qualcosa di necessario come il semplice gesto di respirare, anzi; non è un vero conflitto, ma la prova suprema del loro amore reciproco.
Ci voleva un animo come quello di Nicola Pesce per raccontare questa storia delicata, a tratti dura, ma piena di sentimento in ogni singola pagina. Chi ama davvero può tutto, vuole dirci l’autore. E al lettore non resta che godersi la storia e il lieto messaggio.
Federica Focà