Mercoledì 15 Ottobre 2025 10:10
In Italia 5,4 milioni di stranieri: il volto stabile (e giovane) della nuova società


Il XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas/Migrantes fotografa una presenza straniera sempre più strutturale. Nel 2025 rappresenta il 9,2% della popolazione, con impatti su natalità, lavoro e cittadinanza. Oltre il 21% dei nati ha almeno un genitore straniero
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Sono 5,4 milioni le persone straniere in Italia, pari al 9,2% del totale della popolazione italiana. Una dinamica demografica che continua a crescere e assume sempre più caratteristiche di stabilità. I cittadini stranieri regolarmente residenti vivono soprattutto al Centro-Nord. Ai primi posti come nazionalità permane la Romania, seguita da Marocco, Albania, Ucraina e Cina. In aumento i nuovi arrivi dal Perù e soprattutto dal Bangladesh, che è oramai tra le prime nazionalità per nuovi rilasci di permesso di soggiorno. È quanto emerge dal XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas/Migrantes presentato ieri, 14 ottobre, a Roma.
L’edizione 2025 (392 pagine con la firma di 48 curatori) è dedicata ai “Giovani, testimoni di speranza”. I giovani stranieri, nati o cresciuti in Italia, sono infatti i protagonisti silenziosi della trasformazione del Paese. «La scuola italiana, spesso lasciata sola, svolge un ruolo decisivo – osserva nell’introduzione il segretario generale della Cei Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari – ma occorrono politiche lungimiranti, che non si limitino a gestire l’emergenza ma investano con serietà nel futuro. La cittadinanza, il riconoscimento giuridico, la possibilità di sentirsi pienamente parte della comunità nazionale sono passaggi sempre più indispensabili».
Nel mondo sono 304 milioni i migranti internazionali (gennaio 2025): più del doppio rispetto al 1990, quando erano 153 milioni. Si è passati dal 2,9% della popolazione mondiale al 3,7%, una percentuale invariata negli ultimi anni. Sono aumentati invece in maniera molto significativa i profughi e gli sfollati: a fine 2024 hanno raggiunto la cifra record di 123,2 milioni.
370mila nascite, il 21% dei nuovi nati ha almeno un genitore straniero. Nel 2024 le nascite in Italia sono state circa 370mila, con oltre il 21% dei nuovi nati con almeno un genitore straniero. Le acquisizioni di cittadinanza sono state 217mila. La presenza straniera contribuisce alla tenuta demografica, soprattutto nelle aree interne. I motivi familiari (43,7%) e di lavoro (40,7%) continuano a rappresentare la gran parte dei permessi di soggiorno: solo il 7,2% sono legati ad asilo, protezione internazionale o speciale.
Occupazione e lavoro: il 10,5% della popolazione. Gli occupati stranieri sono oltre 2,5 milioni (10,5%). Il tasso di occupazione per i non comunitari è al 57,6%, contro il 61,3% generale. La disoccupazione tra gli stranieri è al 10,2%, mentre tra gli italiani è al 6,1%. Preoccupa il dato sull’inattività, che aumenta del 6,1% per gli stranieri non comunitari. Nel 2024 sono stati attivati 2.673.696 rapporti di lavoro con cittadini stranieri, pari al 25% del totale. Tra le criticità: la diffusione del caporalato, la bassa partecipazione degli stranieri alle attività formative e le incognite legate al futuro della care economy. Il mercato del lavoro italiano, osserva il Rapporto, mostra però “una crescente dipendenza dalla manodopera immigrata, indispensabile per industria, servizi e welfare”. In agricoltura, i lavoratori stranieri superano le 426mila unità. Qui il numero di stranieri è raddoppiato dal 2010 al 2024 e oramai riguarda un lavoratore agricolo su 3.
Il 35,1% degli stranieri è in povertà. Il 35,1% dei cittadini stranieri vive in povertà (tra i cittadini italiani la percentuale è pari al 7,4%), ossia 1.727.000 persone. Vale a dire che uno straniero su tre è povero. Tra le cause principali: disoccupazione (50,9%) e lavoro povero (24,7%). Gli stranieri rappresentano il 30,3% dei 5,7 milioni di poveri assoluti in Italia.
910.984 alunni stranieri nelle scuole italiane (11,5%). Gli alunni con cittadinanza non italiana sono 910.984 (11,5%). La maggior parte è nata e cresciuta in Italia, ma resta priva di cittadinanza formale. Il Rapporto invita a costruire legami e spazi di inclusione a partire dalla scuola, anche alla luce di recenti episodi di disagio giovanile enfatizzati dalle cronache.
Salute e condizioni di vita. Nel 2023 i ricoveri di cittadini stranieri sono stati il 6,6% del totale. Le diagnosi più frequenti riguardano gravidanza e parto (22,2%). Crescono le malattie croniche e i rischi professionali, soprattutto nei lavori usuranti. Arrivano i primi segnali dell’invecchiamento della popolazione straniera, con un aumento delle malattie croniche non trasmissibili.
Criminalità e devianza minorile. Al 31 dicembre 2024, i detenuti stranieri erano 19.694 (31,8%). «È una percentuale stabile rispetto agli anni precedenti – sottolineano Caritas e Migrantes -, nonostante la narrazione pubblica alimenti la percezione di crescita incontrollata dalla criminalità straniera». Il Rapporto registra però il crescente disagio tra le fasce giovanili e un campanello d’allarme sono i 5.100 (23%) minori stranieri (con prevalenza da Marocco, Tunisia ed Egitto) presi in carico nel 2024 dagli Uffici di servizio sociale per i minorenni.
Sport: praticato solo dal 35,2% delle ragazze straniere. Spicca un dato tra tutti, che evidenzia disparità di genere: solo il 35,2% delle ragazze straniere pratica sport, contro il 62,3% delle italiane. Lo sport è strumento di coesione, ma persistono barriere e discriminazioni. Caritas e Migrantes si dicono preoccupate per il fenomeno dello sport trafficking, soprattutto nel calcio, basket, baseball e atletica.
Comunicazione e hate speech. Nel 2024, il 50% dei tweet negativi è stato misogino. A seguire gli attacchi contro stranieri, musulmani, disabili e comunità LGBTQIA+. Le retoriche violente spesso combinano più fattori discriminatori (donne e straniere, ad esempio).
Appartenenza religiosa: il 51,7% è cristiano. All’inizio del 2025, il 51,7% degli stranieri residenti in Italia è cristiano, pari a circa 2,8 milioni di persone. Di questi, 1,5 milioni sono ortodossi (28,5%), 900mila cattolici (16,6%), 143mila evangelici (2,6%), 92mila copti e 135mila appartenenti ad altre confessioni cristiane. I musulmani sono circa 1,7 milioni (31,1%), provenienti soprattutto da Marocco, Bangladesh e Pakistan. Seguono 178mila buddisti (3,3%), 117mila induisti (2,2%) e circa 120mila fedeli di altre religioni, inclusa quella sikh. In calo gli atei e agnostici: 507mila (9,3%). I migranti costituiscono «un importante stimolo per la riscoperta di una religiosità che dia senso e significato alla propria esistenza – conclude il Rapporto -, rispetto alla crescente distanza dalla pratica religiosa e dalla dottrina, allo spopolamento delle chiese e al crescente analfabetismo religioso». (Patrizia Caiffa)
15 ottobre 2025
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